«Box Organi», un itinerario tra antico e moderno

Lallio, sabato 2 ottobre il concerto di Claudio Astronio: dialogherà con la tromba del jazzista Falzone.

Un accenno alla «musica da cinema» nell’ultimo appuntamento di «Box Organi. Suoni e parole d’autore» sabato 2 ottobre alle ore 21 nella parrocchiale di Lallio (ingresso libero fino a esaurimento posti con green pass e prenotazione al 388-58.63.106 oppure al 338-58.36.380). L’organista, clavicembalista e direttore d’orchestra Claudio Astronio proporrà infatti un itinerario tra antico e moderno, a partire da «Deep Water» della cantante Marianne Faithfull e da un paio di brani scritti da Philip Glass, uno dei padri del minimalismo statunitense, per la colonna sonora del film «The Hours», con Nicole Kidman, Meryl Streep e Julianne Moore.

A seguire il programma si snoderà con nonchalance tra i veneziani ardori di Andrea Gabrieli, autore di una intavolatura tastieristica del celebre madrigale di Cipriano De Rore, «Anchor che col partire», alle contrappuntistiche elaborazioni di Jan Pieterszoon Sweelinck (maestro olandese del quale cadono i 400 anni dalla scomparsa).

Alla tastiera dell’organo Bossi Urbani 1889, Astronio farà ascoltare inoltre elaborati di Samuel Scheidt, di Antonio Martín y Coll, di Girolamo Frescobaldi, di Bernardo Storace. Dopo l’arpa celtica di Enrico Euron e il sassofono di Massimiliano Milesi, questa volta a dialogare con l’organo a canne sarà la tromba del jazzista di fama internazionale Giovanni Falzone che rielaborerà i temi di composizioni appena enunciate dallo strumento a tasto. Il tradizionale spazio letterario sarà invece riservato all’intrigante racconto inedito dello scrittore veneziano, già Premio Strega, Tiziano Scarpa, nell’interpretazione dell’attrice Matilde Facheris. La settima edizione della rassegna si conclude infine all’insegna della solidarietà: le offerte libere saranno devolute in favore del Centro di primo ascolto e coinvolgimento (CPAeC) della parrocchia di Lallio. Il Centro, attivo in paese da 20 anni, è luogo di incontro, accoglienza, ascolto e presa in carico di persone che vivono situazioni di fragilità sociale, relazionale, economica e culturale rispettando, senza pregiudizi, le storie di vita incontrate, e uno strumento pastorale attraverso il quale si offre una risposta concreta a queste persone e si stimola la solidarietà e la corresponsabilità di tutta la comunità nel servizio verso il prossimo.

IL CONCERTO DI ROBERTO OLZER: DAI PINK FLOYD A GINO PAOLI IN CHIAVE JAZZ
Prendi alcune delle canzoni più famosi del Novecento, affidale ad un organista – nonché jazzista di talento - come Roberto Olzer e poi riuniscile davanti a uno strumento dalle sonorità e dalle potenzialità mirevoli come il Bossi Urbani 1889. Il risultato è un concerto decisamente sui generis, ma estremamente godibile come quello che giovedì sera è andato in scena a Lallio davanti a un folto pubblico nell’ambito della rassegna «Box Organi. Suoni e parole d’autore», ideata e diretta da Alessandro Bottelli.

Lo si potrebbe definire a tutti gli effetti un «esperimento musicale» che ha catapultato gli ascoltatori in una sorta di Sarabanda in chiave jazz all’organo: le melodie più note, dallo swing americano di Duke Ellington al cantautorato nostrano di Gino Paoli e Luigi Tenco, sono state riproposte in un flusso di improvvisazione senza mai essere snaturate. Piacevoli le suite dedicate alla canzone napoletana e alla musica leggera italiana, ma decisamente di maggiore impatto e affascinanti le proposte che hanno messo l’accento sulla parte strumentale dei brani o sulla potenza sonora, a partire dalla suite dedicata ai Pink Floyd fino ai tributi al rock dei Queen e alle classiche colonne sonore, «Giulietta e Romeo» di Nino Rota su tutte.

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