Donizetti, 90 partiture inedite scoperte da un musicologo inglese

INEDITI. Il britannico Roger Parker, docente al prestigioso King’s College, ha descritto le «canzoni» come «incredibili». Saranno eseguite a Londra.

Donizetti sa sorprendere anche oggi. Lo sappiamo bene qui a Bergamo dopo le riproposte del Festival Donizetti Opera di questi anni, da Rosmonda d’Inghilterra a Chiara e Serafina, da Pigmalione a Borgomastro di Saardam. Opere che alla luce delle esecuzioni e delle messe in scena dimostrano il valore assoluto di uno stile già compiuto e geniale fin dagli albori. Dall’Inghilterra rimbalza la notizia di «Incredibili canzoni» di Donizetti da ascoltare per la prima volta dopo 200 anni. Lo scrive l’autorevole quotidiano «The Guardian» che cita a più riprese le considerazioni dell’anglosassone Roger Parker, uno dei massimi musicologi dell’opera italiana del XIX secolo.

Si tratta di circa novanta Songs, ossia «Canzoni» assolutamente inedite del geniale maestro concittadino, finora estranee a qualsiasi radar musicologico e considerate perdute. Verranno eseguite a Londra dopo la scoperta da parte del musicologo britannico Dalya Alberge. «Fino a 90 canzoni precedentemente sconosciute di uno dei più grandi compositori di musica classica, Gaetano Donizetti - spiega il quotidiano britannico - saranno ascoltate per la prima volta, dopo oltre 200 anni, grazie alla scoperta da parte di un importante musicologo britannico».

Roger Parker, professore di musica al King’s College di Londra, non ha esitazioni e ha descritto le partiture come «incredibili», addirittura «degne delle opere più famose di Donizetti, capolavori come Lucia di Lammermoor». «È un’incredibile raccolta di canzoni, di cui un numero enorme è completamente nuovo - ha spiegato Parker - Alcuni potrebbero essere stati pubblicati una volta nel XIX secolo, ma non sono mai stati eseguite in tempi moderni. Ci sono gruppi di canzoni che letteralmente non sono mai stati eseguiti dal 19° secolo».

La qualità della scrittura

Non dimentichiamo che Donizetti è tra l’altro considerato uno dei «padri» della canzone napoletana dell’800. Come nei vari generi operistici in voga all’ombra del Vesuvio, Donizetti seppe rapidamente adattarsi ai gusti del pubblico partenopeo, tanto da assimilare nel profondo la vena lirica, tra colto ed inclito, tipica della romanza da camera. Sono molti gli esemplari lasciati (e noti) dal maestro di Borgo Canale e notissima è la vexata questio che attornia «Te vojo bene assaje» attribuita pure a Donizetti, ma secondo altri non sua. La qualità della scrittura e l’inventiva anche in questi piccoli camei è spesso contagiosa e magnetica, con una grandissima varietà di soluzioni e atmosfere espressive.

Due anni di ricerche

Durante due anni di lavoro investigativo a volte davvero contorto, raccontano da oltre Manica, lo studioso Dalya Alberge ha rintracciato canzoni negli archivi e nelle collezioni di tutto il mondo. In un caso il più breve dei riferimenti scovato all’interno di un vecchio libro lo ha portato a un monastero austriaco vicino a Linz: la sua mail era infatti rimasta senza risposta. Lo studioso si rivolse a un musicologo tedesco che chiamò l’addetto alla reception. Costui lo lo mise in contatto con un prete austriaco, che fotografò gli spartiti, confermandone l’importanza a un eccitato Parker. «C’era un’intera serie di canzoni che si pensava fossero completamente perdute. In quel luogo abbiamo trovato cose completamente sconosciute», spiegava ancora Parker.

Gli altri ritrovamenti

Altri songs sono stati rinvenuti nella Bibliothèque Nationale de France di Parigi, capitale in cui Donizetti si stabilì nel 1838. Altri ancora negli archivi di Napoli, dove fu compositore di casa al San Carlo, ma anche a Bergamo, sua città natale. Alcuni erano sparsi in Gran Bretagna e addirittura in Australia. Sempre sulle colonne del Guardian, Parker spiega: «Molto spesso, Donizetti scriveva una canzone la sera e la regalava a un amico. Quindi tali brani si sono dispersi dappertutto. Sono sicuro che ce ne sono di tutti i tipi ancora in giro, da qualche parte. Ho fatto del mio meglio per collezionarli tutti».

Canzoni per voce e pianoforte

Sul genere della canzone lo studioso precisa: «Le canzoni di Donizetti, anche se a volte sono state sconfinate all’interno di opere liriche, sono per la maggior parte in una vena artistica differente, quella in cui l’atmosfera musicale è solitamente meno stravagante, così come le difficoltà vocali sono meno esigenti. Ma la capacità del compositore di catturare uno stato emotivo nella musica è, come sempre, infallibile». La maggioranza delle canzoni sono scritte per voce e pianoforte, in alcuni casi sono inclusi strumenti aggiuntivi.

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