Telefonate moleste, allo studio
giro di vite per ridurle

La nuova normativa estende la possibilità di iscriversi al registro pubblico delle opposizioni a tutte le numerazioni fisse e mobili.

Talvolta sono un vero e proprio tormento: al punto che c’è anche chi, ormai esasperato, nel dubbio non risponde più a nessuno. Ora, però, per difendersi dal telemarketing selvaggio sono in arrivo nuovi strumenti a tutela dei consumatori, che potranno definitivamente dire addio alle chiamate pubblicitarie indesiderate. Lo promette la nuova normativa approvata dal Consiglio dei ministri, che ha esteso la possibilità di iscrivere al registro pubblico delle opposizioni a tutte le numerazioni fisse e mobili.

La novità è sostanziale, in quanto una volta entrata in vigore (l’iter però sarà lungo: si parla di fine anno) obbligherà gli operatori dei call center, prima di procedere alla telefonata, ad effettuare una verifica sull’elenco di quelle utenze che negano esplicitamente il consenso alla ricezione di telefonate commerciali. E per accedere al database dovranno anche versare una tariffa annuale al gestore, con il nuovo iter che dovrebbe quindi rallentare il bombardamento di telefonate a cui ogni giorno milioni di utenti sono costretti, loro malgrado, a sottostare.

Ma c’è di più: il regolamento andrà anche a intervenire sulla normativa relativa all’utilizzo dei dati personali presenti negli elenchi telefonici, con la possibilità quindi di estendere la propria opposizione al loro trattamento a fini pubblicitari anche alle comunicazioni via posta cartacea.

Il registro c’è dal 2011

Sulla carta la nuova normativa sembrerebbe perfetta, quindi, per risolvere il problema. Ma il condizionale resta d’obbligo, visto che il registro pubblico delle opposizioni, istituito nel 2011 e fino ad ora riservato solo a chi compare negli elenchi telefonici (la mancata iscrizione equivale a un silenzio/assesso al telemarketing), non sempre garantisce un filtro efficace contro il tormentone telefonico, come quando ad esempio si fornisce il consenso al trattamento di dati personali in fase di stipula di un contratto, o quando ci si iscrive a un programma di fidelizzazione come quelli in uso nei centri commerciali.

Caute le associazioni

Da qui la massima cautela da parte delle associazioni a tutela dei consumatori: «Essere iscritti al registro delle opposizioni al momento non basta a sfuggire a certi meccanismi infernali di telemarketing – spiega Umberto Dolci, presidente di Federconsumatori Bergamo -. Molte società specializzate hanno aggirato i paletti del registro senza problemi: a volte è sufficiente una firma di troppo nella fase di rilascio di una tessera al supermercato per finire nell’elenco dei tartassati telefonici. Sia chiaro, non è una guerra contro le persone che fanno questo lavoro, ma contro chi si approfitta di certe situazioni, come nei casi degli anziani».

Il rischio truffe è infatti sempre dietro l’angolo: «Davanti a promoter aggressivi a volte è difficile difendersi, ma bisogna sempre prestare la massima attenzione a proposte di acquisto allettanti o a promesse di sconti, – avverte Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Speriamo che il nuovo regolamento metta uno stop definitivo a queste situazioni, ma non sarà facile, perché spesso sia ha a che fare con società sempre un passo avanti rispetto alle normative: penso ad esempio ai rimborsi per le bollette a 28 giorni, che stanno arrivando con difficoltà e solo a chi ne ha fatto esplicita richiesta».

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