Sei giorni di Enduro, Legambiente chiede
lumi sui percorsi

LA COMPETIZIONE. Per gli appassionati di moto e fuoristrada è una delle gare più affascinanti al mondo; per gli ambientalisti, un attacco a montagne e sentieri. Dal 24 al 29 agosto la città di Bergamo, Covo, la valle Cavallina, l’alto Sebino e la Valle Seriana, accoglieranno la «Sei giorni di Enduro 2025» (Isde).

La manifestazione è giunta alla 99a edizione e assegna il titolo di Campione del mondo enduro a squadre nazionali: sono attesi oltre 700 piloti provenienti da più di trenta nazioni e circa 4mila addetti ai lavori.

Mentre il paddock sarà allestito alla Fiera di Bergamo e la prova finale si svolgerà nel circuito di Covo, le gare in programma nelle giornate centrali attraverseranno le due valli e la zona del lago d’Iseo. La Sei Giorni torna in Italia per la dodicesima volta e quella del 2025 sarà la terza Isde organizzata dal Moto Club Bergamo, dopo quelle di San Pellegrino nel 1968 e nel 1986. Presentata ufficialmente in Regione, per il presidente del Moto Club Bergamo Giuliano Piccinini «sarà sicuramente un’impresa impegnativa sotto tutti i punti di vista, ma ci metteremo tutta la nostra passione».

A Milano erano state illustrate anche le singole prove e tutti i trasferimenti che i piloti dovranno affrontare, ma secondo Legambiente Bergamo non c’è la necessaria chiarezza: l’associazione ambientalista nei giorni scorsi ha chiesto alle Comunità montane della Valle Seriana e dei Laghi bergamaschi la documentazione relativa ai tracciati previsti e mercoledì ha ricevuto, per tutta risposta, che la procedura è ancora in fase d’istruttoria e nessun provvedimento è stato adottato. «Ci domandiamo – commenta quindi Legambiente Bergamo – come sia possibile parlare di organizzazione professionale se a pochi giorni dalla partenza non è stato completato nemmeno l’iter burocratico». Gli ambientalisti sostengono che «il nostro timore è che – prosegue –, ancora una volta, i temi della tutela ambientale e della sicurezza vengano considerati variabili secondarie rispetto alla promozione turistica e sportiva».

Legambiente: «Serve valutare l’impatto»

Per Legambiente, eventi di massa come la Sei Giorni di Enduro devono «essere pianificati con adeguata trasparenza e non improvvisati»; è necessario valutare con rigore l’impatto sui boschi, sui sentieri, sulla fauna e sulle comunità locali; occorre garantire che il territorio bergamasco, già sotto pressione per altri progetti infrastrutturali e impattanti, non diventi terreno di sacrificio in nome di un presunto ritorno economico di breve periodo. «Chiediamo agli enti locali – conclude la nota di Legambiente Bergamo - di rendere immediatamente pubblici i percorsi e le valutazioni ambientali effettuate, e invitiamo i cittadini e le associazioni a vigilare perché i nostri territori non vengano trattati come semplici scenografie da sfruttare».

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