«Palazzo della Ragione, tabù per le persone in carrozzina»

«Spazi stretti e intasati» Una studentessa tetraplegica non ha potuto visitare la mostra. L’insegnante: «Montascale inutilizzabile».

Luoghi culturali inaccessibili ai disabili? Può capitare anche a Bergamo, come racconta la testimonianza di un’insegnante del Liceo Falcone. «Domenica 19 giugno avevo deciso di portare un gruppo di miei studenti a visitare due mostre in Città Alta: “Time is never time at all” del Premio Gamec, al Palazzo della Misericordia Maggiore, e “Transfigured” di Anri Sala, al Palazzo della Ragione», si legge nella lettera scritta da Stefania Lovat e indirizzata anche al Comune. Una decina gli studenti presenti alla visita, compresa una ragazza tetraplegica che si muove su una carrozzina motorizzata.

«La mostra della Mia le era preclusa, già lo sapevamo, per l’assenza di qualsiasi dispositivo meccanizzato per la risalita; quella a Palazzo della Ragione invece era pubblicizzata come accessibile ai disabili. Domenica, prima di incontrare tutto il gruppo, mi sono recata a Palazzo della Ragione per sincerarmi che ci fossero gli ascensori e il montascale funzionanti; tuttavia, l’accesso le è stato impossibile». La ragazza non ha potuto visitare la mostra: «Pur con un certo fastidio – prosegue la lettera -, l’ascensore che conduceva dal piano terra al livello della Sala delle Capriate è stato messo in moto dal personale del Museo storico dell’Età Veneta, mentre il montascale si è rivelato inutilizzabile, perché collocato in uno spazio buio, angusto e ostruito da ostacoli e comunque di dimensioni troppo ridotte per muoverla in sicurezza».

Così, spiega l’insegnante, «quando abbiamo realizzato che la piattaforma non era utilizzabile, la madre della ragazza è andata a prendere dall’auto le pedane che sempre porta con sé, al fine di superare i tre gradini che separano la Sala delle Capriate dall’ingresso. A questo punto abbiamo ricevuto un divieto dal personale di sala e uno ancor più perentorio dal responsabile della sicurezza che via telefono non ha voluto sapere ragioni né da parte mia né dalla ragazza stessa, a cui ha detto che non poteva entrare perché non era previsto dal regolamento l’impiego di nessun dispositivo personale per l’eliminazione delle barriere architettoniche».

Dal Comune spiegano che «gli impianti per facilitare l’accesso ai disabili sono a norma: la carrozzina della ragazza sarebbe stata più grande dei parametri di legge e questo ha determinato l’impossibilità di usare il montascale. Gamec ha preso contatti con l’insegnante e ha espresso il proprio rammarico sul fatto che la ragazza non sia riuscita a visitare la mostra».

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