A spasso per «sità ólta» e il Sentierone con una musica d’arte

SERIATE. Applausi al teatro Gavazzeni per la prima della composizione «Bèrghem» di Marco Gotti, eseguito dalla JW Orchestra con il brillante commento del Bepi. Un percorso sonoro originale capace di descrivere i luoghi più caratteristici di Bergamo.

Come tradurre in musica una passeggiata per la città di Bergamo? Questa la domanda che si è posta la JW Orchestra e il risultato si è potuto ascoltare il 16 febbraio nello spettacolo «Bèrghem», eseguito in prima assoluta nella cornice del teatro Gavazzeni di Seriate per la rassegna «Metti un venerdì sera al Teatro Gavazzeni». Una passeggiata tra «i borgh» e «sità ólta» come tante, di quelle che i bergamaschi sono soliti fare la domenica pomeriggio e, in questo caso, l’uso di termini dialettali è d’obbligo.

Il Bepi come guida

Ospite d’onore della serata è stato infatti Tiziano Incani, in arte il Bepi, musicista, scrittore e personaggio televisivo che ha fatto del dialetto e della storia della nostra provincia uno dei suoi cavalli di battaglia. Ha avuto così inizio un emozionante viaggio in bilico tra il narrativo e il musicale, in cui l’intera sala si è trovata a percorrere una trafficata via Roma, rappresentata da ritmi incalzanti e fiati impegnati in note squillanti e brevi, per poi imboccare il Sentierone, in cui i ritmi sono rimasti alti ma con una messa in musica più mite.

Le tappe cittadine

Si è saliti poi in Piazza Vecchia, con un crescendo musicale di altissimo livello rappresentante l’ascesa verso la città alta, per poi rimirare la cattedrale di Sant’Alessandro in un connubio tra note gravi di tromboni e giri di contrabbasso a rappresentare la maestosità dello storico edificio. Da qui, una ridiscesa in città costeggiando le Mura e lambendo la Fara arrivando poi alla lussuosa via XX settembre e alla destinazione finale del viaggio, viale Giulio Cesare. Tutto questo in un continuo dinamismo di ritmi e tonalità. «Io la chiamo musica d’arte» così ha commentato sul palco il suo approccio musicale Marco Gotti, compositore, sassofonista e direttore della JW Orchestra, associazione culturale da lui fondata nel 1994 con l’intento di divulgare musica creativa attraverso concerti dal vivo, Jazz Workshop e laboratori.

Applausi e «inno»

Come in ogni passeggiata che si rispetti, la chiacchierata è d’obbligo. Così, negli intermezzi tra un pezzo e l’altro, il Bepi si è prodigato nel raccontare ai suoi compagni di viaggio aneddoti storici che hanno spaziato dalla costruzione delle mura al ritrovamento della salma del condottiero Bartolomeo Colleoni, inserendo anche qualche racconto personale d’infanzia legato alle emozioni vissute in occasione della prima partita vista allo stadio, alle piacevoli passeggiate in Piazza Vecchia e alla paura nel consegnare la famosa «letterina» a Santa Lucia nella chiesa della Madonna dello Spasimo in via XX Settembre. Il tutto mantenendo sempre uno stile semplice, spigliato e ironico che ha conquistato il pubblico. In chiusura, tra applausi e richieste di encore dalla platea, la JW orchestra si è convinta a concludere l’esibizione con un riarrangiamento jazz dell’iconico brano «Nóter de Bèrghem». Un gran finale preceduto da un ulteriore intermezzo leggero di Incani sulla visione della musica nella nostra provincia e sulla poca considerazione dei musicisti nostrani. Nota non stonata in una serata in cui l’ispirazione bergamasca si è espressa con talento e inventiva.

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