Cefalee, nuove terapie monoclonali: tre centri prescrittori in Bergamasca

LA GIORNATA DEL MAL DI TESTA . Si celebra sabato 26 maggio. Su tre persone che ne soffrono due sono donne. Merlo: riconosciuta malattia sociale. Fiacco: centro per i bimbi. Venturelli: più casi dopo il Covid.

È un disturbo molto diffuso, e altamente invalidante in tanti casi. È il mal di testa, o meglio i mal di testa, perché esistono decine e decine di diversi tipi di mal di testa, o cefalee. Domani, 27 maggio, si celebra la Giornata nazionale del mal di testa ed è l’occasione per evidenziare i passi avanti fattid alla ricerca dal punto di vista farmacologico e le nuove frontiere della clinica. E domani la Sin (Società italiana di Neurologia) e la Sisc (Società italiana per lo studio delle cefalee), per sensibilizzare la popolazione pubblicheranno sui canali social diversi video divulgativi realizzati con esperti, anche bergamaschi, prendendo spunto dalle domande arrivate dagli utenti, via social o e-mail.

I dati

Si calcola che il mal di testa colpisca una persona su due; ne soffre in modo cronico almeno il 12% della popolazione, e se si guarda solo all’universo femminile, la percentuale sale fino al 25%. Per lungo tempo questa patologia è stata relegata a una serie di sintomi passeggeri di poco rilievo, negli ultimi anni le cose sono cambiate.

«Nel 2020 l’emicrania cronica è stata riconosciuta come “malattia sociale” e considerata dall’Organizzazione mondiale della Sanità al secondo posto tra le cause di alta disabilità – evidenzia Paola Merlo, direttrice della Neurologia di Humanitas Gavazzeni che vanta al suo interno un centro per le cefalee attivo da anni – . Nel parlare di cefalee o mal di testa occorre fare molti distinguo, ed è importantissimo nelle visite arrivare subito a individuare la tipologia di cui soffre il singolo paziente. Ci sono le cefalee secondarie, le cui origine è dovuta ad altre patologie, dai tumori all’ictus, e quelle primarie. La cefalea primaria è una disfunzione neurologica, con implicazioni vascolari. E le donne sono più colpite degli uomini, tranne che per la cefalea a grappolo che ha una maggiore incidenza tra i maschi. Le terapie hanno fatto decisi passi avanti: abbiamo almeno tre terapie monoclonali che risultano efficaci, l’Aifa ne ha riconosciuto la rimborsabilità, e sono farmaci che vanno prescritti da appositi centri. Humanitas Gavazzeni è un centro prescrittore in Bergamasca, abbiamo verificato con questi farmaci un calo di almeno il 50% degli attacchi, già 130 pazienti sono così trattati. Nell’approccio terapeutico puntiamo a “spiegare” al paziente la patologia, a insegnargli a riconoscere l’arrivo degli attacchi e anche ad assumere i farmaci. Quelli di recente utilizzo sono iniezioni sottocutanee che il paziente può somministrarsi da solo, per un periodo limitato e sempre sotto controllo medico».

I centri

Oltre a Humanitas Gavazzeni, che conta una media di 1.000 consulenze l’anno per le cefalee e ha tra i 500 e gli 800 pazienti nel centro apposito, ci sono, in Bergamasca, altri due centri prescrittori, l’Asst Bergamo Est, con l’ospedale di Seriate e l’Asst Papa Giovanni XXIII.

Il Centro cefalee dell’ospedale Bolognini di Seriate, parte integrante della struttura complessa di Neurologia, diretta da Fabrizio Fiacco, segue più di un migliaio di pazienti l’anno.

«Ce ne facciamo carico disponendo indicazioni terapeutiche personalizzate – illustra Fiacco – .Il centro di Seriate inoltre è l’unico in provincia di Bergamo dedicato ai bambini con questa patologia. Sono circa duecento i pazienti in età pediatrica. Siamo anche uno dei centri attivi per la somministrazione di anticorpi monoclonali per il trattamento dell’emicrania e seguiamo circa 60 pazienti con questa tipologia di terapia. Particolare attenzione è riservata alle donne e in questo caso, vista la rilevanza del fenomeno, agiamo con una comune gestione e in collaborazione con ginecologi ed endocrinologi».

Le cause delle cefalee, infatti, sono molteplici, può giocareun ruolo la componente genetica, ma anche quella ormonale.

«Tant’è che le donne ne soffrono tra i 20 e i 50 anni in particolar modo, mentre in gravidanza e soprattutto in menopausa il fenomeno si attenu a – rimarca Elisabetta Venturelli, neurologa che opera nell’Unità diretta da Maria Sessa all’Asst Papa Giovanni di Bergamo e che si occupa di cefalee e nevralgie – . I i monoclonali di nuova generazione dimostrano elevata efficacia e ottima tollerabilità e da tempo vengono prescritti qui al “Papa Giovanni”. Le cefalee sono altamente invalidanti e nei casi cronici determinano una qualità di vita bassa. Ed è vero che con il Covid si è assistito a un aumento delle cefalee: in condizioni infiammatorie e debilitanti si sviluppano soprattutto tra soggetti già particolarmente sensibili. Una diagnosi e una terapia precoce sono importanti per limitare le condizioni altamente limitanti causate da queste patologie. Abbiamo una media di 400-500 pazienti l’anno. E c’è un problema di carenza di risorse a fronte di un aumento delle richieste: i posti per accedere agli ambulatori si esauriscono in fretta».

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