Omaggio a Fassbinder, 5 film del regista tedesco allo «Schermo Bianco» di Daste

Rassegna Dal 13 giugno Lab 80 e Viggo dedicano un tributo all’«enfant terrible» del cinema tedesco attraverso 5 film in versione restaurata e l’inedito documentario «Fassbinder» di Annekatrin Hendel.

Nessun regista è stato più controverso, scandaloso, prolifico e ossessionato dal cinema di Rainer Werner Fassbinder. Morto tragicamente, il 10 giugno del 1982, a soli 37 anni, Fassbinder aveva rivoluzionato il teatro e lasciato un totale di 44 film e serie televisive diretti e, spesso, autoprodotti. Nessuno, prima o dopo di lui, è stato in grado di narrare la società tedesca in modo così duro e veritiero attraverso personaggi indimenticabili, comunque capaci di emozionare, toccare l’animo umano, offrire una possibilità.

A 40 anni esatti dalla morte Viggo propone un tributo attraverso 5 dei suoi film più rappresentativi - in versione restaurata dalla R. W. Fassbinder Foundation - e Fassbinder: inedito documentario biografico della regista tedesca A. Hendel che offre un nuovo approccio al fenomeno Fassbinder consentendogli di raccontare la propria storia attraverso il collegamento di elementi autobiografici dei suoi film con opere scritte inedite e interviste.

La storia di un giovane studente con grandi ambizioni artistiche che, con il suo stile di vita scandaloso e una furiosa energia, ha profondamente segnato e trasformato il paesaggio culturale tedesco ed internazionale. Attraverso interviste alle sue «donne», Hanna Schygulla, Irm Hermann e Margit Carstensen, ad amici e sostenitori come Harry Baer, Thomas Schühly, Günter Rohrbach, Volker Schlöndorff e Juliane Lorenz, FASSBINDER è il racconto di 37 anni di autoimmolazione e autodistruzione per ricostruire le ragioni di una rabbia, di una volontà, di un coraggio e una convinzione uniche che hanno fatto di Fassbinder ciò che era ed è: una simbiosi senza precedenti tra cinema e vita.

Un tributo a un regista scomodo, volutamente dimenticato, per concedere al suo cinema la possibilità di rivivere sul grande schermo attraverso 5 significative opere che, raccontando la società e la storia tedesca, hanno profondamente mutato il racconto cinematografico.

I titoli

- L’amore è più freddo della morte (Liebe ist kälter als der Tod) Germania 1969. Bianco e nero, 89’

- Le lacrime amare di Petra Von Kant (Die bitteren Tränen der Petra von Kant) Germania 1972. Colore, 125’

- La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf) Germania 1973. Colore, 94’

- Effi Briest (Fontane Effi Briest) Germania 1974. Bianco e nero, 141’

- Il matrimonio di Maria Braun (Die Ehe der Maria Braun) Germania 1978. Colore, 121’

- Fassbinder (Fassbinder) regia di Annekatrin Hendel Biografico, Germania 2015. Colore/Bianco e nero, 96’

Il programma di Lab 80

Lo schermo bianco

Giugno:

Lunedì 13 L’amore è più freddo della morte

Giovedì 16 La paura mangia l’anima

Lunedì 20 Effi Briest

Giovedì 23 Le lacrime amare di Petra Von Kant

Lunedì 27 Fassbinder - doc

Esterno notte

Luglio:
Mercoledì 13 Il matrimonio di Maria Braun L’amore è più freddo della morte.(Liebe ist kälter als der Tod). Germania 1969 - 89’ con Hanna Schygulla, Rainer Werner Fassbinder, Ingrid Caven, Ulli Lommel.

Franz è un magnaccia legato sentimentalmente a Joanna: l’uomo, però, rimane affascinato da Bruno, un gangster che lo tallona per conto del sindacato a cui ha rifiutato di aderire. Joanna, approfittando del proposito di una rapina in banca che Franz intende compiere con Bruno, saprà ordire la sua vendetta. L’esordio alla regia del cineasta bavarese è un gangster-movie diretto in maniera già molto personale, tra lo strampalato e lo straniante. Il regista ha dedicato il film ad autori chiave della sua formazione quali Claude Chabrol, Eric Rohmer e Jean-Marie Straub.

