
Cultura e Spettacoli / Valle Seriana
Venerdì 18 Luglio 2025
In mostra i «ritratti» della natura firmati dai Fantoni
ROVETTA. Alla Casa Museo un’esposizione è dedicata a disegni, acquerelli e cartoni preparatori realizzati dalla famiglia di rinomati scultori. Opere ispirate dall’osservazione del mondo naturale. La conservatrice Rigon: rappresentano la vita che nasce, cresce, esplode in forme e colori e poi declina.
È aperta da giugno e resterà visitabile fino a settembre alla Casa Museo Fantoni di Rovetta la mostra «Il naturalismo fantoniano», un percorso affascinante che getta luce su una pagina meno conosciuta della grande bottega artistica dei Fantoni. La rassegna, allestita sotto la supervisione di Lidia Rigon, conservatrice della Casa Museo, svela come, fra secondo Seicento e primo Settecento, la celebre famiglia di scultori e intagliatori bergamaschi seppe farsi interprete non solo di estetica barocca e rococò, ma anche di un’osservazione scientifica del mondo naturale.
Desiderio di conoscenza
«La storia naturale nel Seicento era una vera e propria passione culturale – racconta Lidia Rigon – coinvolgeva uomini di scienza, artisti e letterati. E i Fantoni non facevano eccezione. Anzi, possiamo dire che furono protagonisti di un naturalismo artistico che affonda le sue radici nella ricerca scientifica e nella curiosità verso la natura». I Fantoni, celebri soprattutto per i loro straordinari arredi sacri e profani, studiavano minuziosamente il mondo vegetale e animale, attraverso l’osservazione diretta o consultando libri e tavole illustrate che circolavano nelle biblioteche nobiliari ed ecclesiastiche. La mostra presenta decine di disegni, acquerelli, incisioni e cartoni preparatori provenienti dai fondi della bottega di Rovetta, alcuni dei quali esposti per la prima volta. «Nei fogli esposti si legge la voglia di conoscenza - continua la conservatrice - si tratta di studi che nascono dal desiderio di riprodurre il reale con la massima fedeltà, ma anche dall’esigenza pratica di rendere credibili gli elementi decorativi nelle opere artistiche».
Volatili decorativi
Un esempio emblematico è l’interesse dei Fantoni per l’ornitologia. Gli artisti conoscevano opere come la celebre «Ornithologiae» di Ulisse Aldrovandi e in particolar modo studiarono il trattato seicentesco «Historiae naturalis de avibus» del medico e naturalista J ohn Jonston, dal quale avrebbero riprodotto con precisione merli, allodole, fagiani, martin pescatori, upupe e altre specie, incluse quelle rare nel territorio bergamasco. Questi studi di inizio Settecento, molto ben conservati, si trasformavano poi in motivi ornamentali nei paliotti d’altare, nei gradini dei candelieri o nei raffinati commessi marmorei, dove piccoli uccelli, insetti e serpentelli si rincorrono tra marmi policromi. «Per i Fantoni il confine fra arte e scienza non esisteva - spiega Rigon - L’ornitologia era anche uno strumento per arricchire la tavolozza decorativa, per offrire dettagli veri e riconoscibili, capaci di emozionare chi osservava le opere».
I motivi floreali
Accanto al regno animale, la mostra esplora il versante botanico del naturalismo fantoniano. Soprattutto Giovan Bettino Fantoni (1672-1750), fratello minore del celebre Andrea, fu appassionato studioso di piante e fiori. Suoi sono molti disegni a penna e acquerello in cui rami, germogli e corolle sbocciano sulla carta con una freschezza sorprendente. Nei mobili, nelle ancone, nelle cornici, i motivi floreali dei Fantoni diventano un racconto simbolico sul ciclo della vita, dal germoglio alla fioritura, fino al calice reclinato che annuncia la fine.
L’evoluzione della vita

«È una rappresentazione poetica della natura e dell’esistenza - sottolinea Rigon - Nei loro disegni si vede la vita che nasce, cresce, esplode in forme e colori e poi declina. È come se i Fantoni volessero dire che anche nell’arte sacra il mondo naturale è presenza viva, non semplice ornamento». Non mancano nella mostra curiosità su questi artisti. Sono appunti intimi, che rivelano quanto la natura fosse parte integrante anche della quotidianità in bottega. «È questo che rende straordinaria la nostra collezione - conclude Lidia Rigon - La bottega Fantoni non produceva solo arte sacra monumentale. Era un laboratorio di idee, di osservazione, di passione per la vita in tutte le sue forme. Questa mostra vuole far emergere proprio quella dimensione più nascosta e autentica».
Visite fino a settembre
«Il naturalismo fantoniano» si conferma così uno dei progetti espositivi più interessanti dell’estate culturale bergamasca. La mostra è visitabile alla Casa Museo Fantoni di Rovetta fino a settembre. Sono previste aperture domenicali per la sola visita della rassegna con ingresso a contributo libero. Informazioni su orari e ingressi su www.fondazionefantoni.it e 3216219621 (dalle 10 alle 17).
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