Camilla Marinoni, in mostra«Strani corpi stranieri»

L’ESPOSIZIONE. Lo Studio Vanna Casati, in via Borgo Palazzo 42 a Bergamo, ospita la nuova esposizione dell’artista Camilla Marinoni.

Bergamo

La mostra, intitolata «Strani corpi stranieri», si sta rivelando un vero successo, tanto che la sua durata è stata prorogata al 21 giugno. Le opere esposte rappresentano un’importante tappa nella carriera della scultrice bergamasca, che è tornata ad esporre nella sua città dopo un periodo di residenza artistica presso il GlogauAIR di Berlino.

Portando nella sua città natale un nuovo modo di esplorare e raccontare il corpo umano, mostrato in una prospettiva totalmente innovativa. Marinoni, nata nel 1979, propone infatti una lettura che va oltre la semplice descrizione anatomica, concentrandosi sul corpo come luogo di confine, un limite delicato che separa l’interiorità personale dal mondo esterno. Attraverso le sue opere, l’artista indaga la fragilità insita nella natura umana, evidenziando come la pelle, i tessuti e le funzioni del corpo siano costantemente esposti alla vulnerabilità dell’esistenza, ai traumi e alle malattie. Le sculture in mostra si distinguono per la loro capacità di inquietare e affascinare al tempo stesso, suggerendo una vitalità quasi organica. Le opere ricordano visceri pulsanti e protuberanze in tensione, dove unghie graffianti spiccano su materiali contrastanti quali poliestere, lino, cotone e ceramica bianca. Questa combinazione di elementi morbidi e rigidi accentua il dualismo fra fragilità e forza, creando un suggestivo effetto visivo e tattile. Il titolo dell’esposizione trae ispirazione dall’opera «Corpus» del filosofo contemporaneo Jean-Luc Nancy, autore che ha saputo esplorare con profondità il concetto di corpo e le sue interazioni con il mondo. L

a recente riedizione de «L’intruso», uno dei suoi testi fondamentali su questi temi, rende omaggio a un pensiero che ispira chiaramente la ricerca artistica di Marinoni. Il confronto creativo dell’artista con il corpo umano viene proposto al visitatore in maniera tale da stimolare riflessioni profonde sulla propria condizione esistenziale. Questo percorso visivo e sensoriale garantisce un’interazione emotiva intensa, capace di mettere in discussione le certezze attraverso la bellezza inquietante e perturbante dei corpi scolpiti.

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