La paura mangia l’anima (Angst essen Seele auf) Germania 1973 - 94’ con Barbara Valentin, Brigitte Mira, El Hedi ben Salem

Un’anziana donna delle pulizie vedova sposa un immigrato marocchino, di vent’anni più giovane. Doppio scandalo. Non è soltanto un film sul razzismo quotidiano e sulla normalità, ma anche sull’amore e la felicità. Il personaggio che più interessa non è Alì, trasparente e monolitico nella sua araba semplicità di cuore e di comportamento, ma Emmi cui l’amore non basta a farle superare i pregiudizi, l’educazione piccoloborghese, l’innata tedescheria. L’impasto di melodramma e di critica sociale funziona perché il primo è al servizio della seconda come la circolazione del sangue alimenta un organismo. Tenero e asciutto. (ilMorandini)

Effi Briest (Fontane Effi Briest) Germania 1974 - 141’ con Hanna Schygulla, Wolfgang Schenck, Herbert Steinmetz, Ulli Lommel

Verso la fine del diciannovesimo secolo, la giovane Effi Briest sposa un uomo più vecchio di lei, il barone Geert von Innstetten. La vita coniugale, però, si rivelerà grigia e monotona, perciò Effi intreccerà una relazione sentimentale con il maggiore Crampas. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Theodor Fontane. Fontane Effi Briest è il titolo più classico del percorso registico di Rainer Werner Fassbinder; l’autore tedesco individua nell’epoca guglielmina - attraverso il romanzo di Theodor Fontane - quei codici sociali che a suo modo di vedere ancora soffocano la Germania del Novecento, e ne dà una raffinata interpretazione visiva.

Le lacrime amare di Petra Von Kant (Die bitteren Tränen der Petra von Kant) Germania 1972 - 125’ con Hanna Schygulla, Margit Carstensen, Katrin Schaake

Separata dal marito, madre di una figlia adolescente, Petra - disegnatrice di moda affascinante e intelligente - vive con Marlene, factotum onnipresente e asservita. Quando incontra Karin, di estrazione proletaria, se ne innamora follemente, ma sei mesi dopo ne viene abbandonata. La lascia anche la devota Marlene. Riduzione di un testo teatrale, scritto e messo in scena dallo stesso R.W.F. l’anno prima, è il più autobiografico tra i suoi primi film e un ammirevole esempio di trasposizione dal palcoscenico allo schermo. Attraverso la duplice dialettica servo/padrone e amore/denaro sfocia, con la protagonista che alla fine si ritrova nella situazione di partenza, in un melodramma tipicamente fassbinderiano. (ilMorandini)

Fassbinder di Annekatrin Hendel - Germania 2015 - 96’

Nessun regista tedesco è stato più controverso, più produttivo e più ossessionato dal cinema di Rainer Werner Fassbinder. Alla sua tragica morte, avvenuta il 10.06.1982, a soli 37 anni, Fassbinder aveva rivoluzionato il teatro e lasciato un totale di 44 film e serie TV da lui diretti e, spesso, autoprodotti. Nessuno prima o dopo di lui è stato in grado di ritrarre la società tedesca in modo così duro e veritiero. A più di 30 anni dalla sua morte, la regista Annekatrin Hendel fornisce un nuovo approccio al fenomeno Fassbinder. Consente al regista di raccontare la propria storia collegando elementi autobiografici dei film con opere scritte inedite e interviste. Il film racconta la storia di un giovane studente di grande ambizione artistica, continua a parlare del suo stile di vita scandaloso e i modi in cui ha trasformato il paesaggio culturale con la sua furiosa energia.

Il matrimonio di Maria Braun

(Die Ehe der Maria Braun)

Germania 1978 - 121’

con Günter Lamprecht, Ivan Desny, Hanna Schygulla, Gisela Uhlen

Una giovane attraente tedesca, sposa di guerra, attraverso il mercato nero e la prostituzione riesce a diventare una brillante donna d’affari, rimanendo sempre leale al marito prima prigioniero, poi detenuto. È uno dei migliori, e il più armonioso, film di Fassbinder, denso di avvenimenti e di personaggi, pieno di drammaticità e di sarcasmo, una ricca parabola sul “miracolo” tedesco. Schygulla memorabile. È uno dei quattro personaggi femminili (con Lilì Marlene, Lola, Veronika Voss) attraverso i quali Fassbinder ha composto una quadrilogia sulla Germania nazista e postnazista. (ilMorandini)

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