
Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Domenica 20 Luglio 2025
Daniele Reggiani alle finali lombarde di «Sanremo Rock»
L’INTERVISTA. Il cantautore bergamasco porta «Stanza con vista» in gara a Desio domenica sera.
«Stanza con vista» è una canzone di Daniele Reggiani uscita tempo fa in un doppio album intitolato «Briciole». Il cantautore bergamasco ha ripreso in mano quel pezzo, l’ha arrangiato di nuovo, ha cambiato qualche parola del testo. Questa sera (domenica 20 luglio) lo presenta alle finali lombarde di «Sanremo Rock» a Desio (inizio ore 21). A dispetto dei tempi che corrono, Daniele in quella antologia aveva messo in fila ben 27 canzoni. È un autore prolifico che spesso e volentieri ha firmato «instant song» dedicate ai campioni dello sport come «Sofia Goggia».
Musica e sport sono una combinata vincente per lui. Alle spalle album e libro intitolati «Kodachrome Love», scaturiti una da conversazione con Laura Evangelisti, nel futuro un concorso che potrebbe aggiungere qualcosa all’avventura artistica di questo prolifico autore.
Daniele Reggiani scrive e incide canzoni a ciclo continuo. Cerca l’alternativa alla «musica segreta» che vive nel fondo della sua interiorità. Ma le canzoni sono canzoni, vengono da un’ispirazione più diretta, dall’osservazione di quel che muove attorno, accade, colpisce. «È la prima volta che vado in concorso a “Sanremo Rock”», spiega. «“Stanza con vista” è stata leggermente rimasterizzata. Ho cambiato anche qualche parola, non più di tanto. È una canzone in cui racconto a qualcuno quello che vorrei raccontare attraverso la musica. Così la canzone stessa diventa racconto della meraviglia del cantare. Non è una storia».
C’è qualche accenno al film di Ivory «Camera con vista»?
«Sinceramente non ci avevo pensato. La “Stanza con vista” suscita una semplice constatazione: la visione della nostra consapevolezza sulle cose. Andiamo alla ricerca di qualcosa dentro di noi, attraverso la lettura, la meditazione. Riusciamo ad entrare meglio nella realtà, nel momento in cui penetriamo meglio dentro la nostra interiorità. La stanza è un luogo prima interiore e poi esteriore. Si parla tanto di mindfulness, forse troppo, ma il principio è quello: portare attenzione al momento presente, senza giudizio, osservando i pensieri, le emozioni, le sensazioni. Vediamo se il pezzo va».
Sta lavorando ad altre canzoni?
«Ho scritto tredici o quattordici pezzi nuovi, sono in lavorazione. Attualmente sono su un pc: chitarra e voce registrate ad hoc. Andando avanti gli anni ho dovuto cambiare le tonalità per centrare la voce. A cinquant’anni l’emissione scende di mezzo tono. Anche il pezzo che porto in concorso l’ho dovuto assestare. Comunque sto pensando a un altro disco. Mi sembra buono già voce e chitarra. Lavorandoci ulteriormente i brani potrebbero diventare interessanti».
Di cosa parlano le canzoni?
«Di fatto sono canzoni d’amore, dedicate a una donna. In una si parla d’incontri a ore, in “24 ore senza te” si parla della mancanza. Ho ripreso anche un pezzo dimenticato, “Incespicare dell’amore”, in cui racconto una scena carica di sentimento. Una canzone è in inglese perché mi piace non trascurare quella lingua. Altri brani possono essere esplicati con un verso: “perdiamoci in accordi d’amore, cogliendo note al ciglio delle vie / restiamo di pensiero vicini perché siamo stati troppo lontani”. Il lavoro sui testi è ancora aperto. “Resta qui” è una canzone che è arrivata in una cambio totale di energia. È l’immagine di qualcuno che se ne va in un’altra dimensione che, alla fine, scopri non essere così lontana. Un altro brano racconta di “una ragazza gentile” con animo antico. Quelle donne che hanno la capacità di avere uno sguardo sul tempo molto intenso, grazie ad un bagaglio profondo che, dall’esterno, percepisci all’istante».
Musicalmente l’album avrà un suono acustico?
«Con i miei collaboratori abbiamo pensato a qualche atmosfera jazzata, ma di certo sarà un disco suonato, anche per tornare all’idea che la musica si porta in giro».
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