Tre opere di Lorenzo Lotto per l’inaugurazione del nuovo Museo diocesano di Bergamo

L’ALLESTIMENTO. La Trinità e l’Assunzione di Maria protagoniste nella sala dedicata al Rinascimento. La «Pala di San Bernardino» in esposizione temporanea all’interno dell’Aula Picta. Al via l’allestimento del percorso museale. L’apertura il 27 settembre.

Sono tre dipinti di Lorenzo Lotto il cuore della collezione che inaugura il nuovo Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo, le cui porte apriranno il 27 settembre in Città Alta, tra la Basilica di Santa Maria Maggiore, la Cappella Colleoni e l’attuale Curia. Si tratta della celebre Trinità, proveniente dalla chiesa di Sant’Alessandro della Croce in via Pignolo, dell’Assunzione di Maria della parrocchia di Celana (Caprino Bergamasco), tra le opere rinascimentali più preziose presenti in Diocesi, e della Madonna con Gesù Bambino in trono, San Giuseppe, San Bernardino da Siena, San Giovanni Battista, Sant’Antonio abate e angeli, conosciuta anche come «Pala di San Bernardino», capolavoro assoluto del Genio veneziano del Rinascimento, proveniente dall’altare della chiesa di San Bernardino in via Pignolo, che sarà esposta all’interno dell’Aula Picta.

«La finalità resta quella di coltivare il legame tra arte, fede e comunità, valorizzando l’identità bergamasca attraverso la bellezza» ha dichiarato il direttore del Museo, don Davide Rota Conti.

In questi giorni è iniziato l’allestimento delle sale del nuovo Museo. Come ha sottolineato Don Davide Rota Conti, direttore del Museo, il nuovo percorso è il naturale proseguimento della visione di monsignor Adriano Bernareggi, che nel 1961 aprì il primo museo diocesano. «La finalità resta quella di coltivare il legame tra arte, fede e comunità, valorizzando l’identità bergamasca attraverso la bellezza» ha dichiarato il direttore del Museo.

L’allestimento del Museo

Il nuovo Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo si sviluppa su due piani, con 10 sale espositive distribuite su una superficie complessiva di 900 metri quadrati. Ha sede nell’antico Palazzo episcopale, restaurato accuratamente per restituirne alcuni volumi medievali e arricchito da un’area archeologica. Accoglie oltre 60 opere tra dipinti, sculture, arredi liturgici e oggetti preziosi, che coprono un arco temporale dal Trecento al Novecento: dagli scultori medievali a Lorenzo Lotto e Andrea Previtali, da Giovan Battista Moroni a Carlo Ceresa ed Evaristo Baschenis, fino a Giacomo Manzù e Lello Scorzelli. Il nuovo Museo intende descrivere lo stretto connubio tra fede, verità e bellezza per aiutare a comprendere la Chiesa diocesana di oggi e le sue evoluzioni nel tempo.

Il dialogo tra arte, fede e territorio

Il progetto museografico è dinamico: la collezione è composta, infatti, da opere di cui è prevista l’esposizione permanente e da altre, provenienti dalle parrocchie, che saranno presenti a rotazione, occasione di restauro e di studio. Quelle presenti al momento dell’inaugurazione sono diverse e provengono da chiese sia cittadine che di tutta la provincia, in particolare da Albino, Almenno San Salvatore, Colzate, Ponteranica, San Giovanni Bianco, Seriate, Sorisole, oltre che dalle collezioni del Monastero di San Benedetto, dell’Archivio Storico Diocesano, del Seminario Vescovile e del Capitolo della Cattedrale. La rotazione delle opere, coerenti per autore, epoca o stile, permette di mantenere intatto il racconto museale con il duplice obiettivo di valorizzare il vasto patrimonio artistico presente sul territorio e di sottolineare l’appartenenza di questo patrimonio ad una storia comune: la storia dell’arte e della fede della diocesi bergamasca.

Completano l’offerta culturale le mostre temporanee ospitate nell’Aula Picta, dedicate a temi o autori specifici. Silvio Tomasini, conservatore Museo Diocesano Adriano Bernareggi di Bergamo aggiunge che il museo aiuta a comprendere il rapporto tra fede e produzione artistica in Bergamasca: un dialogo che ha prodotto opere «che potevano nascere solo nella nostra terra».

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