
La salute / Bergamo Città
Giovedì 08 Maggio 2025
Dolore alla schiena, quando serve il chirurgo
PROVA DI CURA. Prima di valutare un intervento, devono essere fatte le terapie mediche e riabilitative.
Il mal di schiena è una patologia molto comune che colpisce diverse fasce di età, può derivare da molteplici cause e avere numerose varianti. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 40% della popolazione italiana ha sofferto di mal di schiena almeno una volta nella vita, mentre il Censis in uno studio del 2023 ha evidenziato che il 25% degli italiani soffre di mal di schiena cronico, con una maggiore incidenza tra le donne e le persone con lavori sedentari. Infine, l’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha rilevato che le regioni del Nord Italia, come la Lombardia, presentano una maggiore incidenza di mal di schiena, attribuibile a fattori come lo stile di vita sedentario e l’invecchiamento della popolazione.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, circa il 40% della popolazione italiana ha sofferto di mal di schiena almeno una volta nella vita, mentre il Censis in uno studio del 2023 ha evidenziato che il 25% degli italiani soffre di mal di schiena cronico, con una maggiore incidenza tra le donne e le persone con lavori sedentari
«Vista la sua ampia diffusione e difformità, non esiste una terapia unica per risolvere il mal di schiena: alcuni possono trarre beneficio da terapie e farmaci tradizionali, altri dall’utilizzo delle nuove tecnologie» spiega il dottor Michele Federico Pecoraro, responsabile dell’Unità operativa di Chirurgia vertebrale robotica di Humanitas Gavazzeni.
Quali possono essere le principali cause del mal di schiena?
«Il mal di schiena può derivare da diverse cause, spesso meccaniche, come posture scorrette, movimenti impropri o sovraccarichi muscolari. Tra le origini più comuni troviamo ernie discali, artrosi vertebrale e squilibri muscolari. Altre volte è legato a patologie infiammatorie, come le spondiloartriti, o a disfunzioni viscerali, come problemi renali o ginecologici. Più raramente è causato da infezioni o neoplasie».
L’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane ha rilevato che le regioni del Nord Italia, come la Lombardia, presentano una maggiore incidenza di mal di schiena, attribuibile a fattori come lo stile di vita sedentario e l’invecchiamento della popolazione
Ma mal di schiena e patologie spinali sono la stessa cosa?
«Assolutamente no. Il mal di schiena generico è un sintomo, non una vera diagnosi. Si manifesta come dolore nella zona dorsale o lombare, senza una causa evidente agli esami diagnostici. Solitamente, inoltre, il mal di schiena tende a migliorare con terapie conservative come fisioterapia e analgesici. Le patologie spinali, invece, sono condizioni cliniche specifiche che colpiscono la colonna vertebrale, come ernie, stenosi, artrosi, scoliosi, infezioni o neoplasie. Queste patologie sono visibili con esami strumentali come risonanza o Tac e richiedono cure più mirate, a volte anche chirurgiche».
«Il mal di schiena generico è un sintomo, non una vera diagnosi. Si manifesta come dolore nella zona dorsale o lombare, senza una causa evidente agli esami diagnostici. Solitamente, inoltre, il mal di schiena tende a migliorare con terapie conservative come fisioterapia e analgesici»
Chi e quando decide se intervenire o meno con la chirurgia?
«Quando si effettua una visita con uno specialista della colonna, spetta al medico stesso capire se sia necessario agire chirurgicamente, in base al singolo caso. È importante sottolineare che, prima di valutare un intervento chirurgico, devono comunque essere praticate terapie conservative mediche e riabilitative. Solo in caso di insuccesso di queste ultime viene infatti considerata la possibilità di agire con un’operazione».
Lei si occupa in particolare di chirurgia vertebrale robotica. Quali sono i vantaggi di questa tecnica?
«Principalmente due, massima precisione e minima invasività dell’intervento. Grazie alla combinazione di imaging tridimensionale e di guida assistita, infatti, la chirurgia robotica consente di eseguire interventi mini-invasivi vantaggiosi per tutte le categorie di pazienti: per quelli giovani che richiedono tempi di recupero rapidi – e quindi un ritorno ottimale alle attività quotidiane, lavorative e sportive – e per quelli più anziani o che presentano condizioni mediche complesse, come osteoporosi gravi, scoliosi avanzate o fratture vertebrali multiple. In tutti questi casi la tecnologia robotica consente di eseguire interventi di stabilizzazione – laddove necessario – in maniera estremamente precisa e sicura. Il suo utilizzo infatti rende possibile eseguire approcci che minimizzano i tempi chirurgici e il traumatismo sulle strutture muscolari con importanti vantaggi in termini di riduzione delle complicanze e dei tempi di ripresa post-operatoria».
© RIPRODUZIONE RISERVATA