Al «Cinema Samuele» parole ed emozioni avvolte nella musica

Il Concerto Domenica 31 luglio Bersani al Lazzaretto ha incantato la platea con i suoi successi: da «Giudizi universali» a «Spaccacuore», da «Coccodrilli» a «Chicco e spillo».

Al «Cinema Samuele» danno la vita raccontata dalle visioni di Bersani: un immaginario artistico fatto di sensazioni, parole, emozioni avvolte nella musica. I suoi sogni di finta celluloide sono ben capaci di farci viaggiare con la mente; la canzone è una forma pop cesellata con cura, tratteggiata da una sequenza d’immagini che nascono dal buio e attendono la luce. La luce arriva in sala prima o poi, anche quando l’intenzione della canzone è crudele, tagliente. In attesa che inizi il «film» la musica di «Nuovo Cinema Paradiso», poi l’applauso del pubblico del Lazzaretto domenica 31 luglio va a Samuele, alla maglietta «Amarcord», al suo cappellino calato all’indietro, ai musicisti che accendono la macchina pulsante di «Pixel».

L’album come un film a episodi

L’album che ispira il concerto è pensato come un film a episodi che accompagna l’ascoltatore. Il concerto parte da lì per poi allargare lo sguardo su trent’anni di carriera. Ridendo e scherzando, facendo sul serio, tanti ne son passati da quando Dalla invita quel ragazzetto sul palco a cantare «Il mostro», una canzone perfettamente ordita nei sentimenti per nascere da un giovane di pur belle speranze. In scena Bersani si ripiega sul leggio, scherza, chiama i fotografi a uno scatto adeguato, spiega che il gobbo non fa per lui, soprattutto quando la tecnologia si prende il vezzo di viaggiar per conto suo. È un cantautore che legge e si legge Samuele Bersani. Del resto le sue canzoni non sono così semplici da ricordare, procedono per sequenze, hanno una costruzione verbale qualche volta atipica.

Sul palco sfilano «Mezza bugia», «Harakiri», «L’intervista», «canzoni che non sono rassicuranti», e vengono da un «cinema» appassionato di storie. Bersani ne ha una visione secca, a tratti cruda, quando in «Occhiali rotti» descrive la fine di Enzo Baldoni, il giornalista free lance ucciso in Iraq. Canzoni così non sono frequenti nel suo

Dal passato arriva anche «Lo scrutatore non votante» così piena di attualità da lasciar basito chi oggi è chiamato alle urne

repertorio. Tra analisti logorroici e anime bruciate sviluppa il senso di «Psycho», la canzone che Morandi non ha voluto a Sanremo nel 2012. Anche Dalla la preferiva a «Un pallone» che finì all’Ariston. E se si pensa al senso anche «Replay» è un pezzo che ha guadagnato significato nel tempo. Dal passato arrivano anche «Lo scrutatore non votante» così piena di attualità da lasciar basito chi oggi è chiamato alle urne. Bersani sa anche essere un visionario, calato nella realtà.

Samuele Bersani a Bergamo, il Lazzaretto in coro canta «Spaccacuore». Video di Yuri Colleoni

Il Lazzaretto in coro canta «Spaccacuore», il desiderio più melodico di Samuele, «En e Xanax» scorre delicata e riflessiva, «Ferragosto» e «Cattiva» nascono dalla quotidiana osservazione del mondo com’è. «Il mostro» ha parole come sassi. C’entra il buon Dalla. Anche «Tu non mi basti mai» è il modo giusto per ricordare l’amico Lucio che l’ha scoperto e aiutato a essere così ben piantato nelle canzoni. Quando presenta i musicisti della band Bersani ha un’esitazione commossa e spara una lacrima sul pianista; poi il concerto volge al desio dopo due ore e mezza di pensieri e parole. All’appello non possono mancare «Coccodrilli» e «Chicco e spillo»; in fondo al bis «Giudizi universali» ricorda a tutti l’arte preziosa di quel «ragazzo» che ha scritto una delle canzoni più belle della musica italiana.

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