Torre dei Caduti, il restauro mette il turbo. Cantiere completato entro il 4 novembre

Palafrizzoni La Giunta ha approvato i lavori per un importo di 150mila euro: si tratta di ripulire e recuperare le facciate del monumento che risale ai primi del Novecento

Quella macchia d’olio nero che sembra colare in testa alla scultura bronzea dell’Italia vittoriosa sarebbe proprio una sbavatura, con il Centro piacentiniano che si fa bello e l’appuntamento di Bergamo Capitale della cultura 2023 che si avvicina. Ecco che allora l’assessorato ai Lavori pubblici di Marco Brembilla metterà il turbo per affidare il restauro della Torre dei Caduti, un lavoro di pulitura del monumento simbolo della città bassa dei primi del Novecento. L’obiettivo è inaugurare la Torre per il 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e Giornata delle forze armate, quando proprio ai suoi piedi, vengono deposte le corone d’alloro in memoria dei caduti.

Un intervento da 150mila euro

Il progetto esecutivo è stato approvato dalla Giunta la scorsa settimana, un cantiere da 150mila euro che sarà affidato nelle prossime settimane: «È un intervento importante – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla -. La facciata, che dà proprio sul viale principale, è molto sporca, probabilmente è percolato dell’olio dall’orologio e la macchia è ormai molto è evidente. Facciamo quindi pulizia, un intervento che era già preventivato ma su cui abbiamo accelerato, in vista della Capitale della Cultura 2023».

«I lavori erano programmati, ma acceleriamo in vista della Capitale della Cultura 2023»

Il progetto, concordato con la Soprintendenza, consiste nel restauro e risanamento conservativo delle superfici esterne, «di grande pregio, che si presentano degradate e deteriorate nella parte superficiale dal tempo e dagli agenti atmosferici» spiegano i tecnici nella relazione. Si lavorerà quindi sugli esterni, con la pulitura, la rimozione di depositi superficiali e croste e l’applicazione di biocida per l’eliminazione di eventuale presenza di organismi naturali.

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