Stelle cadenti, una magia che fa il tutto esaurito: «Ma in giro c’è troppa luce»

IL FENOMENO. Le iniziative degli osservatori.

Il 10 agosto del 258 fu martirizzato sulla graticola San Lorenzo. Le sue «Lacrime», da allora, tradizionalmente solcano il cielo. Sono le Perseidi, le cosiddette «stelle cadenti», in realtà meteore: ossia uno sciame di detriti provenienti dalla cometa di Swift-Tuttle che incontrano l’atmosfera della Terra e, per l’attrito, prendono fuoco.

Osservare questo fenomeno (nei giorni a cavallo del 10), esprimere un desiderio: ecco due ottimi pretesti per trascorrere una serata d’agosto lontani dal caos. Ma è uno spettacolo della natura che attira sempre più persone. Al punto che se si vuole goderne sotto la guida esperta di un astronomo o di un astrofilo si devono fare i conti, almeno nella Bergamasca, con frequenti «tutto esaurito».

Gli osservatori in provincia

È il caso delle attività programmate a Brembate Sopra a cura del Parco astronomico La Torre del Sole (www.latorredelsole.it). E una certa «ressa» è attesa anche all’Osservatorio a Ganda di Aviatico, dove opera il Circolo Astrofili Bergamaschi (www.astrobg.it). A Brembate sono «sold out» entrambe le serate intitolate «A caccia di stelle cadenti», domani e domenica con ritrovo a partire dalle 21.15 al Campo sportivo di via Locatelli per un’osservazione a occhio nudo.

A Ganda, sull’altopiano di Selvino-Aviatico, la situazione non sarà diversa, come spiega Maria Assunta Rota, astrofila e responsabile della divulgazione per il locale Osservatorio: «Gli anni scorsi arrivavano 2 o 300 persone e la cosa non era gestibile. Poi abbiamo introdotto la prenotazione e ristretto i gruppi a 75 persone, con il vantaggio di averle tutte molto motivate. Domenica saremo esauriti anche il pomeriggio, quando faremo un’osservazione del Sole, ma in generale registrano un pienone le date di agosto, c’è qualche posto forse il 23».

C’è una generale riscoperta della bellezza della volta celeste, si direbbe. Anche perché, bellezza a parte, c’è sempre molto da imparare. Spiega sempre Rota che «i nostri appuntamenti sono divisi in tre step. Si comincia con una parte teorica, poi con l’aiuto di un laser descriviamo la volta celeste, infine si procede all’osservazione vera e propria: a occhio nudo per le “stelle cadenti”, con l’ausilio di alcuni telescopi per gli altri corpi celesti».

L’inquinamento luminoso

Un problema con cui fare i conti è l’inquinamento luminoso: «L’Italia è maglia nera, come del resto dimostrano le foto notturne scattate alla Terra dalla Stazione spaziale. Noi ad Aviatico siamo a 1.200 metri e se il tempo è sereno, come dovrebbe essere domenica, si vede bene. Ma con gli anni le cose sono peggiorate: una volta, quando fu costruito l’Osservatorio, vedevamo la Via Lattea tutte le notti, ora non è più così: Bergamo, la Val Gandino, la zona di Leffe buttano su un sacco di luce. Bisognerebbe salire fino a duemila metri per poter osservare bene lo spazio profondo».

Il picco nella notte tra il 12 e il 13 agosto

Bisogna dire che quello di domenica non è l’ultimo treno: «Oggi le Perseidi hanno un picco massimo che, per via della processione degli equinozi, si è spostato avanti di circa due giorni, nella notte tra il 12 e il 13 agosto. E dalla fine di luglio alla fine di agosto arrivano quasi tutte le notti anche altri sciami minori. Non servono telescopi, per goderne. Il mio consiglio è – conclude Rota – armarsi di una coperta, di una bottiglia di vino, di una buona compagnia e di tanta pazienza».

Restano invece delle disponibilità in Città Alta, a Palazzo Moroni in via Porta Dipinta: nell’ortaglia di questo bene targato Fai-Fondo Ambiente Italiano, domani sera dalle 20.30, si terrà l’incontro «Astronomi per una notte» con gli astrofili e divulgatori Gianni Locatelli e Luciano Pezzotti. Qui il gruppo sarà di 80 persone (una trentina i posti ancora disponibili, www.fondoambiente.it, biglietto intero a 18 euro). Locatelli spiega: «La serata ha come “contorno” le stelle cadenti, ma in realtà si tratterà di un’osservazione del cielo e delle tipiche costellazioni visibili a occhio nudo, anche se avremo con noi due telescopi; aggiungeremo poi il racconto dei miti che ogni costellazione porta con sé. Più avanti, nell’appuntamento del 30 agosto, potremo osservare anche il pianeta Saturno. L’inquinamento luminoso? È un problema, ma non così grande per l’attività che svolgiamo noi: non indaghiamo il cielo profondo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA