Addio ad Arnaldo Pomodoro, forgiò
l’equilibrio tra la poesia e il metallo

IL LUTTO. Lo scultore romagnolo si è spento a 98 anni lasciando un patrimonio vivo di opere nel mondo. In via Tasso a Bergamo si può ammirare il suo «Giroscopio». Nel 1962 a Lovere, nell’allora Italsider, realizzò «La Colonna del viaggiatore».

La perfezione della sfera rivelata nella sua fragilità, la forza nuda del metallo piegata in una eterna e immota propulsione, forme di raro magnetismo che catturano e affascinano ovunque, a Roma, a New York e anche a Bergamo. È l’arte scultorea di Arnaldo Pomodoro, artista romagnolo di fama internazionale, che si è spento domenica sera, alla vigilia dei 99 anni, nella sua abitazione a Milano.

A Bergamo in via Tasso

In città la sua scultura di bronzo e ferro «Il Giroscopio» troneggia nel cortile neoclassico di Palazzo Zanchi (ex Palazzo Mazzola) in via Tasso ed è viva testimonianza della sua concezione artistica, materica e geometrica insieme. Commissionata nel 1986 dall’imprenditore bergamasco Camillo Cefis, «Il Giroscopio» è un esempio di scultura ambientale: gira su se stessa mantenendo fisso l’asse di rotazione. Il suo legame con Bergamo fu assai significativo per la sua evoluzione artistica. A Lovere infatti, alla sede dell’allora Italsider (qui si fondevano le ruote dei treni e le eliche delle navi da crociera) venne forgiata tra il 1965 e il 1966 «La Colonna del viaggiatore», la sua prima opera volumetrica in ferro, dal 2021 in comodato all’Ambasciata d’Italia nella Santa Sede di Roma. Nel 1976 gli valse uno dei sei Premi internazionali di scultura del Carnegie Institute di Pittsburgh.

La metafisica delle sue opere

Nella nostra città, così come in ogni altro sito siano state collocate, le sue opere parlano di un mondo metafisico, scardinato dall’interno e poi ricomposto, riportato a un ordine nuovo che abbina la poesia al metallo. Le sue produzioni avveniristiche si possono ammirare oggi a Lampedusa, Sorrento, Rimini, Genova, Roma, Milano, Torino, Tivoli, Belluno, San Giovanni Rotondo (nella basilica di Padre Pio di Renzo Piano) Copenaghen, Brisbane, Dublino (nel Trinity College), Los Angeles, oltre a figurare al Mills College in California, nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani e nei maggiori musei mondiali. Nel piazzale della sede dell’Onu a New York, tra l’East River e l’ingresso del Palazzo di Vetro, dal 1996 (fu donata dal Governo italiano) ha trovato collocazione «Sfera con sfera». Una sfera di bronzo caratterizzata da tagli profondi che lasciano intravedere un ingranaggio.

«Un artista visionario»

A diffondere la notizia della morte è stata la Fondazione che porta il suo nome. «Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell’arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un’eredità immensa», lo ha ricordato così la direttrice generale della Fondazione Carlotta Montebello.

La Fondazione Pomodoro

Nel 1996 la Fondazione Arnaldo Pomodoro ha preso vita per diventare un laboratorio culturale oltre che archivio. Per il futuro, «la Fondazione, nata da questa visione e forte della direzione tracciata da Arnaldo Pomodoro nel corso di trent’anni, continuerà ad operare secondo la volontà del fondatore, garantendo la conservazione e la valorizzazione della sua opera, impegnandosi a diffondere il proprio patrimonio materiale e immateriale attraverso la realizzazione di mostre, eventi e iniziative in uno spazio inventivo, quasi sperimentale, di studio e confronto sui temi dell’arte e della scultura, che mira a un coinvolgimento, profondo e globale, con le persone e la società. Mancherai a tutti noi Arnaldo e faremo tesoro dei tuoi insegnamenti», ha evidenziato la direttrice generale Carlotta Montebello.

Nato il 23 giugno 1926 a Morciano di Romagna, nella provincia di Rimini, Pomodoro aveva intrapreso prima la scuola di geometra e successivamente aveva avuto esperienze come scenografo e orafo. Era fratello maggiore di Giorgio Giò Pomodoro, anche lui scultore (scomparso nel 2002). Lo stile di Arnaldo Pomodoro era un marchio distintivo delle sue produzioni: sculture geometriche, soprattutto in bronzo, caratterizzate da superfici levigate che cedono e scricchiolano rivelando tensione e dinamismo interiore. Roma ha omaggiato l’artista ospitando due opere pubbliche di forte suggestione. «Obelisco Novecento» è una scultura monumentale in bronzo che si ammira nelle vicinanze del Palazzo dello Sport all’Eur. Un’altra opera significativa è la «Sfera in bronzo» nel piazzale della Farnesina, sede del ministero degli Affari Esteri. Nota come «La palla di Pomodoro», manifesta la tipica frattura della superficie sferica attraverso cui si rivelano meccanismi nascosti. Un esempio perfetto tra armonia esterna e complessità interna.

Importante anche il suo contributo come scenografo teatrale, le sue interpretazioni dello spazio scenico hanno sempre sfidato i limiti tecnici per produrre soluzioni estetiche di grande impatto. Una ricerca culminata nella creazione del «Labirinto» a Milano, in via Solari, sintesi della sua idea d’arte.

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