Teatri chiusi, la protesta
Il Donizetti non si ferma

Si lavora per l’apertura del festival il 19 novembre in streaming, con il pubblico da casa. Dal Comune aiuti per la cultura.

Ci si dovrà accontentare della poltrona, ma quella di casa. Lo spettacolo di apertura del festival Donizetti opera sarà in streaming, filtrato da schermo e microfono. Il nuovo decreto ministeriale impone la chiusura al pubblico del teatro, pronto a debuttare, dopo il lungo restauro, il 19 novembre con Placido Domingo impegnato nell’opera in forma di concerto «Belisario». E mentre è certo che uno spettacolo, pur in remoto, si farà, non sono ancora certe le modalità di partecipazione del maestro madrileno. «Useremo tutti gli strumenti tecnologici oggi a disposizione» si limita a dichiarare il presidente di Fondazione Donizetti Giorgio Berta.

Le misure di contrasto al coronavirus, valide fino al 24 novembre, terranno chiuse le porte di tutti i teatri e le sale cinematografiche d’Italia, il teatro Donizetti non fa eccezione. Ma la volontà della Fondazione è non rinunciare al tanto atteso evento, offrendolo al pubblico in versione streaming, qualcosa su cui il presidente Berta e il direttore artistico Francesco Micheli, di concerto con il Comune di Bergamo, hanno iniziato a confrontarsi ieri sera.

Un evento a platea vuota ma trasmesso via internet, in linea con la proposta del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, di creare cioè una piattaforma «della cultura italiana a pagamento, una sorta di Netflix della cultura».

Sulla «prima» in streaming al teatro Donizetti, molto dipenderà dai chiarimenti che dovrebbero arrivare in queste ore sulla possibilità di consentire agli artisti di svolgere le prove, un aspetto su cui il Governo non si sarebbe espresso e sui cui Agis (associazione generale italiana dello spettacolo) avrebbe chiesto lumi. Intanto, Fondazione Donizetti lavora «come se si dovesse riaprire il 19 novembre, consci che è in vigore il nuovo Dpcm» spiega Giorgio Berta. Non più lontano di venerdì era stato confermato l’avvio del festival Donizetti Opera 2020 (direzione artistica di Francesco Micheli e musicale di Riccardo Frizza), a dare il la, la serata del 19 novembre. Con le nuove disposizioni ministeriali tutto è in bilico, a partire dallo spettacolo con cui la città avrebbe salutato il teatro ritrovato. Dalla Fondazione sarebbero pronti ad una variazione di programma, «non escludiamo nulla in questo momento» accenna il presidente Berta. L’opzione streaming avverrebbe tramite una piattaforma a cui accedere a pagamento, ma tutto è ancora da definire. Non si parte però da zero: «Lo streaming è una strada che negli ultimi mesi abbiamo già approfondito – annota il presidente della Fondazione -. Ci saranno una serie di incontri per capire come utilizzare al meglio questo strumento».

La tecnologia potrebbe venire in aiuto dell’intero palinsesto in programma al Donizetti fino al 6 dicembre, l’azione tragica «Marino Faliero» e il dramma buffo «Le nozze in villa»: «Auspichiamo, allo scadere di questo decreto, in una riapertura parziale del teatro al pubblico, lo streaming potrebbe essere una possibilità integrativa – avanza Berta -. Il nuovo teatro ha tanti accorgimenti che faciliteranno le riprese, ma lo abbiamo restaurato perché il pubblico ci possa andare. Abbiamo fatto oggi (ieri per chi legge, ndr) una verifica con la ditta e non dovrebbero esserci sorprese sul fronte dei lavori. Decideremo il da farsi alla luce del nuovo decreto, tra circa un mese».

Saranno settimane di agonia per il mondo dello spettacolo. Denuncia l’assessore alla Cultura di Bergamo Nadia Ghisalberti: «Hanno chiuso i luoghi che più hanno investito per garantire sicurezza. Tra l’altro – stigmatizza -, luoghi dove per definizione non si parla, quindi più sicuri di altri. Sono luoghi che hanno pagato molto con il primo lockdown: a livello nazionale si è registrato un calo del 75% nello sbigliettamento sul 2019». Ghisalberti rimarca la vicinanza dell’amministrazione comunale al settore, colpito anche in città: «Si è appena concluso il bando condiviso con Fondazione comunità bergamasca su cultura e innovazione, per rilanciare le associazioni verso il futuro in un momento difficile. È stato pubblicato il tradizionale bando per i contributi e venerdì il “bando ristoro”, possibile grazie al sostegno di Ubi Banca, che oggi fa parte del gruppo Intesa Sanpaolo, per sostenere il settore della cultura. Il contributo coprirà fino al 90% delle perdite subite non recuperabili (per specifiche, www.comune.bergamo.it, ndr)».

Si cerca di tamponare il possibile, nell’attesa di un ritorno alla normalità. A partire dalla riapertura del teatro Donizetti, su cui sono stati investiti quasi 20 milioni di euro e oltre due anni di lavoro: «È molto triste che dopo un restauro che ha coinvolto tantissime persone non si possa fare l’inaugurazione in presenza, sarebbe stata una festa per la città – conclude l’assessore Ghisalberti -. Tutto il mondo dello spettacolo dal vivo è in grave sofferenza, è importante che il Governo, metta in campo misure di sostegno».

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