Tamponi, agende piene: i tempi si dilatano

Per i positivi il test di controllo è dopo dieci giorni, ma in alcuni casi si rischia il doppio dell’attesa. I medici di base: «C’è confusione, tanti pazienti ci chiamano». Aumentano le richieste alle strutture private.

Dieci giorni, sulla carta. È questa, appunto in teoria, la durata minima dell’isolamento per chi è positivo. Il primo tampone, appunto al 10° giorno, è il primo bivio: se negativo si torna in «libertà», se ancora positivo si prosegue l’isolamento (per altri 7 giorni come minimo). Ma il nodo, in questa mareggiata di contagi al momento senza sosta, è che i tempi teorici si dilatano spesso a causa del sovraccarico dei punti tampone, come sta capitando a parecchi cittadini che vedono fissarsi il primo test di controllo a una data successiva al 10° giorno. La speranza è che il vento s’inverta a breve: la task force regionale sta lavorando per allestire più centri e garantire più tamponi, in campo ci sono anche i privati, infine le nuove regole su isolamenti e quarantena dovrebbero alleggerire il carico soprattutto per i «contatti».

I medici di base

Ma restano giorni difficilissimi. Lo conferma, oltre ai racconti di chi cerca di uscire dal labirinto della positività, anche il «polso» dei medici di base, il primo riferimento per i cittadini. «C’è confusione – sospira Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo -. Le nuove norme dovrebbero ridurre la platea soprattutto per gli isolamenti, ma il problema di fondo resta ancora». «I positivi hanno modo di autoprenotare il tampone di uscita, ma si segnalano molte difficoltà, con tempistiche che vanno anche oltre il 10° giorno – rileva Mirko Tassinari, segretario provinciale della Fimmg, sindacato dei medici di base -. Riceviamo tante chiamate per provare a riprogrammare gli appuntamenti».

Ieri, per esempio, è stata segnalata la situazione di cittadini a cui veniva fissato il primo tampone di controllo attorno al 18-19 gennaio. Tra i temi sul tavolo, c’è un possibile accordo tra i medici di base e l’Ats per potenziare i test erogati dai camici bianchi della medicina territoriale.

Molti cittadini, per trovare soluzioni con tempistiche accettabili, si rivolgono ai centri privati. Anche perché sembra confermato che il tampone con esito negativo effettuato anche privatamente – e non solo quello eseguito nei centri gestiti dalle Asst, dove si è indirizzati per esempio tramite Ats – sia ugualmente valido per concludere l’isolamento.

Le richieste ai privati

«Le richieste sono altissime – conferma Pasquale Intini, direttore di Politerapica, centro con sede a Seriate -, e tra l’altro c’è molta confusione tra test molecolare e test antigenico. Le persone sono molto spaventate e disorientate, noi cerchiamo di aiutarli venendo incontro con il servizio e le informazioni. È un momento molto duro, di grande difficoltà, dove è necessario che ognuno faccia la propria parte. Solo così ne usciremo». Tra le realtà private operative, il Gruppo San Donato ha potenziato in questo periodo di feste il proprio servizio sia per i molecolari (al Policlinico San Pietro e Policlinico San Marco) sia per gli antigenici rapidi (presso Smart Clinic Orio, Le Due Torri e Centro Diagnostico Treviglio): anche nella settimana dopo Natale, spiegano dal Gruppo, la richiesta è stata alta, mentre in questi ultimi giorni sembrerebbe intravedersi un lieve alleggerimento del carico. Humanitas – in campo tra l’altro anche per le vaccinazioni, circa 500 al giorno – è operativa per i tamponi agli asintomatici (voce in cui rientrano per esempio i test per viaggi o Green pass), oltre a quelli «interni» per la sorveglianza dei propri pazienti; Ats ha chiesto l’attivazione anche dei tamponi per i positivi, si lavora per individuare un percorso che garantisca la totale sicurezza degli utenti.

La task force regionale

La Regione intanto ha dedicato al tema-tamponi un’apposita task force: nei giorni scorsi ha annunciato l’apertura di un nuovo centro tamponi ad Antegnate, già operativo, mentre un ulteriore centro sarà attivato in provincia di Bergamo dal 10 gennaio; ci si attende, per la Bergamasca, un incremento di 4.500 tamponi in più alla settimana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA