«Al cavallino bianco»: musica, balli e tante risate al Donizetti

L’operetta Domenica 27 marzo al Teatro Donizetti va in scena la spassosa e popolare commedia musicale ambientata in un hotel austriaco.

Dopo i successi di «Una notte a Venezia» e de «La vedova allegra», la Stagione di Operetta della Fondazione Teatro Donizetti si conclude domenica 27 marzo (ore 15.30) con un altro titolo molto amato dagli appassionati del genere operettistico: «Al cavallino bianco». A portarlo sul palcoscenico del Teatro Donizetti la compagnia Teatro Musica Novecento. La regia è di Alessandro Brachetti, con musiche eseguite dal vivo dall’orchestra «Cantieri d’Arte» diretta da Stefano Giaroli. Corpo di ballo «Novecento», con coreografie di Salvatore Loritto.

Cinque compositori

«Al Cavallino Bianco» è, dopo «La Vedova Allegra», la seconda operetta in Europa per popolarità e notorietà. Come tutti i grandi successi teatrali, anche quello de «Al Cavallino Bianco» ha la sua piccola storia, legata in gran parte alla curiosa singolarità che la sua musica, pur firmata generalmente da Ralph Benatzky, è in realtà dovuta a ben cinque compositori. Ed è questa particolarità che la rende così fresca, varia e gioiosa. La sua genesi è dunque singolare: intorno al 1930 stava suscitando ondate di ilarità sulle scene tedesche una spiritosa commedia nella quale si faceva un’allegra satira delle villeggiature presso i laghi d’alta montagna.

Lo spunto

Fu la schietta comicità della vicenda che suggerì a due esperti uomini di teatro berlinesi, Erich Charell e Hans Müller, di trarre spunto per una spassosa commedia musicale: una operetta-rivista, anello di congiunzione fra operetta e musical. Il 10 novembre 1930, recensendo la prima mondiale de «Al Cavallino Bianco», il Berliner Tageblatt scrisse: «Questa operetta è un abbonamento per la felicità, un uomo non può pretendere di più».

Tre matrimoni chiudono la storia: Ottilia e Bellati, Sigismondo e Claretta e Gioseffa e Leopoldo

L’operetta è ambientata in un famoso hotel presso il lago di San Wolfango, nella Regione austriaca del Salzkammergut, «Al Cavallino Bianco». Leopoldo, primo cameriere dell’hotel, ama, non corrisposto, la bella proprietaria Gioseffa. Lei è invece affascinata da un cliente italiano, l’avvocato Giorgio Bellati che, a sua volta, è innamorato di Ottilia, figlia del ricco industriale bolognese Petronio Bottazzi. Ottilia e Zanetto sono in vacanza nel Salzkammergut anche perché il padre vuole distrarsi dai problemi che gli provoca una causa pendente con un certo Cogoli, industriale di Ferrara. Gioseffa, esasperata dalla corte di Leopoldo, lo licenzia.

I tre matrimoni

Nel frattempo, Cogoli manda al «Cavallino» suo figlio Sigismondo con la speranza che egli seduca Ottilia, in modo da porre fine alla vertenza con Bottazzi; Sigismondo invece confonde Ottilia con un’altra ospite, Claretta, una ragazza poverissima con buffi difetti di pronuncia, figlia del Professor Hinzelmann, improbabile scienziato. Leopoldo, seppur licenziato, non demorde e fa in modo che l’arciduca, giunto proprio in quei giorni per una visita diplomatica, sosti per una notte al «Cavallino». Gioseffa, per ringraziamento, lo riassume e, parlando con l’arciduca, realizza quali profondi sentimenti la leghino in realtà al bistrattato Leopoldo. Tre matrimoni chiudono così la storia: Ottilia e Bellati, Sigismondo e Claretta e Gioseffa e Leopoldo, che diventa così il «padrone» del «Cavallino Bianco».Tutte le informazioni sul sito del Teatro Donizetti e ai numeri 035.4160 601/602/603.

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