«Il cuore d’oro di Maurizio fermato dal trauma al torace»

Maurizio Gritti, il muratore di 46 anni morto giovedì mattina in un cantiere a Pagazzano , era un uomo buono e generoso, impegnato nella comunità locale e amava più di ogni altra cosa la sua famiglia.

Nel viavai di persone che da giovedì pomeriggio e fino alla sera hanno voluto portare conforto ai familiari di Maurizio Gritti è la cognata Lorenza Feliciani a parlare a nome della famiglia in questi momenti di grande dolore per una perdita inaspettata e impensabile: il quarantaseienne (avrebbe compiuto gli anni sabato) ha perso la vita in un cantiere, sul lavoro che tanto amava e che faceva da una vita – aveva cominciato da ragazzino, a 14 anni, seguendo le orme del papà Luigi –, seguendo una tradizione di famiglia iniziata da suo nonno Cesare.

Il padre accorso in cantiere

Accanto a Giorgia, la figlia maggiore di Maurizio (compirà 18 anni il prossimo 18 agosto), davanti alla casa al civico 13 di via Galileo Galilei a Calcinate la cognata Lorenza ripercorre quello che è accaduto soltanto poche ore prima: «Dell’infortunio sappiamo quanto ci hanno riferito sul posto – sottolinea –, ovvero che Maurizio è stato travolto da questo manufatto, dal quale è stato poi liberato. Il suo polso inizialmente batteva ancora, ma purtroppo il trauma toracico gli è stato poi fatale. Ora attendiamo l’autopsia, che faranno nei prossimi giorni». Nella villetta costruita in via Galilei, Maurizio abitava con la moglie Alessandra Innocenti, originaria di Cavernago, e con i due figli: appunto Giorgia e il fratello Andrea, nato un anno dopo la sorella e oggi sedicenne.

«Stravedeva per la famiglia»

«Quello dell’edilizia è sempre stato il settore lavorativo di Maurizio – prosegue la cognata –, nel quale operava con grande capacità e passione fin da quando aveva soltanto 14 anni, dando seguito all’attività del padre, ora in pensione. Chiaramente il suo vero amore era per la famiglia, per la quale davvero stravedeva come pochi. Maurizio era fin troppo disponibile e buono: la sua mancanza si farà sentire e di lui ci resterà un bellissimo ricordo, ma anche un vuoto incolmabile».

Abbiamo perso un amico, che ci ha sempre aiutato con il suo impegno a gestire e portare avanti tutte le attività sportive, di richiamo e storiche che si tengono a Malpaga». Così Gianmario Testa, dirigente dell’Associazione sportiva dilettantistica «Malpaga calcio tamburello», descrive Maurizio Gritti. La vittima dell’infortunio mortale di Pagazzano faceva parte del gruppo dirigenziale e, pur non essendo un praticante, ha sempre contribuito a diffondere la passione soprattutto per il tamburello, sport praticato da sempre nell’antico borgo di Malpaga che è frazione di Cavernago. Maurizio Gritti era stato anche uno degli artefici della fondazione del Gruppo sportivo «Podisti due castelli».

Di Malpaga è originaria la moglie dell’artigiano quarantaseienne, Alessandra Innocenti, e nello splendido borgo storico Maurizio da una ventina d’anni, dopo il matrimonio, aveva concentrato tutte le sue attività extra lavorative: «Non si tirava mai indietro – ha evidenziato Testa – e lo vedevamo indaffarato alla griglia nella sagra d’agosto, ma anche nel preparare la sfilata storica».

Chi piange Maurizio Gritti è anche Gianpietro Sala, presidente dell’associazione culturale «Malus Pagus», che organizza il «Palio delle quattro contrade di Malpaga»: «Maurizio è stato vent’anni fa il fondatore della realtà associativa – spiega Sala –: era uno dei pilastri dell’evento e in pratica uno degli organizzatori dal punto di vista tecnico, anche se non disdegnava di sfilare pure come figurante. Ci siamo sentiti l’ultima volta una settimana fa per organizzarci per sistemare il magazzino dove era conservato il materiale del palio. Maurizio sarebbe stato come sempre disponibile ad attivarsi con la bella stagione».

L’imprenditore edile era sempre in prima linea anche durante la sagra organizzata a Malpaga: «Un impegno ad ampio raggio quello di Maurizio. Ricorderemo “Grillo”, così lo chiamavamo tutti, in occasione del prossimo palio: per quello che ha dato è il minimo che possiamo fare», conclude il presidente di «Malus Pagus».

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