I capolavori d’arte di Brera all’Humanitas di Rozzano

«La cura e la bellezza». Dopo la «Carrara in Humanitas» ecco il progetto che porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca di Brera nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale.

In un luogo di forti emozioni quale è l’ospedale, l’arte ha un’energia dirompente. Ancora di più se avvolge i pazienti con figure a grandezza naturale e paesaggi in cui perdersi, come in un sogno. Accade all’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano grazie al progetto «Brera in Humanitas», che porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca di Brera nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale. Ingrandimenti in maxi formato, realizzati a partire da riproduzioni a 680milioni di pixel, per un totale di circa 400 metri quadrati di arte. «Brera in Humanitas» è un nuovo capitolo di «La Cura e la Bellezza», progetto iniziato nel 2018 con «La Carrara in Humanitas», che ha portato l’arte del Museo Accademia Carrara negli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo.

Pazienti e familiari si potranno accomodare in sala d’attesa prima del ricovero e trovarsi nel giardino di «Un dopo pranzo», sotto lo sguardo calmo delle donne ritratte dal Lega. Oppure riposare tra le pennellate azzurre di Raffaello, all’ombra del tempio dello «Sposalizio della Vergine» su 12 metri di parete nell’area Check Up. Ed ancora camminare verso gli spogliatoi degli infermieri, al piano interrato dell’ospedale, lungo 23 metri di boschi e i campanili dei panorami lombardi del Bellotto. Tra le altre riproduzioni l’«Annunciazione» del Francia, «Il Bacio» di Hayez all’ingresso, «Gli amanti veneziani» di Bordon, nella sala d’attesa del Fertility Center. E poi ancora i capolavori di Lotto, Campi, Crivelli, Piero della Francesca, De Pisis, Procaccini, Raffaello e Simon Vouet.

«Siamo grati a Pinacoteca di Brera e ad Amici di Brera per aver partecipato con entusiasmo a questo progetto unico al mondo – dice Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas –. Un esempio di collaborazione tra due grandi istituzioni, fortemente radicate sul territorio ma con una chiara vocazione internazionale. Un’esperienza innovativa la cui filosofia è condivisa a livello mondiale da centri di ricerca e cura come Cleveland Clinic».

«Questa iniziativa - afferma James M. Bradburne direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense - fa la differenza per chi lavora, per chi è in visita a parenti o amici o per chi è in cura, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante, mostrando dettagli di alcuni dei capolavori di Brera. Non tutti possono sempre venire in Museo, ma Brera è con voi quando ne avete più bisogno. Una proposta che si inserisce nel nostro progetto pluriennale Occorre tutta una città, che incoraggia la partecipazione di famiglie, bambini, con un’attenzione particolare a persone con bisogni speciali ribadendo il fondamentale ruolo sociale della cultura, pensando il museo come punto di riferimento per un’intera comunità». «Il bello, l’arte, la meditazione sono atti e gesti che spesso si presentano come autentica medicina dell’anima – commenta Carlo Orsi, Presidente di Amici di Brera –. Ci aiutano a stare bene. Ci distaccano dal quotidiano e ci proiettano verso una dimensione di pace interiore».

«Abbiamo selezionato 23 dettagli tratti dai dipinti della collezione di Brera trasformandoli in straordinari ingrandimenti che rivestono le pareti dell’ospedale. Sono molto soddisfatta di questo percorso e del risultato finale e sono certa che queste immagini arriveranno direttamente all’anima di tutti», conclude Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli di Milano.

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