Cent’anni fa nasceva Arrigo Castelli, incise la voce e il battito del cuore

L’inventore del magnetofono e dell’elettrocardiografo, originario di San Giovanni Bianco, sarà ricordato con diversi eventi. La sua macchina registrò i dialoghi dello sbarco sulla Luna. La figlia: amava creare strumenti utili.

«Un uomo, un padre, un nonno, che amava follemente il proprio lavoro, che si è creato dal nulla e che ha saputo coinvolgere tutte le persone che lo circondavano a gioire e a trarre soddisfazione dal prodotto finale.

Un segno indelebile nel mondo attraverso i suoi apparecchi, un segno indelebile nei cuori di chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare con lui, prendendo coscienza dell’importanza di creare strumenti utili all’umanità e all’evoluzione».

Ivan Consonni ricorda così il nonno Arrigo Castelli, l’uomo, originario di San Giovanni Bianco, che «ha inciso la voce e il battito del cuore» e che per i prossimi 12 mesi, in occasioni del centesimo anno della sua nascita (22 novembre 1921) e a 14 dalla sua scomparsa (29 novembre 2007), verrà ricordato e celebrato con una serie di eventi e iniziative tra Lombardia, dove è nato, e Trentino, dove ha vissuto e dato sfogo al suo genio.

Castelli ha messo la propria intelligenza al servizio dell’umanità per l’intera vita, brevettando, tra gli altri, il Magnetofono e l’Elettrocardiografo. Una personalità geniale e carismatica, «sapeva essere buono, affabile, gentile, quanto intransigente – ricorda la figlia, Serena Castelli –, severo e autoritario. Nei suoi comportamenti prediligeva l’essenziale. Ancora oggi, che avrebbe compiuto 100 anni, lo ricordo con commozione per il suo modo di essere. Era portato a occuparsi degli altri e ha portato una svolta nella società dell’epoca, con invenzioni alla portata di tutti e semplici da usare».

Inventava per il piacere di inventare, Castelli. La sua vocazione era quella di rendere più accessibili e utilizzabili le sue invenzioni, a partire dal magnetofono, che aveva fatto costruire e messo in commercio dopo aver lavorato sulla fruibilità, la semplicità nell’utilizzo e sul basso costo di vendita.

«Fu davvero importante – continua la figlia – e una rivoluzione per la nostra generazione che non aveva gli strumenti di oggi che permettono di fare tutto con un click». Il sogno di Castelli era sempre stato quello di catturare la voce e registrarla su un filo d’acciaio e ci riuscì nel 1947, nello scantinato della casa di uno zio a Como.

«Con i grandi occhi lucidi e un sorriso indimenticabile – ha scritto di quel momento la sorella e giornalista Sarah Castelli – Arrigo entrò nel salotto dicendo: “Sul filo ho registrato un fruscio da me provocato”. Fruscio, ha detto proprio così». La produzione di Magnetofoni inizia con la Magnetofoni Castelli nel 1947 e nel marzo del 1948 viene presentato il prodotto in serie al presidente della Repubblica Luigi Einaudi. L’incontro con John Geloso, poi, creò le premesse per la commercializzazione e l’enorme diffusione degli apparecchi in tutto il mondo, conosciuti come «Gelosino».

E alla fine degli anni ‘60 l’invenzione di Castelli arriva anche sul tavolo della centrale operativa della Nasa: sarà l’apparecchio utilizzato per la registrazione della missione Apollo 11, che effettuerà l’allunaggio il 20 luglio 1969.

«Arrigo Castelli aveva creato un fono-telecomando che accendeva la registrazione di un magnetofono con un intervallo di tempo talmente minimo che non perdeva l’informazione parlata – spiega Sergio Consonni, genero di Castelli che con lui ha collaborato per oltre 20 anni –. Questo era fondamentale per i tecnici della Nasa, i quali volevano monitorare sempre, continuamente, le trasmissioni e i colloqui che avvenivano con gli astronauti».

Memorabili, inoltre, le interviste realizzate da Oriana Fallaci con il suo fedele magnetofono e la presenza massiccia dello strumento nel cinema. Castelli riuscì poi a sfruttare la struttura del magnetofono anche nell’ambito medicale, sempre seguendo la sua vocazione: creare strumenti utili socialmente e accessibili a tutti.

«È la filosofia “easy to use” – continua il genero – che più avanti verrà adottata da Steve Jobs. Per lui l’obiettivo non è mai stato il profitto, bensì l’impatto sociale delle sue invenzioni e la facilità d’uso».

Grazie all’incontro con Padre Agostino Gemelli, fondatore della Società italiana di fonetica sperimentale, nasce l’elettrocardiografo. Dalla registrazione del suono vocale si passa pionieristicamente alla registrazione del battito del cuore.

La produzione dell’elettrocardiografo avviene inizialmente (anni ’50) nello stabilimento della Magnetofoni Castelli a Milano e successivamente, con la costituzione dell’Elettronica Trentina, in Alta Val di Non (qui inizia la produzione con il marchio Cardioline).

Tante, diverse, ma tutte utili, quindi le invenzioni di Castelli che, come detto, saranno oggetto di mostre, eventi e formazione nelle scuole nei prossimi mesi, a celebrazione del genio e come esempio per le nuove generazioni. Perché l’inventore era convinto che «c’è vero progresso solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti (H. Ford)», per questo «quando un’invenzione era finita – disse lo stesso Arrigo Castelli – esultavo tra me, perché sapevo che sarebbe servita all’umanità. Pensate che emozione quando, con l’invenzione del mio magnetofono, hanno potuto parlare fin sulla Luna. E il vostro cuore posso sentirlo anche adesso. Alle nuove generazioni dico: non fermate la vostra mente, cercate di creare, di fare cose nuove, poiché ce n’è bisogno. Contribuirete alla nuova scienza che farà del bene a voi stessi e all’umanità. Datemi retta, perché quando l’invenzione riesce è veramente un’apoteosi e capirete che la vostra vita è servita veramente a qualcosa e anche voi vi sentirete grandi».

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