Torre dei Caduti, via al restauro: saranno ripuliti gli esterni. Pronta entro fine anno

Opere pubbliche Sospese le visite da questa settimana, dalla prossima i lavori pianificati dal Comune di Bergamo per rimetterla a nuovo. L’assessore Brembilla: «Lavori conclusi entro il 2022». Il progetto: risanamento delle superfici esterne.

Da questa settimana la Torre dei Caduti è chiusa al pubblico, per consentire i lavori di pulizia e sistemazione delle facciate. È infatti imminente - si parte la prossima settimana - l’inizio dei lavori pianificati dal Comune di Bergamo per rimettere a nuovo infatti la torre che svetta sopra piazza Vittorio Veneto.

«Definito con la Soprintendenza il miglior intervento possibile, e prevediamo di concludere i lavori nell’arco del 2022, in tempo per l’inizio del nostro anno della cultura. Mia ambizione è quella di restituire la torre alla città entro il prossimo 4 novembre»

«La Torre dei Caduti di Bergamo – commenta l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Brembilla – rappresenta lo slancio verso l’alto del centro piacentiniano di Bergamo, un tentativo di ricreare il movimento frastagliato dello skyline di Città Alta anche nella parte bassa della città. La Torre ha bisogno ora di un attento lavoro di pulitura, visto che – soprattutto al di sotto dell’orologio – il tempo e gli agenti atmosferici hanno determinato una grande macchia che va necessariamente rimossa. L’intervento che stiamo per avviare, del valore di 150mila euro, va in questa direzione: abbiamo definito con la Soprintendenza il miglior intervento possibile, e prevediamo di concludere i lavori nell’arco del 2022, in tempo per l’inizio del nostro anno della cultura. Mia ambizione è quella di restituire la torre alla città entro il prossimo 4 novembre».

Il progetto

Il progetto di intervento in oggetto consiste nel restauro e nel risanamento conservativo delle superfici esterne di pregio della Torre, superfici che si presentano degradate e deteriorate nella parte superficiale dal tempo e dagli agenti atmosferici. Le opere che si intendono eseguire consistono nel restauro conservativo delle sole superfici esterne in pietra, con la pulitura, la rimozione di depositi superficiali e croste, applicazione biocida per l’eliminazione di eventuale presenza di organismi naturali. Murature perimetrali in pietra delle cave di Bagnatica, conci parallelepipedi e a tutta squadra, lavorati a «crespone», decorazioni esterne in ceppo di Brembate, e altre in pietra artificiali, balaustre in marmo di Zandobbio, finestrone centrale caratterizzato da differenti e pregiati marmi, definiscono e rappresentano tutti la particolarità e la ricchezza architettonica e stilistica della Torre.

La storia

La Torre dei caduti viene realizzata negli anni Venti del Novecento nel centro vitale di Bergamo bassa, in un’area contrassegnata da secolari presenze quali l’Ospedale di San Marco e la Fiera; un’area prescelta, dall’Unità d’Italia in poi, ad accogliere le sedi dell’amministrazione locale e statale nonché delle istituzioni e degli enti operanti nel settore economico-finanziario.

Situata dopo l’accesso monumentale di Porta Nuova di fronte al profilo dell’abitato sul colle, l’area, in seguito a queste decisive trasformazioni, viene percepita dalle autorità locali, dalla cittadinanza e dai turisti non solo quale via d’accesso a Città Alta, ma soprattutto quale «centro cittadino» dove esplicare servizi e funzioni, trascorrere il tempo libero, svolgere iniziative di protesta e di celebrazione. Alle origini del ripensamento dell’area è la crisi irreversibile della Fiera, a partire dalla metà degli anni quaranta dell’Ottocento, crisi legata a una concomitanza di fattori produttivi, commerciali e sanitari. Dopo l’Unità nazionale prende corpo un vivo dibattito sulla destinazione d’uso del fabbricato e degli spazi: l’amministrazione e i cittadini si dividono tra l’ipotesi di una rinnovata gestione e l’abbattimento definitivo quale conseguenza delle mutate esigenze commerciali e urbanistiche.

Il piano regolatore del 1889 prevede la trasformazione del complesso «per causa di igiene e di vantaggio pubblico», aprendo la strada alla decisione del 1906 di bandire un concorso nazionale per la ridefinizione dello spazio occupato dalla Fiera e delle immediate adiacenze. Degli undici progetti anonimi presentati, nessuno secondo la commissione propone la soluzione idonea al problema prospettico e artistico alla base del concorso. Il 4 febbraio 1907, mentre sono ancora vive le polemiche in città per il mancato esito del primo concorso, il Comune di Bergamo ne bandisce un secondo.

Tra i ventisette concorrenti, provenienti da tutta l’Italia, la commissione giudicatrice seleziona quattro progetti per il secondo grado. Il 22 aprile 1908 viene dichiarato vincitore Panorama di Marcello Piacentini e Giuseppe Quaroni, che rispetta la bipartizione dell’impianto ottocentesco della piazza, tra l’antica Strada Ferdinandea e il porticato che si affaccia sul Sentierone, e propone per le nuove costruzioni linee architettoniche e altezze pensate per non turbare la visione panoramica di Città Alta. Nel 1911 il progetto entra in fase esecutiva con alcune varianti, volte a recuperare l’impianto planimetrico già adottato dal Comune nel 1889. L’opera congiunta di Piacentini con noti ingegneri e architetti operanti a Bergamo, Luigi Angelini, Ernesto Suardo e Giovanni Muzio, porta a termine i lavori tra il 1912 e il 1927.

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