Contro l’asma terapie farmacologiche più efficaci

NUOVE CURE. Anticorpi monoclonali che agiscono sulla broncocostrizione cambiano la vita al paziente grave.

L’asma rappresenta la malattia infiammatoria cronica delle vie aeree più frequente a livello globale, con una prevalenza che raggiunge il 5-10%. Colpisce circa 340 milioni di persone nel mondo di tutte le età, costituendo un problema sanitario importante, sia per l’impatto negativo che ha sulla qualità di vita di chi ne soffre sia per i costi economici e in termini di perdita di produttività sul lavoro che ne derivano. Inoltre contribuisce a un gran numero di decessi in tutto il mondo, anche tra i giovani. La buona notizia è che oggi è possibile tenerla sotto

controllo con terapie efficaci che consentono di svolgere una vita normale senza particolari limitazioni. Come ci spiega il dottor Alessandro Scartabellati, pneumologo di grande esperienza, già direttore delle unità di Pneumologia e Riabilitazione respiratoria dell’Asst di Crema, che da poco visita al Centro Diagnostico Treviglio.

Dottor Scartabellati, quali sono i sintomi tipici dell’asma?

«Tosse, difficoltà a respirare con respiro sibilante, costrizione toracica, limitazione dell’attività fisica e attacchi acuti che talvolta richiedono cure urgenti e possono essere fatali. Tipicamente i sintomi variano nel tempo e spesso si manifestano in condizioni particolari come durante le infezioni virali, durante l’esposizione a allergeni domestici od occupazionali (acari della polvere, pollini, scarafaggi) o al fumo di tabacco, durante l’esercizio fisico e in condizioni di stress. Anche alcuni farmaci possono indurre o innescare l’asma, ad esempio i beta-bloccanti e (in alcuni pazienti) l’aspirina o altri farmaci antiinfiammatori non steroidei (FANS)».

Come si può curare la patologia?

«Quando si parla di terapia dell’asma è opportuno fare due premesse: l’asma è una malattia cronica e quindi si può curare e controllare ma non guarire; l’asma è molto spesso sottovalutata, ritenuta di facile controllo e molti pazienti si “curano da soli” utilizzando un farmaco che è diventato il paradigma della terapia, cioè il salbutamolo solfato. Dal 2019 però le linee guida internazionali hanno dimostrato che il solo uso di questo farmaco espone il paziente a potenziali rischi di crisi gravi in quanto viene tamponato il sintomo ma non combattuta l’infiammazione che sta alla base della malattia. È quindi necessario per prima cosa diagnosticare correttamente l’asma (per farlo è indispensabile la spirometria) e curarla fino ad ottenerne il controllo. Il trattamento dipende dalla gravità della malattia e deve essere sempre concordato con lo specialista, che potrà verificarne periodicamente anche l’efficacia».

In cosa consistono le terapie?

«Nei casi di asma lieve-moderata la terapia si basa su utilizzo di spray o polveri inalatorie contenenti obbligatoriamente un cortisonico cronico eventualmente associato a un broncodilatatore (in paziente collaboranti può essere usata anche solo al bisogno). Per l’asma di maggior gravità è necessaria una terapia perenne, quotidiana, eventualmente con associazione di altri farmaci broncodilatatori o anti infiammatori. Nei casi di asma grave, che riguarda una percentuale di circa il 5% dei pazienti asmatici, oggi se accuratamente studiata (fenotipizzata) ci si può avvalere, invece della sola terapia cortisonica (per bocca o iniezioni) come in passato, anche di nuovi farmaci, biologici, costituiti da anticorpi monoclonali indirizzati verso le molecole che determinano la broncocostrizione dell’asma. Questi farmaci sono estremamente efficaci e cambiano la vita al paziente con asma grave, evitando anche i devastanti effetti collaterali della terapia cortisonica. Indispensabile comunque in qualunque forma di asma che la malattia venga ben conosciuta dal paziente e che la terapia venga concordata fra medico e paziente. Questo può evitare un grosso problema della terapia che è la mancanza della aderenza».

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