Mateo e Daniel, i gol si contano ma si pesano anche

IL COMMENTO. Alla fine di un weekend triste sia per il Rosso (Sinner, ko in finale a Roma), sia per la Rossa (Ferrari 4ª e 6ª a Imola e pure soddisfatta: chissà cosa ne avrebbe pensato Enzo Ferrari), lo sport italiano si ritrova a sorridere al femminile.

Lo fa grazie a due scriccioli che si fanno beffe dei luoghi comuni per cui il tennis moderno non può prescindere, al maschile come al femminile, da una base di strapotere fisico.

Jasmine Paolini, altezza centimetri 158, prima va a prendersi il titolo in singolare degli Internazionali d’Italia e poi, in coppia con l’intramontabile Sara Errani (anni 38, altezza centimetri 164) concede il bis in doppio, nel giorno in cui Jannik Sinner va a sbattere contro il grande rivale Carlos Alcaraz in quella che può essere una delusione rispetto alle speranze, ma non alla logica. Per almeno due motivi.

La sconfitta di Sinner

Primo: al di là del fattore ambientale unico del Foro Italico, la terra rossa non è la sua superficie preferita. Secondo: il numero 1 al mondo, che tale rimane, è arrivato a questo torneo reduce dalla squalifica farsa per il caso Clostebol, con relative conseguenze sia dal punto di vista fisico (prolungata inattività) sia mentale (pressioni pesantissime). Aver raggiunto, al rientro, l’atto decisivo in una manifestazione di così alto livello non è uno dei risultati strabilianti che per lui sono diventati la normalità, ma è comunque un buon punto di ripartenza.

Daniel Maldini, il gol della svolta?

Come un buon punto di ripartenza può essere, per Daniel Maldini, il gol liberatorio messo a segno sabato sera a Marassi contro il Genoa, poco dopo l’ennesimo errore di una stagione molto complicata tra arrivo all’Atalanta a gennaio, infortuni e un utilizzo con il contagocce e mai nel suo ruolo per esigenze tattiche. Un gol di pregevole fattura – con annessi complimenti di Gasperini e fiducia ribadita da parte della società in prospettiva futura – nella serata in cui l’ingordo Mateo Retegui ha segnato la rete numero 25 in campionato (superato Pippo Inzaghi) e numero 28 in stagione (eguagliato Duván Zapata). Un’enormità rispetto al golletto di Maldini, che però questa gioia di fine stagione, che sembrava non dovesse mai arrivare, se la coccola come il primo piccolo passo di una possibile grande svolta.

Perché qualche volta i gol, come diceva il banchiere Enrico Cuccia a proposito delle azioni, non si contano, ma si pesano.

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