«Silentium», a Venezia la mostra di artisti senza nome

La collettiva Un’esposizione della Fondazione Bosis mette in mostra fino al 4 aprile opere senza segnalare da chi sono state create. «Un invito a riflettere sull’arte».

Tre isole della laguna. Luoghi un po’ isolati, anche se a poca distanza da una delle città più affollate del mondo. Fino a lunedì 4 aprile è aperta a Venezia, fra Torcello, San Francesco del Deserto e San Servolo, in occasione della pre-Biennale, una mostra d’arte a cura della Fondazione Emilia Bosis che si intitola «Silentium», curata da Cecilia De Carli, storica dell’arte che ha la sensibilità giusta per affrontare un’operazione così inusuale e persino un po’ temeraria.

Le opere su tre isole

Con l’aiuto di Cam, fornace che si è resa disponibile per la realizzazione di alcuni manufatti, «Silentium» espone 12 opere di vari artisti (tra cui Alessandro Verdi, Giorgio Vicentini e opere degli ospiti della Fondazione) sull’isola di Torcello. In San Servolo ci sono quelle di Forgione e di Casari. Sull’isola del Deserto Pino Signoretto e i lavori che Giancarlo Signoretto ha realizzato sul modello di bozzetti e disegni che gli ospiti della Fondazione Bosis hanno fatto durante i suoi laboratori. Nel giardino dell’Atelier Domus Emilia c’è Daminelli, infine nel giardino di Villa600 le sculture di Carlo Previtali.

Gli organizzatori: «Una scelta folle? Forse. Una provocazione? Può essere. O forse solo un invito a riflettere sul senso dell’arte»

«La Fondazione – spiega Giulia Benetti - da sempre investe in progetti artistici e culturali; con questa mostra ha deciso di esporre opere di artisti, ospiti, bambini e adolescenti, scegliendo di non segnalare da chi sono state create. Una scelta folle? Forse. Una provocazione? Può essere. O forse solo un invito a riflettere sul senso dell’arte.

Su come essa possa nascere dal profondo bisogno di esprimere e comunicare qualcosa che abita nell’intimo di ciascuno di noi, a prescindere dalle sue abilità tecniche».La proposta, come al solito non scontata, è di osservare, senza sapere troppo dell’autore o della genesi dell’oggetto, e mettersi piuttosto in silenzio, appunto, ad ascoltare ciò che l’«art-work» riesce a muovere nel cuore e nella mente di ciascuno.

Il viaggio lagunare

In questo bellissimo viaggio lagunare si incontrano così le opere di Giorgio Vicentini, Alessandro Verdi, Vittorino Cavallotti, Walter Riva, Albina Bonati, Giuseppe Scotti, Francesco Daminelli, Carlo Previtali, Giancarlo Signoretto, Agnese Tegon, Davide Casari, Rocco Forgione, Danilo Facchi, Jacopo Lucchini, Michele Mottini, Virginia Lucchini, Carla Salvi, Francesca di Stefano, Gianluca Mendola, Gianni Bergamelli.

C’è chi vanta dipinti presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero, ed è autore di marchi di impresa che si sono imposti a livello internazionale. C’è chi ha 13 anni e ama giocare con i Lego, ma anche all’aria aperta. Legge tanto, soprattutto libri gialli o di avventura, e ama l’arte surrealista. C’è chi ha lavorato in un laboratorio di marmi di Bergamo, e poi nello studio dello scultore Piero Brolis, e realizza le sue opere per la Bulgaria e l’Ecuador. Ma c’è anche una ragazzina di 11 anni che ama molto giocare a calcio e andare a cavallo. Le piace però disegnare, e sa di farlo bene: in particolare gli animali.

Il visitatore coinvolto in prima persona

Ogni visitatore è invitato a ricostruire in prima persona il puzzle, a inventarsi un suo percorso, mettendosi in gioco: «Silentium», infatti, è soprattutto una esposizione collettiva, nella quale la centralità dell’«io», che spesso ci affligge, fa un passo indietro. Fondazione Emilia Bosis dal 1998 si occupa dell’accoglienza, della cura, riabilitazione e, ove possibile, dell’integrazione delle persone affette da disagi psichici ponendo massima attenzione alla restituzione della dignità al paziente psichiatrico.

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