Palestre e piscine, l’allerta di Adiconsum: occhio ai rimborsi

«Alcuni gestori, con l’arma del voucher, ignorano il rimborso in denaro dell’abbonamento», sostiene la presidente Busi.

Con la riapertura delle palestre e delle piscine, a ritmi e servizi ridotti come previsto dall’ultimo decreto, iniziano a sorgere anche i problemi tra gestori e utenti sui rimborsi degli abbonamento non utilizzati durante l’emergenza.

Adiconsum Bergamo inizia a raccogliere lamentele e richieste di informazioni: qualche gestore sta infatti proponendo rimborsi ridotti a fronte dell’obbligo di sottoscrizione di un nuovo abbonamento. «Non è obbligatorio», afferma Mina Busi, presidente dell’associazione consumatori di Cisl Bergamo. In tema di rimborso di abbonamento per la mancata prestazione a seguito delle misure di lockdown, l’art. 216 della Legge di conversione del Decreto Rilancio dice che «in alternativa al rimborso del corrispettivo, il gestore può rilasciare un voucher di pari valore utilizzabile entro un anno dalla cessazione delle misure di sospensione dell’attività».

«Con quel “in alternativa” alcuni gestori – dice Adiconsum – ignorano il rimborso in denaro del corrispettivo versato. Le norme da rispettare per la riapertura comportano la modifica dei contratti stabiliti con i frequentatori. Modifica a cui i sottoscrittori non devono sottostare se non per loro libera scelta. Consigliamo in caso si decida di rinnovare l’abbonamento di parlare con il gestore e proporre una riduzione del prezzo o, se non si è più interessati a frequentare, chiedere il rimborso di quanto già pagato o l’annullamento delle successive rate», spiega Busi.

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