Scoprire le nostre valli, c’è chi ha fatto così: le storie di Ferdy (Val Brembana) e Giacomo Perletti (Val Seriana)

Terre alte C’è chi lo fa da una vita: piedi ben piantati tra le montagne, ha fatto dell’alpeggio e della valorizzazione dei borghi la sua mission. Dici Ferdy (Quarteroni) e hai inquadrato l’apripista per eccellenza. Poi ci sono i giovani, sempre di più, che in tempi recenti – anche grazie alla strana congiuntura del Covid che ha cambiato stili di vita e passioni – hanno scelto proprio la montagna per lavorare.

Guide turistiche, accompagnatori di trekking più o meno impegnativi e campi scuola immersi nella natura delle nostre Orobie, gente che ha fatto della sua passione il suo mestiere, mettendoci la giusta preparazione. Ecco due storie che hanno fatto (ri)scoprire le nostre valli.

La storia di Ferdy

Un innovatore. È lo stesso Ferdy a definirsi così. A racchiudere in una sola parola 33 anni di storia, di turismo, un pezzo di Val Brembana. Oggi Ferdy Wild è diventato un marchio, un brand conosciuto in Italia. Un volano per la terra del Brembo e per Bergamo. Come nelle favole tutto è partito semplicemente da una vecchia stalla abbandonata, ai Piani di Scalvino di Lenna. Nessuno, forse, avrebbe dato un soldo per un’idea che sembrava - a dir poco - azzardata. Invece, l’ex elettricista Ferdy Quarteroni - papà boscaiolo e mamma contadina - ci ha creduto. A 25 anni aveva preso una baita nella sua Val d’Inferno, sopra Ornica, per ospitare i primi turisti. Poi a 30, appunto - siamo nel 1989 - quella vecchia cascina a Lenna. E lì, pezzo dopo pezzo, con la caparbietà ma anche la genialità dei montanari, trasforma in realtà il suo sogno, la sua filosofia: le radici, la tradizione, la cultura della valle. Con la moglie Cinzia Balestra e poi i figli Nicolò e Alice, apre l’agriturismo-fattoria didattica, restando sempre fedele ai suoi principi, che saranno poi la chiave del successo.

Al cliente porta in tavola e fa conoscere semplicemente la valle senza contaminazioni, per così dire: vacche Brune alpine originali, capre orobiche, formaggi d’erba prodotti in alpeggio, erbe selvatiche prese fuori dalla baita che vanno direttamente nel piatto

Al cliente porta in tavola e fa conoscere semplicemente la valle senza contaminazioni, per così dire: vacche Brune alpine originali, capre orobiche, formaggi d’erba prodotti in alpeggio, erbe selvatiche prese fuori dalla baita che vanno direttamente nel piatto. Tutto ciò che offre la natura vicino all’agriturismo di Lenna e poi a quello d’alpe (Val d’Inferno), diventa motore della sua attività. Lui diventa un motore: con lui nasce l’albergo diffuso a Ornica, organizza eventi per promuovere la biodiversità orobica , viene pluripremiato, e all’agriturismo arrivano vip, calciatori e televisioni. Semplicemente diventa «Ferdy», un marchio che racchiude una filosofia. Ora lui è in baita, in Val d’Inferno, lontano il più possibile dai riflettori. Le redini nelle ottime mani del figlio Nicolò, generazione social. «Sono stato un innovatore - dice Ferdy -. Ho aperto una strada». Poi: «Sono stanco», ma subito torna Ferdy: «Ho ancora tanta carne al fuoco... non lo so, staremo a vedere».

E in Val Seriana

Il progetto di Contrada Bricconi rappresenta l’esempio di come la montagna possa rivivere grazie all’impegno di giovani agricoltori. L’agriturismo in Val Seriana, sorto in un borgo del XV secolo, propone una cucina che racconta i sapori e saperi del territorio, partendo da formaggi e carne prodotti in loco. I protagonisti di questa avventura non sono nati in Contrada Bricconi, frazione di Oltressenda Alta, ma hanno scelto di trasferirsi, dimostrando visione, intraprendenza e tenacia.

Giacomo Perletti, classe 1986, fondatore dell’azienda, insieme a Matteo Trapletti, Giovanni Pizzamiglio e Paolo Tocchella, hanno creduto fortemente nel progetto, tanto da convincere anche lo chef Michele Lazzarini, affiancato da Davide Cazzani in sala e da una giovane brigata. Nativo di Gandellino, Lazzarini è tra i migliori cuochi emergenti in Italia ed è arrivato direttamente dal tristellato St. Hubertus di San Cassiano, in provincia di Bolzano, dove ha lavorato per circa nove anni come braccio destro di Norbert Niederkofler.

L’agriturismo in Val Seriana, sorto in un borgo del XV secolo, propone una cucina che racconta i sapori e saperi del territorio, partendo da formaggi e carne prodotti in loco

«La Contrada ci ha affascinato con la sua storia – commentano i fautori della nuova avventura –. Abbiamo messo in campo le nostre competenze architettoniche, amministrative e agricole per ristabilire un legame fruttuoso fra uomo e natura. Partendo dall’agricoltura, vogliamo riportare in un luogo autentico le attività tradizionali, ma con strumenti e tecnologie moderne ed ecosostenibili, nel rispetto del territorio che ci circonda».

Dai primi di giugno all’azienda agricola, che si occupa di fienagione, pascolo delle mucche e allevamento, si è affiancato il ristorante agriturismo dove si può comprendere, vivere e apprezzare, attraverso il gusto e i piatti sapientemente creati da Michele Lazzarini, tutto il lavoro faticoso della montagna. Per Contrada Bricconi, che dispone di una trentina di coperti e propone due menu degustazione di 4 o 7 portate, si può prenotare online, ma le date sono praticamente quasi tutte esaurite. Si tratta di un segnale evidente di come il progetto abbia suscitato grande interesse tra visitatori e turisti: un successo sicuramente meritato.

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