Tasse non pagate, esclusi dal bando
«Ma noi raggirati dai commercialisti»

La Lia fuori dalla gara per ospitare 50 richiedenti asilo: non avrebbe pagato l’Iva dal 2015 al 2017. «Noi truffati».

I centri di accoglienza di Madone, Capriate e Dalmine hanno chiuso i battenti, gli ospiti sono stati riassegnati ad altri operatori, ma per la L. I. A. di Capriate la notizia peggiore è dietro l’angolo. La Prefettura l’ha esclusa dal bando del primo dicembre per l’accoglienza di una cinquantina di richiedenti asilo perché non in regola con i requisiti richiesti, uno su tutti: la «trasparenza fiscale». Alla Lia viene contestato l’omesso versamento dell’Iva per il 2015, 2016, 2017 per più di 6 milioni di euro per il quale la società sta combattendo una battaglia giudiziaria iniziata con la segnalazione dell’Agenzia delle Entrate nel settembre 2017 e l’invio della cartella esattoriale.

A seguito dell’alert la società aveva prodotto al Fisco le ricevute dei pagamenti, sostenendo di averli regolarmente effettuati attraverso una società di elaborazione dati di Milano che ne gestisce la contabilità, ma gli accertamenti effettuati dall’Agenzia delle Entrate ne riscontrano l’irregolarità. Così a fronte della denuncia del Fisco la Lia si dice vittima di un raggiro e denuncia la società di elaborazione dati con l’ipotesi che abbia falsificato i pagamenti. Ma nel frattempo, pur rateizzando il saldo dell’Iva arretrata, la Lia si ritrova esclusa dai bandi e finisce al centro di una serie di procedimenti a Bergamo e a Voghera.

In uno di questi, con l’accusa di omesso versamento per 320 mila euro, l’amministratore è stato recentemente assolto perchè il fatto non costituisce reato. «Ma è una vicenda kafkiana, dove alla beffa del denaro sottratto si somma la rigidità della burocrazia che nonostante le assoluzioni e il pagamento del dovuto ci nega l’aggiudicazione del bando», ha commentato l’avvocato Benedetto Maria Bonomo che assiste la società.

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