Addio a Roby Matano, pioniere dei talent scout: scoprì la voce di Battisti

IL LUTTO. Cantante e produttore discografico (anche di Paoli e Pappalardo), viveva a Romano di Lombardia.

Il mondo della musica piange Roberto Matano, per tutti Roby, scomparso nella serata di martedì 28 novembre all’età di 89 anni all’ospedale di Romano di Lombardia per una complicazione a una malattia polmonare (la data del funerale non è stata ancora fissata). Cantante e soprattutto produttore discografico originario di Cisterna, provincia di Latina, ma trapiantato a Bergamo da tanti anni e residente a Romano di Lombardia, Matano è stato il produttore di diversi artisti, tra cui Adriano Pappalardo e Gino Paoli, ed è stato il pioniere dei moderni talent scout. Fu infatti lui a scoprire Lucio Battisti e a lanciarlo nell’olimpo dei cantautori nazional-popolari dopo averlo accolto nella sua band dei Campioni dove Battisti entrò come chitarrista (in sostituzione di Bruno De Filippi). Ma non solo: Matano è stato anche il suo mentore in chiave artistica, insegnando prima a Lucio a stare in mezzo al pubblico e poi a comporre per lui. Fu allora che nacque il sodalizio artistico Matano-Battisti, che portò a decine di canzoni scritte a quattro mani e che, di fatto, lanciarono il cantante nelle classifiche di ieri e di oggi. Canzoni come «Era» o «Se rimani», con Matano nei panni di ghost writer, che ha dato il nome al singolo d’esordio dei Dik Dik di Montalbetti.

Da Paoli a Celentano e Tenco

Negli anni Ottanta rimase sempre a fianco di Battisti come consulente contrattuale, oltre a proseguire la carriera musicale militando nei Campioni con cui incide decine di dischi ed effettua diverse tournée italiane ed estere. Carriera da cantante a parte, negli anni Novanta Matano prende in mano le redini della casa discografica di Gino Paoli «Senza Fine» e negli ultimi anni diventa consulente della Saar, casa discografica milanese che ha annoverato nelle sua fila, tra gli altri, Luigi Tenco, Adriano Celentano e Tony Dallara, il cantante che nel 1958 sostituì come leader dei Campioni. Oltre a essere sempre stato in prima linea nella promozione di festival musicali, negli anni Matano non ha mai perso il fiuto per i talenti emergenti e anche in terra bergamasca ha scoperto diversi giovani a cominciare da Riki Anelli, cantautore di Misano Gera d’Adda a capo dello studio di registrazione «Musica per il cervello» di Caravaggio, gestito non a caso insieme al figlio di Matano, Francesco, anche lui produttore discografico.

Una vita per la musica

Quella di Roby Matano è stata di fatto una vita spesa per la musica ma anche per le parole: nel 2011 ha infatti pubblicato con l’amico bergamasco Richard Milella il libro «Speriamo bene… Lucio» sulla storia degli inizi del sodalizio artistico tra Matano e un Battisti ancora sconosciuto al pubblico. Nelle pagine ansie, speranze, aspettative di un ragazzo alle prese con la gavetta e le incertezze di una vita artistica ancora in salita, ma già illuminata da un grande estro musicale. Roby era anche molto amico di Renzo Arbore, Gigi Proietti e Sandro Ciotti, amici di vecchia data con cui da giovanissimo era solito passare notti intere a giocare a biliardo e a vivere in pieno la «Dolce Vita» lungo la via Veneto romana.

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