Pregliasco: «Situazione esplosiva
Il coprifuoco è inevitabile»

Il virologo Fabrizio Pregliasco torna sulla richiesta della Regione .

Altri 2.023 mila casi positivi in 24 ore e il muro dei 2 mila contagiati superato per la quinta volta negli ultimi sei giorni. Il virus galoppa in Lombardia e, dopo i 1.687 positivi accertati lunedì sulla base di 14.577 tamponi processati, si è tornati a livelli di guardia (+21.726 test, rapporto con i 2.023 positivi di ieri pari al 9,3%). Il virus corre sempre a due velocità: numeri piuttosto contenuti nella Bergamasca (martedì +45 contagiati, rispetto ai +23, +89, +69 e +38 dei giorni precedenti, totale 16.568 positivi dall’inizio dell’epidemia; nessun decesso riconducibile al Covid per il terzo giorno consecutivo) e dati esponenziali invece nelle province di Milano (+1.054 casi), Varese (+245), Monza e Brianza (+123) e quota 100 casi giornalieri superata anche a Brescia (+101). Il coprifuoco chiesto dalla Regione al governo trova sponda nei numeri alti dei ricoveri: altri 10 posti in Terapia intensiva occupati (il giorno prima +3, totale 123) e altri 132 ricoverati nei reparti ordinari di medicina (lunedì +71, totale 1.268 pazienti). Cresce anche il dato dei decessi con altre 19 vittime segnalate (17.103 da febbraio), mentre sono 334 i guariti e dimessi in 24 ore.

Il conctact tracing

«Il coprifuoco in Lombardia è necessario perché la situazione è esplosiva – ha sottolineato il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano e componente del Comitato tecnico scientifico regionale -. Ormai il sistema del contact tracing nel Milanese e in altre province è alla canna del gas, non si riesce più a gestirlo perché la diffusione naturale del virus cerca di replicarsi in tutte le occasioni dei contatti. Questo virus determina nella maggior parte dei casi malattie banali o infezioni di fatto non apparenti e questa è la sua forza». Poi una precisazione: «Ho chiesto al Cts nazionale di prevedere una quarantena soft, ce l’hanno i calciatori e non ce l’abbiamo noi sanitari, per poter permettere una continuità di lavoro. Il concetto di coprifuoco è importante perché dà una sterzata, anche se il Cts lombardo aveva spinto per una chiusura ulteriore dei locali alle 21 e anche prima». La «Commissione indicatori», creata dalla direzione generale del Welfare, ha previsto che al 31 ottobre potrebbero esserci 600 ricoverati in Terapia intensiva e fino a 4 mila nei reparti di non intensiva.

L’appello dell’Anaao

Un appello alla responsabilità viene lanciato dal sindacato dei medici e dirigenti medici ospedalieri Anaao-Assomed Lombardia: «In questi ultimi mesi il Servizio sanitario regionale si è rafforzato per garantire una gestione efficace dell’emergenza Covid-19, con l’assunzione di medici, infermieri e letti aperti di Terapia intensiva, ma sono numerosi i miglioramenti da apportare all’intero sistema per affrontare questa nuova ondata epidemica. Primo fra tutti, è necessario un maggiore impegno nel reclutamento del personale da formare. Serve approntare letti negli ospedali, identificando sempre appositi percorsi di sicurezza in entrata ed in uscita. Resta poi fondamentale intensificare il tracciamento dei contatti attraverso l’App Immuni, incrementare la capacità di fare tamponi anche rapidi, potenziando gli organici dei laboratori con dirigenti e tecnici e con un’adeguata fornitura al personale sanitario di dispositivi di protezione».

Anaao chiede azioni incisive alla Regione, ma anche uno sforzo alla cittadinanza: «Noi dirigenti medici e sanitari, anche se stanchi e preoccupati, siamo pronti nuovamente a fare la nostra parte – dichiara Stefano Magnone, segretario regionale di Anaao Lombardia -. Serve però che anche i cittadini, giovani e non, facciano la loro parte. Il distanziamento e la protezione individuale sono fondamentali. Rispettate le restrizioni, favorite il distanziamento, evitate gli assembramenti, cercate di lavorare da casa in accordo con i vostri datori di lavoro, in modo da non affollare i mezzi di trasporto. «State attenti a scuola - conclude -, anche se i dati sinora sembrano escludere una qualche rilevanza di contagi negli ambienti scolastici. Solo così riusciremo a piegare la curva e a rallentare la crescita dei sintomatici che potrebbero richiedere il ricovero ospedaliero, evitando in questo modo di essere nuovamente travolti».

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