L’Aida in Piazza Vecchia incanta: musica e voci fra storia e tecnologia

L’EVENTO. Successo per l’appuntamento di mezza estate del Ducato di Piazza Pontida, lunedì 21 agosto.

Successo oltre le migliori previsioni per l’Aida di mezza estate del Ducato di Piazza Pontida. L’iniziativa che ormai caratterizza i mesi più caldi di Bergamo è tornata nell’incantevole cornice di Piazza Vecchia dopo il 2016, titolo clou di Verdi, assieme alla Traviata tra i più popolari in assoluto. Oltre seicento spettatori affollavano i posti sedere, con quelli attorno non si era lontani dal migliaio. «Eccoci qua, grazie a voi siamo riusciti a riempire la magnifica Piazza Vecchia come nel 2016. Il tutto prodotto interamente dal Ducato, con il contributo di tanti volontari a cui piace l’opera lirica e il melodramma», introduceva il Duca Mario Morotti.

Molti gli elementi significativi, anche rispetto alle ultime produzioni della lirica en plein air. È indubbio che un peso di primo piano se lo siano ritagliate le voci, i protagonisti di una macchina molto complessa sulle cui spalle cadono comunque la visibilità e la responsabilità maggiore. E il gruppo dei protagonisti è stato ampiamente all’altezza, l’espressiva e appassionata Aida del soprano Roberta Salvati, duttile e musicalmente ben definita, l’Amneris del mezzosoprano Alessandra Notarnicola, capace di pennellare a dovere il suo personaggio orgoglioso e perdente. Non da meno sono stati i protagonisti maschili, il vibrante e assai generoso tenore Fabio Valenti, un Radames dagli accenti spesso aggressivi e bellicosi, i diversamente autorevoli bassi Alberto Rota e Alessandro Ravasio, il baritono Marzio Giossi, sempre sornione nelle sue spiccate abilità teatrali, oltre che vocali. Un ruolo non di poco conto lo hanno svolto gli eleganti e accurati costumi di Franz Cancelli, tra citazioni storiche e modernità intelligenti, le eleganti coreografie di Arabesque di Peia coordinate da Roberta Quadri (costumi del corpo di ballo Scuola Silv di Bergamo).

Novità la proiezioni del testo, come nei teatri al passo con le tecnologie più aggiornate. E anche la scansione dei tempi, come ancora ricordava il Duca Morotti, era stata pensata al minuto - da qui un quarto d’ora di ritardo per iniziare - per sincronizzarsi con gli ineluttabili rintocchi del Campanone. Ovviamente - con una microfonazione ad hoc, per quanto non semplice - il lavoro si è giovato delle solide prove del Coro Calauce di Calolziocorte e dell’Orchestra Gianandrea Gavazzeni diretti e concertati con verve da Antonio Brena, bacchetta con cui fin dal 2001 prese il via l’idea di successo del «circuito lirico estivo».

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