Visite e interventi, tagli alle attese: «Tac e Rmn, oltre cento al mese»

Il piano di recupero L’aumento al «Papa Giovanni» e alla Bergamo Est con le aperture aggiuntive Pezzoli: puntiamo a 700 operazioni in più nel 2022. Imbrogno: numeri destinati a crescere.

Gli sforzi organizzativi sono notevoli, l’impegno di personale medico, infermieristico, tecnico e amministrativo altrettanto, ma i primi numeri sono positivi: la riduzione delle liste d’attesa per prestazioni ambulatoriali, visite specialistiche e interventi chirurgici ora sembra più a portata di mano. «L’impegno è su più fronti, il programma indicato dalla Regione Lombardia e gli obiettivi nazionali sulle liste d’attesa sono ambiziosi, ma ce la stiamo mettendo tutta – rimarca Fabio Pezzoli, direttore sanitario dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo –. Già prima della quarta ondata di contagi eravamo arrivati a risultati molto soddisfacenti, recuperando parecchi arretrati, poi la recrudescenza del Covid ci ha rallentato. Ma puntiamo a chiudere l’anno con cifre di tutto rispetto».

«Da marzo vengono effettuate 6 sedute operatorie in più a settimana, ovvero 20 interventi chirurgici in più: al 30 giugno arriveremo certamente a farne 300 in più e altre 400 contiamo di raggiungerle entro fine anno»

Che, specifica Pezzoli, per esempio per gli interventi chirurgici significa almeno 700 in più rispetto al 2019, epoca prepandemica, «visto che il nostro aumento delle sedute operatorie è studiato per arrivare al 110% rispetto a tre anni fa, con un incremento del 10% dei risultati di quei tempi, come da indicazioni della Regione». Il che significa, continua il direttore sanitario, che «da marzo vengono effettuate 6 sedute operatorie in più a settimana, ovvero 20 interventi chirurgici in più: al 30 giugno arriveremo certamente a farne 300 in più e altre 400 contiamo di raggiungerle entro fine anno. Salvo intoppi: va calcolato che ora si entra in un periodo di ferie, sacrosante, per il personale, e che tutte le prestazioni aggiuntive vengono pagate extra stipendio e non è detto che tutti siano disposti a sobbarcarsi altro lavoro. E c’è l’incognita Covid: in caso di pesanti risalite dei contagi dovremo rallentare di nuovo. Ma siamo ottimisti».

Il gradimento degli utenti

La Regione Lombardia, solo per l’Asst Papa Giovanni, nel programma delle prestazioni aggiuntive e per il recupero delle attese, ha stanziato un milione e 800 mila euro per attività ambulatoriali e di sala operatoria. «Infatti non c’è solo l’incremento di sedute di sala operatoria – continua Pezzoli – ma è partito il programma con le aperture serali, prefestive e festive per le prestazioni diagnostiche di Radiologia e Neuroradiologia: a maggio abbiamo effettuato 36 Tac al mese in più con le aperture domenicali (dalle 8 alle 11), 49 in più con le aperture serali e 32 Rmn, risonanze magnetiche, in più, con la Neuroradiologia, con le aperture del sabato, per un totale di 117 prestazioni. Oltre a 20 mammografie in un mese con gli screening a San Giovanni Bianco. Certamente per molti utenti queste occasioni di prestazioni in orari extra sono più comode e riscuotono consensi, vedremo più avanti se questo gradimento coinciderà anche con l’abbattimento delle richieste. Molte le specialità coinvolte in questo programma di recupero delle attese: in primo luogo per l’area oncologica abbiamo la Senologia, l’Urologia e la Chirurgia plastica, e per quest’ultima le richieste sono elevate perché centro di riferimento provinciale; in generale comunque per le sedute operatorie in più sono coinvolte tutte le specialità».

