Saldi, il bilancio è in rosso
«Meno 5% rispetto al 2018»

«Non possiamo continuare a giocare al massacro, è una crisi persistente, non abbiamo marginalità di vendita e in questo quadro politico disastroso le persone non spendono più»: parole più amare e realistiche non poteva usarle Diego Pedrali, presidente del Gruppo abbigliamento, calzature e articoli sportivi di Ascom, per tracciare un bilancio dei saldi estivi 2019 sul territorio orobico.

Proprio nei giorni scorsi, per l’esattezza, martedì 3 settembre, gli esercizi commerciali di Bergamo e provincia hanno concluso la stagione degli sconti, cominciati lo scorso 6 luglio. Com’è andata? Non bene evidentemente e, oltre ai commenti degli addetti ai lavori, a testimoniarli ci sono i dati dell’indagine realizzata da Ascom Bergamo Confcommercio che ha evidenziato un calo medio del 5% rispetto alla scorsa stagione di saldi: «Dopo la crisi dell’edilizia viene la nostra - continua sconsolato Pedrali, titolare del negozio d’abbigliamento a Torre Boldone “L’Uomo più” -. Dal 2008 al 2018 c’è stato un incremento di attività, ma la metà appartengono a imprenditori stranieri».

Una stagione inclemente per i negozi, che non hanno ricavato alcun beneficio dai saldi e si ritroverebbero ancora con gli scaffali quasi pieni di merce invenduta: «Solo i primi tre giorni c’è stato movimento, le vendite di saldo quest’anno sono diminuite del 5% rispetto all’estate del 2018, quando a loro volta erano diminuite del 15% rispetto ai saldi estivi 2017 - continua deluso Pedrali - e saldi a parte, il bilancio di fine stagione parla di un calo di vendite del 40%». Numeri che fanno tremare tanti esercizi del territorio, rincuorati solo marginalmente dalle vendite stabili rispetto agli anni precedenti delle località lacustri di Sarnico e Lovere: «Le vendite sono in linea sul lago d’Iseo solo grazie al forte flusso turistico e ai tanti vacanzieri, ma la realtà è che non si muove anima viva e in alcuni esercizi commerciali di Bergamo si è raggiunto addirittura il picco del 10% in meno di vendite ai saldi».

Il presidente del Gruppo abbigliamento, calzature e articoli sportivi Ascom però non dà la colpa come altri colleghi all’e-commerce - «Ci ha tolto solo il 5%» -, ma punta il dito contro gli outlet e le grandi catene: «Sono loro a promuovere sconti, promozioni eterne e tessere fedeltà in occasione di qualsiasi festa, ma è una concorrenza sleale», spiega.

È proprio per questo che Pedrali vorrebbe che al più presto la Federazione Moda Italia - la seconda rappresentanza d’impresa più importante della Confcommercio di cui lui stesso è vicepresidente - stimolasse il governo affinché la commissione per le attività produttive faccia interventi adeguati al sistema: «Noi rappresentiamo il fiore all’occhiello di città e paesi, abbiamo negozi di vicinato con una storia e portiamo avanti un rapporto qualitativo con la clientela che va tutelato, facciamo parte dell’arredo urbano delle strade, a cui regaliamo luce e decoro». Lasciata alle spalle la batosta della stagione estiva, Pedrali ora guarda al futuro, preoccupato per l’autunno-inverno alle porte: «Ho il timore che a novembre, con la scusa del Black Friday, gli sconti si protrarranno fino alla fine dell’anno, riducendo le nostre vendite con marginalità normale a solo un mese (da metà ottobre a fine novembre, ndr) - conclude il presidente del gruppo - così sarà praticamente impossibile sopravvivere».

© RIPRODUZIONE RISERVATA