Bonate Sopra, sposati da 53 anni muoiono per Covid a 36 ore di distanza

Arcangela Seminara si è spenta domenica alle 13, verso le 2 di lunedì notte il marito Giuseppe Murè. Tre mesi fa nato l’ultimo nipotino. «Tutto è precipitato».

Sposi per 53 anni, Arcangela e Giuseppe sono morti a 36 ore di distanza una dall’altro, entrambi per Covid. Lei, Arcangela Seminara 74 anni, si è spenta domenica alle 13; il marito Giuseppe Murè, 80 anni, l’ha seguita lunedì notte verso le 2, mentre era ricoverato al Policlinico San Pietro.

I due coniugi, che abitavano in via San Rocco a Bonate Sopra, a inizio aprile hanno avuto i primi sintomi della malattia: un po’ di febbre e tosse, poi i medici hanno accertato che erano stati colpiti dal coronavirus.

Dopo Pasqua entrambi sono stati ricoverati al Policlinico San Pietro, dove medici e infermieri hanno fatto tutto il possibile per tenerli in vita: loro hanno combattuto, ma il Covid-19 ha avuto il sopravvento e in questi ultimi giorni tutti e due sono deceduti. Il servizio di onoranze funebri Nicolas di Madone ha provveduto a traslare i due feretri nella sala Gesuplina a Bonate Sotto. Addolorati i figli Salvina, Sandro e Sergio con le loro famiglie, 10 nipoti tra i quali il piccolo pronipote Christian, di 3 mesi, che li aveva resi nonni bis.

«Siamo arrivati a Madone nel 1971 dalla Sicilia e precisamente da Gangi(Palermo) in treno e con le valige di cartone – racconta Salvina –, bene accolti dalla gente del paese. Negli Anni ’60 e ’70, l’emigrazione al Nord era numerosa e io con papà e mamma ci siamo trasferiti nel paesino di Madone. Mio padre, che in Sicilia faceva il falegname, ha trovato lavoro in una azienda chimica a Capriate San Gervasio, non tanto lontano dalla nostra casa. La famiglia cresceva e siamo andati ad abitare prima a Bonate Sotto e poi a Bonate Sopra dove attualmente vivevano, lui pensionato e mia madre che ha fatto sempre la casalinga che ha accudito per anni la sua anziana madre. Una famiglia unita la nostra, con tanti nipoti che loro amavano e dai quali erano contraccambiati» prosegue Salvina, accanto al marito Manuel fuori dalla sala del commiato, dove molta gente anche ieri è giunta per portare le condoglianze, da Madone, Bonate Sotto e Bonate Sopra.

Tanti infatti conoscevano i due coniugi, persone affabili e cortesi, che si sono sempre inserite facilmente nelle diverse comunità: «Mio padre, conosciuto anche con il nome di Peppino, era in pensione da alcuni anni e trascorreva le sue giornate con la mamma, chiamata Angelina, una vita tranquilla, la loro. Stavano entrambi bene: qualche acciacco per l’età, ma senza gravi preoccupazioni. Nell’estate del 2018 siamo ritornati tutti a Gangi per partecipare al matrimonio di una nipote di mio papà, nell’occasione abbiamo festeggiato il loro 50° di matrimonio, sono stati felicissimi del viaggio nella loro terra natia e della festa per ricordare cinquant’anni della loro felice unione. Poi è arrivato il virus: sono sempre stati attenti, con tutte le precauzioni, invece ai primi di aprile il contagio: qualche cura a casa, poi il ricovero al Policlinico San Pietro, pensavamo proprio che riuscissero a guarire, invece le condizioni si sono aggravate. Li abbiamo visti solo in videochiamata, la scorsa settimana la situazione si è aggravata e in queste ultime ore ci hanno lasciato».

Il figlio Sandro, con voce emozionata, conclude: «I nostri genitori sono stati uniti più di cinquant’anni e insieme hanno lasciato la vita terrena». La funzione funebre si terrà questa mattina nella parrocchiale di Bonate Sotto e i due feretri saranno tumulati al cimitero del paese.

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