Terza età e qualità della vita: «Periodo di nuove risorse»

IL CONVEGNO. Organizzato dall’Unci. De Ponti: «La realtà degli anziani va affrontata con criteri diversi dal passato».

Età della decadenza? No. La fase senile della vita è invece da considerare come risorsa e opportunità. Le parole emerse dai relatori del convegno «Riflessioni sulla qualità di vita dell’anziano» svoltosi a Palazzo Del Monte e organizzato dall’Unci non hanno lasciato dubbi. Un segnale è venuto proprio da Bergamo con il progetto Giobbe, mirato ad analizzare e affrontare il dolore degli anziani nelle case di riposo. Non solo per rilevarlo, ma soprattutto per affrontarlo, curarlo, alleviarlo. Una scommessa vinta, come sottolinea la presidente della Lilt di Bergamo Lucia De Ponti.

Prima di approfondire gli esiti del progetto, De Ponti ha gettato uno sguardo sul futuro con uno studio sulla popolazione anziana in corso da parte dell’Università di Bergamo. «Nel 2015 – ha spiegato – avviammo uno studio sulle case di riposo di Bergamo che ha coinvolto 5.770 persone e ha riguardato 4.939 pazienti». Di ognuno di essi è stato compiuto un rilievo del dolore. E i risultati ottenuti sono stati molteplici: dalla capacità di dare a questo dolore un volto preciso alla diminuzione dei disturbi comportamentali alla maggiore soddisfazione dei caregiver. Il futuro, ha osservato, esige che «la realtà dell’età anziana sia affrontata con criteri diversi rispetto al passato».

Nella consapevolezza, come ha rilevato la specialista in cure palliative Antonella Goisis, che «l’età anziana fa venire meno certe risorse ma ne fa permanere altre». E, ha evidenziato Fabiola Bologna, Associazione donne medico «ci sono malattie come l’Alzheimer che colpiscono soprattutto donne e altre come il Parkinson da cui sono colpiti soprattutto gli uomini. In entrambi i casi esiste una serie di comportamenti per gestire bene l’età senile».

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