
Cultura e Spettacoli / Valle Brembana
Mercoledì 06 Agosto 2025
Roncobello, l’osservatorio celeste di Pedrini si riempie di suoni e stelle
LA RASSEGNA. Il progetto dell’artista bergamasco realizzato al Passo del Vendulo si animerà la sera dell’8 agosto grazie alla sonorizzazione di Nicola Gualandris. L’iniziativa fa parte del programma Gamec «Pensare come una montagna».
Dalla forma al suono, dalla vitalità del legno all’osservazione del cielo. Sono passaggi di stato concreto e poetico che offriranno un’esperienza immersiva quelli del progetto che Francesco Pedrini, artista bergamasco classe 1973, ha realizzato nella comunità di Roncobello nell’ambito di «Pensare come una montagna», il programma della Gamec che coinvolge le comunità del territorio grazie alla partecipazione di artiste e artisti internazionali. Si tratta di un’iniziativa condivisa anche dai Comuni di Dossena e Roncobello con il supporto di diverse realtà culturali e istituzionali (tra cui GAMeC, il Politecnico delle Arti di Bergamo, il Parco delle Orobie Bergamasche, il Consorzio Forestale Menna Ortighera e VisitDossena) che nasce con l’obiettivo di promuovere la connessione creativa tra arte e natura, rivoluzionando l’esperienza turistica del territorio della Val Brembana. Il progetto è finanziato dal Ministero del Turismo, nell’ambito del bando «Piccoli comuni a vocazione turistica».
Effetto quadrifonico
Il risultato del lavoro di Pedrini è un nuovo punto di osservazione della volta celeste al Passo del Vendulo. Un punto di osservazione che la sera dell’8 agosto alle 20 si animerà con una sonorizzazione dell’opera «Magnitudo», creata da Pedrini proprio per il Biennale delle Orobie. Il sound designer Nicola Gualandris sonorizzerà dal vivo in quadrifonia le tre installazioni che compongono l’opera, che trasforma il bosco in un osservatorio poetico del cielo. Un viaggio multisensoriale tra arte e natura che permetterà agli spettatori di vivere un’esperienza uditiva inedita.
Osservatorio poetico
La scelta del luogo da parte di Pedrini è stata determinata da una combinazione di elementi storici e fortuiti: l’Alta Valle Brembana è un sito di grande interesse archeo-astronomico, e il Passo del Vendulo è un crocevia di sentieri, tra cui quello che conduce alla Porta delle Cornacchie. Qui, in un’area in cui è stato necessario rimuovere gli abeti rossi colpiti dal bostrico – un insetto che attacca specialmente questo tipo di piante, nutrendosi della parte interna del tronco – si è andato a creare uno spazio congeniale per ospitare un nuovo «osservatorio poetico del cielo», come lo definisce l’artista.Il lavoro di Pedrini nasce proprio da una riflessione sulla trasformazione dell’ecosistema boschivo, dovuta al cambiamento climatico e alla diffusione di monocolture di abeti rossi che hanno favorito la proliferazione del bostrico, che sta distruggendo ampie aree forestali.
Opera partecipata
Ispirato al Jantar Mantar di Jaipur, un celebre sito astronomico indiano, «Magnitudo» avrà funzioni semplici ma suggestive, e sarà composto da tre installazioni che non hanno solo una valenza estetica, ma sono veri e propri strumenti di osservazione: Posa è un’area pianeggiante, livellata con assi di legno, che funziona come una meridiana orizzontale e che prenderà vita nel corso del prossimo anno grazie alla partecipazione della comunità: fino al 7 maggio 2026, ogni mese, persone diverse saranno invitate a portare un piccolo sasso da incastonare nel punto segnato dall’ombra della meridiana. Un gesto semplice, ma carico di significato, che si ripeterà fino a quando i dodici sassi andranno a tracciare un analemma solare, figura geometrica che richiama il simbolo dell’infinito. Un segno tangibile di appartenenza, memoria e condivisione; un’opera viva, generata dalla comunità e restituita ad essa come simbolo permanente di un tempo vissuto insieme.
Latitudine e suoni dal cielo
Le altre due opere sono state costruite in legno di larice, tipico della zona e resistente alle intemperie: «Polaris» è un tronco inclinato di circa 42 gradi – come la latitudine al Passo del Vendulo – che guida l’osservatore verso la Stella Polare, da sempre punto di riferimento per esploratori e scienziati. Un’opera che simboleggia la stabilità e la guida, e che invita a riflettere sulla nostra origine e sull’infinito. In «Aerofono» l’albero si trasforma in una struttura cava che raccoglie i suoni del cielo, offrendo un’esperienza di ascolto immersiva. La superficie del tronco è solcata da linee che, pur richiamando i segni lasciati dal bostrico, traggono in realtà ispirazione dal percorso sinuoso del fiume Valsecca nella valle, dalle Baite di Mezzeno fino a Bordogna.
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