Il modello Atalanta, tutti lo imitano ma funziona solo qui

IL COMMENTO. «Sono legato all’Atalanta e lo sarò ancora». Parole e musica di Gian Piero Gasperini. Ultima gemma (penultima? C’è un terzo posto da portare a casa) di questa stagione ormai al tramonto anche se Bergamo vorrebbe non finisse mai.

Era quello che un po’ tutti erano ansiosi di sapere. Il resto – date, firme, contenuti del contratto, strategie di mercato, bonus – sono dettagli. Anzi, «il resto è Emmenthal», per dirla con le parole usate l’antivigilia di Natale a Bologna dallo stesso Gasp, visibilmente spazientito. Che evidentemente, da buon piemontese, è anche intenditore di formaggi, e rispetto al poco accattivante cacio coi buchi della vicina Svizzera predilige i gioielli dell’arte casearia della sua terra: Castelmagno, Bra, Toma... E dagli torto. «Sono legato all’Atalanta e lo sarò ancora».È la sintesi di un’armonia che dura dal 2016 e durerà ancora, cementata dai risultati che nel calcio guariscono tutto. Fra alti e bassi, come in tutti i rapporti. Fra messaggi a distanza e chiarimenti a quattr’occhi, o sei, o otto perché nei momenti che contano attorno al tavolo col Gasp ci sono sempre Antonio e Luca Percassi e il ds Tony D’Amico. Ma l’allenatore ha trovato a Bergamo l’ambiente perfetto (società e piazza) per fare il suo calcio, e l’Atalanta ha trovato il tecnico ideale per valorizzare al massimo la sua politica di investimenti mirati e di prospettiva su vivaio, giovani pescati altrove, giocatori sconosciuti o in cerca di rilancio.

È il modello Atalanta che, come la Settimana enigmistica, vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Dal 2016 a oggi non c’è squadra non metropolitana che affacciandosi al grande calcio non abbia detto di ispirarsi al modello Atalanta. Sembra facile, invece... Solo una, il Bologna, è riuscita a imitarlo, tra l’altro portandosi a casa una figura (Giovanni Sartori) che nella costruzione del modello Atalanta aveva avuto un ruolo fondamentale. Ebbene, il Bologna è andato in Champions (applausi) ma l’anno prossimo dovrà ripartire con un allenatore nuovo e chissà quanti pezzi pregiati in meno.

Invece il modello Atalanta continuerà a navigare sulla sua rotta, verso le nuove sfide che l’attendono. Con lo stesso timoniere che da otto anni lo conduce a traguardi inimmaginabili attraverso le secche di tutta Europa. Il resto è Emmenthal.

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