Turismo, boom di Ferragosto: laghi e montagna sold out, in città uno su due è straniero

LE PRESENZE. Anche nella nostra provincia il weekend sarà da tutto esaurito. Ma se le mete fuori porta attirano visitatori nostrani, nel capoluogo arrivi al 50% dall’estero. Capozzi: «Agosto in crescita per la prima volta dal 2019».

È iniziato il fine settimana che ci porterà diritto alla vigilia di Ferragosto e mentre i bergamaschi partono per le ferie, la città e le località di villeggiatura si riempiono di turisti. Lo dicono le stime di Ascom Confcommercio che raccogliendo i dati di albergatori e ristoratori della provincia, parlano di un periodo da tutto esaurito quasi ovunque, sia nelle strutture ricettive che nei pubblici esercizi.

La ristorazione

Sul fronte della ristorazione è interessante vedere come fuori dai confini della città di Bergamo la clientela che sta affollando i locali sia perlopiù italiana. La quota di clienti stranieri nelle valli e sui laghi si attesta infatti intorno a un risicato 5%. Cambia tutto in città, dove invece la clientela pare dividersi equamente tra turisti italiani e stranieri. Il motivo? Probabilmente la vicinanza all’aeroporto e quell’attrattività che il capoluogo ha saputo ritagliarsi negli ultimi anni e particolarmente oggi con il «plus» della Capitale della Cultura. Mete di un turismo più di prossimità (fatto anche da tanti bergamaschi in gita fuori porta), il turismo delle località di provincia attira più visitatori nostrani.

Per il pranzo di Ferragosto, meglio prenotare in fretta: gli indecisi rischiano infatti di restare a stomaco vuoto, soprattutto nelle valli e sui laghi. Qualche disponibilità in più è rimasta in città, dove non è marginale il ruolo dei fast food che hanno aperto di recente anche in Città Alta. Locali pieni nonostante le polemiche sull’aumento dei prezzi che negli ultimi giorni hanno guadagnato la ribalta delle cronache: «Sono aumentati, è vero, ma sono cresciuti in maniera esponenziale anche i costi per gli esercenti – puntualizza Petronilla Frosio, presidente dei ristoratori di Ascom Confcommercio –. È ancora molto difficile trovare personale, tantopiù se specializzato. E trattenerlo sta diventando costosissimo. Detto ciò, è normale che in questo periodo i locali siano pieni, ma per sopravvivere dovrebbero esserlo tutto l’anno. Oggi i ristoranti a conduzione familiare stanno ancora reggendo, ma tra 4-5 anni tanti di loro rischiano di scomparire. C’è da un modello da ripensare e soprattutto ci si deve rendere conto che il “bello” e il “buono” non possono essere alla portata di tutti».

In città i ristoranti stanno lavorando pressoché a ciclo continuo da parecchio tempo. Lo conferma Alessandro Rodeschini, portavoce dei ristoratori di Confesercenti: «Il lavoro va bene – dice –. Sono tornati anche i turisti stranieri, quelli più interessati alla visita della città. Mi riferisco soprattutto agli americani che quando arrivano a Bergamo, vogliono scoprirla davvero, molto più degli europei». E c’è poi la sorpresa di clienti che definire turisti è forse esagerato: «Sarà l’effetto della Capitale – prosegue Rodeschini –, ma ospitiamo quest’anno molti bresciani e questo è un fatto positivo, oltre che inedito. Speriamo che anche i bergamaschi facciano altrettanto a Brescia». Unica nota negativa la mancanza degli stranieri fuori città: «È un peccato, perché anche nelle valli c’è molto da visitare – conclude Rodeschini –. Mi auguro che anche la provincia possa contare presto anche su una presenza più alta di stranieri; a volte ci si ritrova con Città Alta intasata di visitatori, che a causa della calca non riescono a godersi appieno il centro storico, mentre ci sono tante altre bellezze da scoprire».

Chi in Bergamasca sceglie di soggiornare almeno una notte, lo fa in questo periodo soprattutto al lago o in montagna, dove nei primi 15 giorni di agosto tutte, o quasi, le strutture ricettive hanno fatto registrare un sold out prenotato anche con un certo anticipo. Per la seconda metà del mese, le prenotazioni si ricevono più a ridosso della vacanza, anche con un occhio al meteo. In città gli alberghi non sono esauriti, ma si conferma una tendenza che si è già vista nel 2019 e poi ancora nel 2022: «Agosto non è mai stato un mese di grande lavoro – racconta Alessandro Capozzi, presidente degli albergatori dell’Ascom –. Da qualche tempo la percentuale di riempimento delle camere si è alzata parecchio e con prezzi più contenuti rispetto a mesi giugno e luglio, che per noi sono i mesi più intensi. È una bella sorpresa, ma servirà aspettare il 2024 per capire se davvero il trend sarà confermato: l’anno scorso è stato l’anno della definitiva ripartenza, quest’anno Bergamo è Capitale della Cultura; non sono anni “normali”. Intanto stiamo ricevendo prenotazioni per settembre e ottobre». E, chiuso il sipario sul Ferragosto, anche questo è un altro gran bel segnale.

L’indotto turistico vale 224 milioni

Intanto «Sociometrica», società di consulenza, ha tracciato delle stime mettendo a punto – rielaborando dati dell’Istat – il report «La ricchezza dei Comuni turistici». Hotel, bed and breakfast, case vacanze, affitti brevi. Ristoranti, bar, gelaterie. E poi, ancora: la cultura e l’intrattenimento, i musei e lo shopping, gli eventi e le attrazioni, ma pure i trasporti. Sommando una voce con l’altra, il conto si espande fino a diventare consistente. Molto consistente: 224 milioni di euro. Tanto vale (più precisamente: 224.627.307 euro) il turismo nella città di Bergamo, tra spese dirette e indotto. La cifra vale alla città l’85° posto in Italia, precedendo addirittura un’isola come Ischia.

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