
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Domenica 31 Agosto 2025
Bergamo, il nuovo Bernareggi parte nella bellezza. Una festa di arte, musica, teatro e poesia
L’INAUGURAZIONE. Il Museo Diocesano aprirà il 27 settembre nell’antico Palazzo del Vescovo. Il via in Città Alta coi giovani de «Le Vie del Sacro», le bande musicali e lo spettacolo con Lucilla Giagnoni tra Dante e San Francesco.
«Il nuovo Bernareggi. Diamoci del tu»: è con questo invito che sabato 27 settembre si aprirà nel cuore di Città Alta, nell’antico Palazzo del Vescovo, la festa inaugurale del nuovo Museo Diocesano Adriano Bernareggi. Uno slogan che è tutto un programma, se è vero che il nome di un museo – in un panorama italiano e straniero che pullula di acronimi più o meno azzeccati – deve condensarne immediatamente identità, missione e unicità. Il museo sceglie dunque il nome con cui in questi anni il pubblico si è abituato a chiamarlo in omaggio al suo fondatore, l’illuminato vescovo e studioso d’arte Adriano Bernareggi, in continuità con la sua storia e con un rapporto di confidenza già consolidato.
Luogo aperto all’incontro
Del resto, il nuovo Bernareggi si propone come un museo della Diocesi, perché mette in mostra il meglio del patrimonio di arte sacra bergamasco, ma anche per la Diocesi, perché intende essere un luogo aperto all’incontro e al dialogo con il territorio, anche attraverso mostre temporanee di opere provenienti dalle parrocchie. Un luogo che racconta la storia di Bergamo e della sua Chiesa.
«Una festa vera»
«Abbiamo immaginato l’inaugurazione del nuovo Bernareggi prima di tutto come una festa – sottolinea il direttore del museo don Davide Rota Conti - Una festa vera, fatta di musica, teatro, poesia e opere d’arte. Perché la bellezza ha tanti volti e tante voci e metterle insieme ci permette di raccontare la multiforme bellezza della creazione, che è riflesso di quella del Creatore. Sarà un momento corale, gioioso; non solo per celebrare un museo che apre, ma per ribadire che questo luogo nasce per rafforzare i legami tra le generazioni e per generare stupore».
Il tema della bellezza
Anche per questo, sabato 27 al taglio del nastro mattutino alla presenza delle istituzioni e del Vescovo Monsignor Francesco Beschi, seguirà nel pomeriggio una grande festa aperta alla città nella piazza della Cattedrale, pensata come momento di forte impatto simbolico, culturale e comunitario. L’obiettivo è affermare l’identità del museo come spazio vivo, partecipato, aperto al territorio, alle comunità e alla collettività. Un museo della Diocesi per il territorio e le comunità che lo abitano. La festa aperta a tutti sarà dedicata al tema della bellezza come fonte di gioia e di speranza, in esplicito riferimento all’orizzonte del Giubileo 2025.
«La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo»
Il programma «Insieme nella bellezza» prenderà dunque avvio alle 14.30 in tre chiese di Città Alta (Sant’Agata nel Carmine, Sant’Andrea in Porta Dipinta e San Pancrazio). Ad accogliere il pubblico i giovani mediatori culturali de «Le Vie del Sacro» e, sui sagrati, i corpi musicali bandistici di Casazza, San Vittore di Gaverina Terme, Lovere e San Zenone di Curnasco di Treviolo. Alle ore 16, appuntamento in Piazza Duomo con «La bellezza infonde gioia», azione teatrale scritta appositamente per l’occasione da Lucilla Giagnoni.

«Abbiamo chiesto a Lucilla Giagnoni di creare uno spettacolo originale, pensato per l’apertura del nuovo Museo Bernareggi. Prosegue Don Davide - È nato così un testo intenso e poetico, in cui le Scritture, i testi di San Francesco d’Assisi e di Dante Alighieri si intrecciano con alcune suggestioni nate dalla contemplazione dei capolavori custoditi nel museo. È un racconto teatrale che ci accompagna dentro l’esperienza della bellezza come fonte di gioia, come spazio in cui custodire l’umanità più autentica e ritrovare il senso profondo delle cose. In Piazza, davanti alla Cattedrale e nel cuore della città, questa voce ci guiderà in un viaggio spirituale che è anche un invito ad aprirsi alla meraviglia. Un modo potente e delicato per dare inizio a una nuova storia.»
«La bellezza, come la verità, è ciò che infonde gioia al cuore degli uomini, è quel frutto prezioso che resiste al logorio del tempo, che unisce le generazioni e le fa comunicare nell’ammirazione»: le parole di Paolo VI rivolte agli artisti a conclusione del Concilio Vaticano II nel 1965 sono state fonte di ispirazione per la meditazione teatrale.
Spettacolo in piazza Duomo
In piazza Duomo, in una cavalcata veloce ed emozionante, la voce di Lucilla Giagnoni ci prenderà per mano e ci condurrà attraverso il testo sacro e le parole di Dante e di Francesco d’Assisi, in cui riconosceremo l’esperienza umana della bellezza invitando ciascuno a riconoscersi creatura creatrice che può restituire uno sguardo buono sul mondo al proprio Creatore.

A conclusione dello spettacolo, il TTB - Teatro Tascabile di Bergamo proporrà un’azione festosa ispirata alla pala di San Bernardino di Lorenzo Lotto – ospite d’eccezione insieme alla Trinità e all’«Assunzione di Maria» proveniente dalla chiesa di S. Maria Assunta a Celana - che segnerà l’apertura delle porte del nuovo museo. Per l’occasione, il TTB sarà affiancato da Silence Teatro, Circolo dei Narratori di Bergamo e Associazione Colombofila Locatelli – Gruppo di Bergamo.
«A tutti l’invito a partecipare»
Dalle ore 17, porte aperte con ingresso gratuito al museo fino a mezzanotte, con accesso in piccoli gruppi, con brevi visite guidate dai giovani de le Vie del Sacro, il progetto di Fondazione Bernareggi dedicato alla narrazione del patrimonio artistico diocesano. «A tutti, davvero a tutti - conclude il direttore del nuovo Museo - va il nostro invito a partecipare a queste giornate inaugurali. In modo speciale alle parrocchie che ci hanno affidato le loro opere, rendendo possibile questo progetto museale. Il Bernareggi non sarà solo un contenitore di bellezza: sarà uno spazio dove potremo riconoscerci parte di una storia comune, fatta di fede, di arte, di speranza. Una storia che attraversa i secoli e oggi trova una nuova narrazione, anche grazie alle opere che provengono dal territorio diocesano».
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