Una cura dello sguardo
per trovare nuova bellezza

«Dobbiamo spalancare gli occhi, sentire che ognuno di noi è ferito e guaritore. Io mi curo di me guardando fuori». Un gesto semplice può avere una potenza rivoluzionaria, racconta Franco Arminio, poeta e «paesologo». I suoi versi uniscono una dimensione intima, introspettiva, all’impegno sociale e alla sensibilità per l’ambiente. La sua ultima raccolta «La cura dello sguardo. Nuova farmacia poetica» (Bompiani) è fatta di poesie e di brevi prose che tracciano un percorso, invitano a camminare con lui per scavarsi un nuovo posto nel mondo, trovando bellezza in tempi cupi, posando sulla realtà uno sguardo gentile. Questo libro porta il segno degli eventi degli ultimi mesi di lockdown e di convivenza con la pandemia, offrendone una lettura intrigante. Nello scorso mese di marzo Arminio ha pubblicato sugli account social il suo numero di cellulare dichiarandosi disponibile a rispondere a chi avesse voglia di raccontare e di sfogarsi. Lo hanno chiamato centinaia di persone, offrendogli un tesoro di storie da custodire: «Il tran tran della vita quotidiana mi sembrava banale - dice il poeta - ho sentito il desiderio di aprirmi al mondo. Mi porterò questa esperienza per tutta la vita. Le storie, le voci, il tono della conversazione la bellezza che fanno affiorare».

La scrittura di Franco Arminio, che vive da sempre a Bisaccia, nel Molise, dove i suoi genitori gestivano un’osteria, è volutamente popolare, si propone in modo forse un po’ ambizioso di raggiungere luoghi dove prima la letteratura non è mai arrivata. Al lancio di questo libro, sempre attraverso i social, il poeta ha lanciato il gioco del baratto: ha proposto di inviare libri con dedica in cambio di «prodotti della vostra terra». Molti gli hanno risposto inviando dolci, biscotti, olio. È un autore che si tiene lontano dalle torri d’avorio, immerso nelle esperienze quotidiane. Sceglie le parole con attenzione perché arrivino al cuore e possano davvero trasformarsi in pensieri di guarigione. Le sue poesie sono spesso come mani tese, e se perdono qualcosa nella metrica, guadagnano molto nell’intensità.

Arminio abbraccia virtualmente i suoi lettori anche sottoponendosi a maratone di letture pubbliche e incontri: di recente è stato anche al BergamoFestival. È convinto che la poesia possa rendere il mondo più lucido e gentile, ed è pronto a spendersi per questo. Come scrive nel libro «sono un paralitico che si è iscritto a una gara di salto in alto». Nella «farmacia poetica» si sente anche una continua tensione all’infinito: «L’invisibile deve circolare tra noi, dobbiamo usarlo per distanziarci con dolcezza. La vita è viva quando scappiamo di mano a noi stessi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA