Il «Prometeo» dei giovani in scena al Teatro Donizetti

ALTRI PERCORSI. Uno spettacolo di Gabriele Vacis, Roberto Tarasco con gli attori di Pem giovedì 11 e venerdì 12 gennaio al Teatro Sociale.

Dopo l’avvio a dicembre con il gruppo tedesco Familie Flöz, la rassegna Altri Percorsi della Fondazione Teatro Donizetti propone uno dei titoli che meglio ne caratterizza lo spirito e il percorso artistico: giovedì 11 e venerdì 12 gennaio al Teatro Sociale (con doppia replica in entrambe le giornate, mattina alle 10.30 e la sera alle 20.30) va in scena «Prometeo», spettacolo tratto dall’omonima tragedia di Eschilo firmato da Gabriele Vacis e da Roberto Tarasco.

In palcoscenico ci saranno i giovani attori di Pem - Potenziali evocati multimediali, tutti diplomati alla Scuola del Teatro Stabile di Torino: Davide Antenucci, Andrea Caiazzo, Pietro Maccabei, Eva Meskhi, Enrica Rebaudo, Edoardo Roti, Letizia Russo, Lorenzo Tombesi, Gabriele Valchera e la bergamasca Erica Nava, già allieva del Progetto Young della Fondazione Teatro Donizetti e alla quale la Direttrice Artistica Maria Grazia Panigada ha affidato il coordinamento del percorso formativo per gli studenti delle scuole superiori legato allo stesso spettacolo.

Insieme alle performance dei ragazzi di Pem, sigla dietro la quale si cela un’analisi neurologica che calcola il tempo di reazione dei nervi periferici agli impulsi cerebrali, ha rilievo in «Prometeo» l’aspetto sonoro curato da Roberto Tarasco e da Riccardo Di Gianni, con i cori a cura di Erica Rebaudo.

Prometeo indaga il senso profondo dell’opera di Eschilo: ruba a Eschilo il fuoco della sua tragedia per donarlo al pubblico. L’obiettivo è «calarsi» nel sentimento tragico che l’opera propone, elaborando una lingua che preservi la «solennità» dei millenni, rendendo comprensibile il senso al pubblico di oggi. Prometeo è interpretato da ragazzi, perché la tragedia racconta un tempo giovane. La regia di Gabriele Vacis – un percorso creativo condiviso con tutti gli attori – lavora, contestualmente, su parole, azioni fisiche, musiche e allestimento scenico. Perché la parola non è l’unico strumento utile all’evocazione di un sentimento: componenti irrinunciabili all’espressione del sentimento tragico sono infatti la musica, il gesto, il movimento.

Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo.

Se la tragedia di Eschilo scava alle radici del coraggio, lo spettacolo mette in scena la paura e il coraggio di affrontarla. La ribellione alla paura è nelle parole di Eschilo, che attraversano i corpi dei giovani attori in scena. Prometeo è l’archetipo della conoscenza, liberata dalle catene della superstizione e dell’ignoranza. Ed è il simbolo della ribellione. È un personaggio che i giovani amano, perché non riesce a contenere i suoi sentimenti e sfida l’autorità costituita valicando i recinti delle convenzioni. Si è soliti dire che i classici sono attuali. In realtà sono contemporanei. Attualità e contemporaneità, infatti, non sono sinonimi. Attualità è stare in un solo tempo: adesso. Contemporaneità è riuscire a comprendere tutti i tempi. Ed è questo che fa Prometeo.

Info utili

Durata dello spettacolo: 80 minuti senza intervallo
Biglietto posto unico 19 euro, ridotto 15 euro.

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