Quartieri al centro: ecco Grumello del Piano, rione giovane e multietnico

Dall’unico residente di origine straniera del 1987 si è passati ai 488 del 2020. Solo il 6% degli abitanti è over 80 contro la media dell’8,8

Dietro le statistiche ci sono le persone. In alcuni casi non è retorica, ma realtà vera. Come per Grumello del Piano: nel 1987 qui viveva un solo cittadino straniero. Nome e cognome si perdono nei numeri di un caso particolare (unico dettaglio demografico: aveva tra i 19 e i 39 anni): perché invece oggi, tre decenni dopo, Grumello è uno dei quartieri più multietnici di Bergamo. I cittadini di origine non italiana sono ora 488 su 1.878 residenti totali nel rione, il 26%, e solo la Celadina (29,4%) e la Malpensata (30,8%) hanno quote più elevate. L’andamento della presenza straniera a Grumello, in realtà, racconta che solamente a partire dagli anni Duemila i numeri si sono fatti consistenti. Un solo straniero appunto nel 1987, addirittura zero nel 1988, di nuovo uno nel 1989; nel 1990 si sale a 10, nel 1995 sono ancora 9, solo nel 2000 si arriva oltre il mezzo centinaio (54). Nel 2010 si sale a 361, nel 2019 al massimo di 496, infine nel 2020 si scende a 488.

I primati di giovani e famiglie

Oltre che cosmopolita, Grumello è anche un quartiere giovane. Storicamente: nel 1987 era lo spicchio della città dove c’erano in proporzione più minorenni (il 27,8% dei residenti, la media cittadina era del 17,5%) e, contemporaneamente, meno 40-59enni (il 24,5% dei residenti, media cittadina del 27,5%), 60-79enni (il 12,1% dei residenti, media cittadina del 19,6%) e ultraottantenni (l’1,3% dei residenti, media cittadina del 3,4%). Alcuni primati resistono ancora oggi, come il «peso» più lieve degli over 80: Grumello ha dato il più basso tra le diverse aree della città, qui sono il 6% dei residenti mentre la media degli altri rioni è dell’8,8%.

Più stranieri, più giovani e, infine, famiglie più larghe. Frequenti correlazioni demografiche che trovano conferme nei numeri di Grumello. Anche in questo caso con una fotografia che resta simile pur a distanza di tempo. Nel 1987 Grumello era il quartiere in cui – sempre in proporzione – si osservavano meno persone sole (era «unipersonale» solo il 15,8% dei nuclei familiari, contro la media cittadina del 30,5%) e meno famiglie composte da solo due persone, mentre era al primo posto tra i rioni per presenza di famiglie formate da 5 persone (il 9,7% dei nuclei, media cittadina del 5,3%) e da 6 o più persone (il 4,6% dei nuclei, media cittadina dell’1,7%). Ancora nel 2020 qui resisteva il primato delle famiglie numerose: il 2,5% dei nuclei ha sei o più componenti, la media cittadina si ferma all’1,1%. Un serbatoio demografico, Grumello, dove tra l’altro le nascite rimangono ancora su numeri buoni: nel 2020 sono state 15 (di cui 5 da genitori stranieri), equivalenti a 8 ogni mille abitanti, mentre la tendenza cittadina è di 6,3 bebè ogni mille abitanti. Per di più, gli ultimissimi anni hanno visto una crescita dei fiocchi rosa o azzurri: tra 2012 e 2016 le nascite annue avevano oscillato tra le 8 e le 13, dal 2017 sono state sempre almeno 15.

L’attrattività è in calo

La parabola demografica degli ultimi decenni, però, indica anche che il quartiere non si è espanso. È praticamente rimasto immutato, nei numeri: i residenti erano 1.863 nel 1987 e sono 1.878 alla fine del 2020, con una variazione minima di una quindicina di abitanti (0,8% in più, nello stesso arco temporale la città è cresciuta del 2,4%); nel mezzo le oscillazioni sono state molto contenute, con un minimo di 1.607 residenti nel 2013 e un massimo di 1.929 nel 2019. Con 1.878 abitanti, tra l’altro, Grumello è il quartiere meno popolato della città; nel 1987 era al penultimo posto, nel frattempo è stato sorpassato da Campagnola (che nel 1987 aveva 1.766 abitanti, ora ne ha 2.661).

Qualche problema di attrattività pare esserci, secondo le statistiche: nel 2020 si sono trasferite verso il quartiere 70 persone che venivano da fuori mentre 104 residenti di Grumello si sono spostati verso un’altra area della città o un altro Comune, con un saldo negativo di 34 abitanti (il quartiere col «segno meno» più rilevante; -1 a Boccaleone, -10 a Carnovali).

Anche in anni meno recenti si era osservato un trend simile: se si torna indietro di una decina d’anni, nel 2012 il saldo dei trasferimenti era stato negativo (-22: 48 nuovi residenti contro 70 cittadini che hanno lasciato il quartiere).

La fotografia del mercato immobiliare è una chiave di lettura parziale, perché l’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate somma le transazioni di Grumello insieme a quelle di Colognola: il bilancio di questa «fusione» è in realtà positivo sul fronte delle compravendite, che sono passate dalle 67 del 2019 alle 77 del 2020, con quotazioni praticamente invariate (si è comprato a una cifra media attorno ai 1.400 euro al metro quadrato).

I redditi rimarcano la forbice tra centro e periferia: le dichiarazioni presentate nel 2020 indicavano un reddito medio pro capite di 22.570 euro annui contro la media cittadina del 27.677 euro; Grumello è vicino alla coda (21.838 euro pro capite a Boccaleone, Borgo Palazzo-Alle Valli, Celadina) e ha un reddito quasi dimezzato rispetto ai quartieri più ricchi (39.447 in centro tra viale Papa Giovanni e Pignolo).

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