«Confronti costanti con tutti gli specialisti interessati per garantire l’erogazione delle prestazioni entro i tempi previsti dal ministero della Salute: puntiamo a una ottimizzazione sempre più puntuale»

Intanto, per le prestazioni ambulatoriali con le modalità festive, prefestive e serali sono state erogate appunto 117 prestazioni; l’offerta, al momento, non è attiva solo per le priorità U (da eseguire entro 72 ore) «per cui l’Asst fornisce già una buona risposta in termini di tempi di attesa», ma anche alle priorità B (da eseguire entro 10 giorni) e D (prestazione da eseguire entro 30 giorni per le visite ed entro 60 giorni per gli accertamenti specialistici). Il piano regionale per le liste di attesa prevede il raggiungimento di un target pari al 90% delle prestazioni erogate nei tempi previsti dalla priorità in ricetta. Per le priorità U l’obiettivo è raggiunto, si sottolinea dall’Asst Papa Giovanni, e si lavora per migliorare i tempi di attesa delle altre priorità. Inoltre, aggiunge Pezzoli, per tutti gli interventi chirurgici, «sono stati avviati confronti costanti con tutti gli specialisti interessati per garantire l’erogazione delle prestazioni entro i tempi previsti dal ministero della Salute: puntiamo a una ottimizzazione sempre più puntuale».

Il nodo del personale

La riduzione dei tempi d’attesa è una assoluta priorità anche per l’Asst Bergamo Est, specifica il direttore sanitario Pietro Imbrogno: già dal 2021, con la fase di ripresa dal lockdown più duro, erano state riavviate tutte le specialità ambulatoriali attive prima della pandemia, per alcune ci sono stati ampliamenti delle fasce di attività. Nella quarta ondata «la riduzione dell’attività ambulatoriale è stata limitata alle situazioni in cui è stato necessario recuperare risorse da impiegare nelle aree con maggiore priorità di assistenza – sottolinea Imbrogno –. In ogni caso, per gli screening oncologici si è recuperata la produttività prepandemica, ed è stato recuperato quasi il 95% delle visite e delle prestazioni sospese a causa della pandemia».

«Grazie alla richiesta di disponibilità aggiuntiva di professionisti dipendenti si stima a oggi che si possano quantificare circa 300 ore di attività in più al mese su tutta l’Asst Bergamo Est»

Ora anche l’Asst Bergamo Est è impegnata nel progetto lanciato dalla Regione per il recupero dei tempi di attesa: da maggio, con sessioni aggiuntive di diagnostica (Tac, risonanze magnetiche e mammografie) sono state offerte in un solo mese «più di 110 prestazioni aggiuntive, dato destinato ad incrementarsi. Un impegno organizzativo importante, la Regione ha infatti stanziato risorse che permetteranno di incentivare il nostro personale che si renda disponibile in questi orari aggiuntivi, ma anche per potenziare il servizio tramite professionisti esterni, o a tempo determinato – sottolinea Imbrogno – .È stato predisposto un piano che vede l’incremento di attività per le specialità che risultano maggiormente critiche; grazie alla richiesta di disponibilità aggiuntiva di professionisti dipendenti si stima a oggi che si possano quantificare circa 300 ore di attività in più al mese su tutta l’Asst Bergamo Est, in particolare per prime visite e diagnostica, e 150 ore aggiuntive per la sala operatoria».

Contagi e ricoveri

In particolare, per l’area oncologica, sono state rimodulate le ore di sala operatoria, dando priorità a questa attività «con buoni risultati: ad aprile, per esempio, l’80% degli interventi chirurgici in classe A sono stati eseguiti entro 30 giorni, e il trend è in continuo miglioramento». Non si nasconde, aggiunge Imbrogno, la difficoltà nel reclutamento delle risorse umane: la necessità di utilizzare il personale per l’emergenza Covid ha infatti inciso anche nell’organizzazione delle strutture ambulatoriali e delle sale operatorie: «La criticità è legata all’utilizzo di posti letto di ricovero e cura dedicati ai pazienti Covid, stravolgendo l’organizzazione in termini di modelli, spazi e personale. Ricoveri che ancora sono in essere. Non dimentichiamolo».

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