Il bergamasco Possenti tra i ricercatori: «Le onde gravitazionali ci svelano il lento respiro dello spazio-tempo»

ASTROFISICA. Pubblicati i risultati di 25 anni di osservazioni di 6 radiotelescopi in tutto il mondo. Fra i ricercatori anche il trevigliese Andrea Possenti: «Grande risultato, ruolo centrale dell’Italia».

Oltre 25 anni di osservazioni effettuate dai 6 radiotelescopi più sensibili del mondo hanno portato alla scoperta della presenza nel cosmo di onde gravitazionali di bassissima frequenza: si tratta di una pietra miliare per l’astrofisica contemporanea, perché da un lato aprono una nuova finestra osservativa nella scienza delle onde gravitazionali e dall’altro confermano l’esistenza di onde gravitazionali «ultra lunghe» che, secondo le teorie correnti, dovrebbero essere generate da coppie di buchi neri super-massicci che si sarebbero formati nel processo di fusione fra le galassie.

Lo studio

I risultati dello studio sono stati pubblicati in questi giorni sulla prestigiosa rivista «Astronomy and Astrophysics» dagli scienziati dell’European Pulsar Timing Array (l’Epta), in collaborazione con i colleghi indiani e giapponesi dell’Indian Pulsar Timing Array («InPTA»). Tra i ricercatori

anche l’astrofisico trevigliese Andrea Possenti, che è tra i fondatori dell’Epta e primo ricercatore dell’Inaf, l’osservatorio di Cagliari, oltre che scopritore, nel 2003, della prima stella pulsar doppia. «È una grande soddisfazione per tutta l’astrofisica italiana che il Sardinia Radio Telescope, il grande radiotelescopio gestito da Inaf, sia fra i testimoni dell’emergere nei dati di questo lento respiro dello spazio-tempo – spiega Possenti –. Si tratta di un nuovo, grande risultato scientifico, che conferma, a livello mondiale, il ruolo centrale dell’Italia, e soprattutto della Sardegna con il Sardinia Radio Telescope e, speriamo presto, anche con l’Einstein Telescope, nello studio delle onde gravitazionali per molti decenni a venire».

Le pulsar

«Le pulsar sono orologi naturali di elevatissima precisione – prosegue ancora il ricercatore bergamasco – e la misura delle minuscole variazioni dei tempi di arrivo dei loro impulsi ci permette di indagare dilatazioni e compressioni piccolissime dello spazio-tempo attraversato dai segnali. Queste variazioni sono tipicamente dovute al passaggio di un’onda gravitazionale e in particolare quelle misurabili con le pulsar sono quelle fluttuazioni dovute a passaggi di onde gravitazionali di periodo ultralungo, quali quelle generate da coppie di buchi neri super massicci che si orbitano».

E i dati raccolti negli ultimi 25 anni hanno portato all’importante scoperta: «Si è aperta una nuova finestra nello studio delle onde gravitazionali di periodo ultra lungo, studio che ci permetterà di indagare le loro sorgenti, appunto le coppie di buchi neri super massicci e in particolare come questi contribuiscano alla fusione e alla combinazione delle galassie. Un processo che porta le galassie come oggi le vediamo».

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