Tre anni senza don Fausto, Messa e concerto per ricordarlo

L’omaggio. Il 23 marzo, anniversario della scomparsa, verrà celebrata una Messa al Patronato a Sorisole. Il 25 un concerto «speciale» alla Casa del Giovane.

Il prossimo 23 marzo saranno trascorsi tre anni dalla scomparsa di don Fausto Resmini, tre anni in cui non si è smesso di ricordarlo con le sue stesse parole: «A te Signore che hai preso la mia vita, e ne hai fatto molto di più, la mia totale riconoscenza». Per rendergli nuovamente omaggio, proprio in occasione dell’anniversario della scomparsa, al Patronato San Vincenzo di Sorisole, alle 20.30, sarà celebrata una Messa in suo suffragio: di fronte al vicario generale monsignor Davide Pelucchi, non mancheranno i «suoi» ragazzi, ma anche sacerdoti, volontari, operatori della comunità e quanti gli hanno voluto bene». «Sarà una Messa in suo ricordo – dice don Dario Acquaroli, direttore del Patronato San Vincenzo di Sorisole –, un ringraziamento e una preghiera per lui».

Sabato 25 al Teatro della Casa del Giovane (alle 21) si terrà invece un evento per ricordare il sacerdote in modo diverso. «Nei primi due anni – spiega ancora don Dario – abbiamo proposto momenti di ricordo vivo. Per questo terzo anniversario, nell’anno in cui Bergamo e Brescia sono Capitale della cultura, proponiamo un’occasione di condivisione per soffermarci a riflettere, ponendo al centro fiducia e speranza». La serata sarà accompagnata dalla musica «speciale»: quella proveniente dagli strumenti realizzati nell’ambito del progetto Metamorfosi della Fondazione Casa dello spirito e delle arti (fondata da Arnoldo Mosca Mondadori e Marisa Baldoni) dai detenuti del carcere di Opera. Anche il legno è speciale: nel laboratorio di falegnameria e liuteria viene infatti riutilizzato quello dei barconi che hanno trasportato persone migranti. Nascono così, oltre agli strumenti musicali, presepi, croci e corone del Rosario. «Siamo venuti a conoscenza di questa realtà e, grazie alla collaborazione con il conservatorio di Bergamo, diretto da Emanuele Beschi – aggiunge don Acquaroli – saranno gli studenti a suonare il quartetto di archi che ci viene “prestato”. Oltre alla musica saranno letti alcuni testi per raccontare don Fausto e il suo modo di stare vicino agli ultimi. Con la sua presenza in carcere lui sosteneva la speranza dei detenuti che se incontra la fiducia, può davvero diventare un nuovo inizio».

Nel segno dello spirito di don Fausto – continua il direttore della comunità di Sorisole – in questi tre anni sono stati portati avanti e avviati tanti progetti, con l’attenzione a rispondere alle nuove emergenze educative. Don Fausto ci ha insegnato a riconoscere i bisogni e a pensare risposte adeguate, come ad esempio con i minori non accompagnati che a Sorisole accogliamo da un anno e mezzo oltre ai minori con provvedimenti del tribunale». Particolare attenzione continua ad essere dedicata al carcere - che il 19 aprile 2021 è stato intitolato proprio a don Fausto -, ai detenuti, al personale educativo e alla Polizia penitenziaria. Nuove opportunità sono offerte alle persone che stanno scontando la pena con l’attività svolta alla Cascina dell’Agro, che è stata avviata in questi ultimi due anni. «A dicembre scorso – conclude don Acquaroli – è stato riaperto il “Posto caldo”, la mensa della stazione, con l’ampliamento della nostra presenza educativa serale».

«La scomparsa di don Fausto e quella precedente di don Roberto Pennati sono state gravi perdite per tutti noi, difficili da accettare – dice don Davide Rota, direttore del Patronato –. In qualche modo però è come se avessimo trovato nuove energie, spinti dal loro esempio. Come sacerdoti del Patronato siamo rimasti in pochi, ma questo ha aumentato la nostra responsabilità, pur diminuendo le forze. Sento che don Fausto e don Roberto ci stanno aiutando ad andare avanti ed illuminando, ci guardano ed accompagnano. Li sentiamo vicini».

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