Ricordi e sentimenti: Dente apre Nxt Station Festival

PIAZZALE ALPINI . Giuseppe Peveri sabato 29 aprile sarà ospite d’onore con l’album «Hotel Souvenir». Prima di lui sul palco Emma Nolde ed Edda.

Giuseppe Peveri, in arte Dente, è l’ospite d’onore di «Spaziale», la serata «Locusta» che sabato prossimo inaugura il cartellone del «Nxt Station Festival» 2023 (inizio ore 22).

Prima di lui si esibiscono sul palcoscenico allestito come sempre in Piazzale degli Alpini a Bergamo Emma Nolde (alle 19), Edda (alle 20.30).

Si comincia con la canzone d’autore che tiene i piedi nell’indie e la testa nella tradizione. Siamo alle latitudini del cantautorato di oggi. Dente ha licenziato da pochissimo il nuovo album, «Hotel Souvenir»; suggerisce l’idea di un luogo immaginario dove sfogliare l’album dei ricordi per immaginare il futuro.

«È un luogo della mente dove stanno tante piccole stanze con altrettanti ricordi», spiega l’autore. «L’album più che da sfogliare è da accudire. Le fotografie sono comodamente albergate in uno spazio dove è più facile capirle e farsene una ragione. Ci sono cose che sono esistite e non esistono più».

È un album fotografico dove i sentimenti hanno avuto il tempo di sedimentare. E chi guarda ha avuto modo di andare avanti nella vita. Non è forse così?

«Sì certamente. Il problema è raccogliere questi ricordi in un luogo che faccia in modo che chi li legge non abbia nostalgia. Bisogna insomma affrontare quello che è stato in una prospettiva altra, futura».

Questo disco autobiografico diventa specchio dei sentimenti comuni. Come si fa a interpretare il sentire collettivo?

«Questa è una magia a cui non ero assolutamente pronto. Da quando ho cominciato a fare questo lavoro ho pensato che le storie fossero mie e basta. Poi ho capito che poteva succedere che la gente ci si riconoscesse, almeno in qualche modo. È stato abbastanza traumatico per me. Da un lato è positivo, perché non ti senti solo, dall’altro capita di pensarsi uniformati. Capisci che non sei l’unico a pensarla e a viverla così. Fai parte di un’umanità e certe cose sono universali. Naturalmente non c’è una formula, niente di calcolato. Continuo a fare le canzoni come mi sono sempre venute. Con naturalezza».

Quando parla di un luogo riparato, l’hotel, dove i ricordi vengono in qualche modo protetti, viene in mente che, attraverso essi, il soggetto protagonista abbia per prima cosa cura di sé, della sua vita. È così?

«La cura di sé è l’elemento nuovo che ho inserito dentro la mia vita e dunque dentro le mie canzoni che collimano con essa. La cura di sé fa in modo che uno prenda i propri ricordi e non li consideri come tempo passato, che non torna più. Fare tesoro dei ricordi fa capire che quello che hai fatto ha valso per quel che sei. E se sei felice di quel che vivi, i ricordi sono belli, ed è altrettanto bello accudirli».

Il nuovo album va un po’ oltre il suo stile compositivo. Prova a risalire la china dei primi lavori, ma va verso una maturità stilistica comprovata dai pezzi.

«È un’altra cosa che non ho calcolato. Con questo disco volevo fare musicalmente un passo indietro, per tornare a una modalità che era mancata nel penultimo, il disco omonimo. Lì avevo intrapreso una strada più pulita perché mi andava così. Stavolta ho preferito addensare situazioni altre. Avevo tante canzoni e soffrendo ne ho scelte alcune. Volevo fare un disco importante, senza riempitivi. Con canzoni “pesanti”. Questo disco lo accomuno molto a “L’amore non è bello”. Sarà che quando ho messo insieme la scaletta di “Hotel Souvenir” mi è venuto in mente quel vecchio album».

All’inizio della sua carriera giocava con i fonemi, le parole, i calembour, ora ha preso a raccontare, raccontarsi. Che è successo?

«Quella modalità è già un po’ che manca dai miei dischi. Non credo ci sia un motivo solo e non penso sia una scelta del tutto calcolata. I giochi di parole non mi sono più arrivati, anche se nella vita di tutti i giorni continuano a raggiungermi. Mi diverte giocare con le parole, ma oggi la musica italiana vive una bulimia di giochi di parole. Molti usano il semplice ludo verbale. A me è sempre piaciuto trovare due significati a una frase sola. Per spiazzare».

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