Cultura e Spettacoli / Bergamo Città
Sabato 27 Settembre 2025
Inaugurato il nuovo Museo Diocesano di Bergamo, il Vescovo: «Segno di cultura e di pace» - Foto e video
L’INAUGURAZIONE. Riapre in Città Alta, negli spazi del Palazzo episcopale, il museo che custodisce e racconta secoli di arte sacra. Monsignor Francesco Beschi: «È la rappresentazione della nostra umanità illuminata dalla luce della fede». Nel pomeriggio la grande festa.
Bergamo
Città Alta si è trasformata in un palcoscenico a cielo aperto: un intreccio di musica, arte e spiritualità che ha condotto centinaia di persone fino alle porte, appena riaperte, del Museo Diocesano «Adriano Bernareggi». La festa è cominciata tra le vie antiche con le note delle bande musicali di Gaverina, Casazza, Lovere e Curnasco, che hanno guidato la folla in un corteo festoso.
La festa con Lucilla Giagnoni e Ttb
Tre chiese lungo il percorso – Sant’Agata nel Carmine, Sant’Andrea in Porta Dipinta e San Pancrazio – si sono aperte come scrigni, accogliendo i visitatori grazie alla presenza appassionata dei giovani mediatori culturali del progetto Le Vie del Sacro. Poi, complice la
pioggia che ha sorpreso il pomeriggio, il pubblico si è raccolto in Cattedrale. Qui l’attrice Lucilla Giagnoni ha regalato una meditazione teatrale intensa, scritta per l’occasione, intrecciando testi sacri, Dante, san Francesco e riflessioni nate dall’arte.
Il culmine è arrivato quando, dopo le 17, le porte del rinnovato Museo Bernareggi si sono spalancate. Ad accogliere il pubblico, una potente azione scenica firmata Teatro Tascabile di Bergamo insieme a Silence Teatro e al Circolo dei Narratori. Ispirato alla pala di San Bernardino di Lorenzo Lotto, il tableau vivant ha emozionato tutti con una scelta simbolica e toccante: al posto della Madonna, una giovane donna palestinese rifugiata da quattro mesi a Bergamo con il suo bambino, avvolta nel suo abito tradizionale. Una presenza reale, viva, che ha trasformato l’icona in testimonianza del presente, portando un messaggio forte di dolore, ma anche di speranza e resilienza.
Le visite gratuite al Museo
Poi, il Museo si è aperto con tanti gruppi che hanno affollato le sale, accompagnati dai mediatori culturali de Le Vie del Sacro, che con competenza e passione hanno guidato i visitatori in un percorso che va da Lotto a Moroni, da Ceresa a Baschenis fino a Manzù. Non una lezione, ma un racconto. Non una visita, ma un’esperienza. Bambini curiosi, adulti sorpresi, turisti e bergamaschi uniti dallo stesso stupore: quello della bellezza che non si limita a mostrarsi, ma parla, emoziona, interpella.Il Museo Bernareggi è aperto al pubblico sabato fino alle 23 e domenica per tutta la giornata, dalle 10 alle 18, con visite gratuite già tutte esaurite. Per tutte le informazioni clicca qui .
L’inaugurazione della mattina
Un nuovo capitolo per l’arte e la cultura bergamasca si è aperto sabato 27 settembre con l’inaugurazione de «Il Bernareggi», il nuovo Museo Diocesano di Bergamo. Il taglio del nastro, alla presenza del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, delle istituzioni cittadine e di numerosi ospiti, ha sancito l’apertura ufficiale degli spazi ricavati all’interno dell’antico Palazzo episcopale, nel cuore di piazza Duomo, riportando così il museo sul colle di San Salvatore, dove nel 1961 aveva visto la luce la sua prima sede.
«Questo momento storico è particolarmente doloroso e drammatico - ha dichiarato monsignor Francesco Beschi -: i conflitti armati non solo si moltiplicano ma si allargano, distruggendo le città, violando le vite, devastando un patrimonio di valori che a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale noi abbiamo costituito».
«Costruiamo le ragioni della pace»
«È proprio da questa consapevolezza - ha ricordato il Vescovo di Bergamo - che noi ci impegniamo perché ogni gesto ogni parola contribuisca a rafforzare le ragioni dell’incontro, della giustizia, della libertà, della verità e dell’amore che Papa Giovanni XXIII ha indicato come i pilastri della pace. Anche l’inaugurazione del Museo diocesano rappresenta un gesto di resistenza e di costruzione delle ragioni della pace. Un museo che è la rappresentazione della nostra umanità illuminata dalla luce della fede. Non mi rassegno a chiese che diventano musei, anzi ho l’ambizione che musei in qualche modo siano delle chiese, non per sacralizzarli, ma perché aprono all’infinito».
«È la nascita di un luogo dove la bellezza prova a fare breccia e a portare luce nel nostro quotidiano che spesso sembra affollato di preoccupazioni e ci fa intravvedere tinte fosche - ha detto Giuseppe Giovanelli, presidente della Fondazione Bernareggi –. Il Museo vuole essere anche l’irriducibile nostra volontà di voler fare entrare luce dell’arte e della bellezza in questo mondo». Per il direttore del Museo Diocesano, Davide Rota Conti, «oggi il sogno del Vescovo Bernareggi giunge al suo compimento. Un sogno audace e quasi profetico di chi sentiva esigenza di custodire patrimonio per salvarlo e per far sì che tornasse a parlare all’uomo contemporaneo» ha detto.
Il nuovo allestimento in Città Alta si sviluppa su una superficie di oltre 900 metri quadrati e accoglie sessanta opere, distribuite in dieci sale su due piani. Un percorso che abbraccia sei secoli di storia, dal Medioevo al Novecento: sculture lignee del Trecento, capolavori di Lorenzo Lotto e Andrea Previtali, ritratti di Giovan Battista Moroni, tele di Carlo Ceresa, nature morte di Evaristo Baschenis, fino agli omaggi moderni a Manzù e Scorzelli.
Alla scoperta de «Il Bernareggi»: sabato 27 settembre il taglio del nastro. Video di Sergio Agazzi
«Tassello che dona armonia a Bergamo»
La sindaca Elena Carnevali ha sottolineato il valore del nuovo museo per la città: «La sua apertura è un gesto che parla di identità, cultura e memoria – ha detto –. Non solo perché restituisce a Bergamo uno spazio straordinario, ma soprattutto perché ci permette di custodire e valorizzare la storia della fede e dell’arte bergamasca. Le parole del vescovo Adriano Bernareggi ci guidano ancora oggi: “Non tutto rinserrare ma tutto aprire bisogna. Non occultare ma mettere in chiara luce. Non nascondere ma far vedere tutto ciò che si ha”».
Accanto alla collezione permanente trovano spazio opere provenienti dalle parrocchie della diocesi, che saranno esposte a rotazione, arricchendo il museo e facendone un punto di riferimento vivo per la valorizzazione del patrimonio artistico custodito nelle chiese del territorio.
Non solo esposizione: il Bernareggi offre anche sale per conferenze e attività educative, pensate per studenti e famiglie, oltre a un innovativo spazio multimediale che racconta lo sviluppo architettonico di piazza Duomo e degli edifici circostanti. Un luogo che non si limita a conservare, ma si propone come centro di narrazione e di incontro, capace di restituire nuova vita alla memoria artistica e spirituale della comunità bergamasca.
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