«Fegato grasso», condizione benigna ma non va sottovalutata

DA SAPERE. La steatosi epatica è una malattia che non va trascurata, in particolare se si è in sovrappeso, ipertesi o diabetici.

La steatosi epatica, conosciuta come “fegato grasso”, è una condizione in cui il fegato accumula grassi in eccesso, spesso silenziosamente. Non dà sintomi evidenti, ma secondo le stime più recenti ne soffre più del 20% degli italiani. Una patologia sempre più diffusa anche tra i giovani e spesso correlata a sovrappeso, sedentarietà, diabete e ipercolesterolemia.

Cos’è la steatosi

«La steatosi è una condizione di solito benigna. Tuttavia può, già in fase precoce, presentarsi in una forma più aggressiva (steatoepatite), oppure causare un lento ma crescente danno al fegato, con conseguente e progressiva formazione di cicatrici (fibrosi epatica). Fino, nei casi più gravi, a esitare nella cirrosi», spiega il dottor Matteo Angelo Manini, specialista dell’Ambulatorio di Epatologia in Humanitas Gavazzeni. Il problema è che in molti casi la malattia viene scoperta per caso, magari in seguito a un’ecografia prescritta per altri motivi. E quando si arriva in ritardo, le conseguenze possono essere serie: «La fibrosi è il nodo centrale della patologia: maggiore ne è la formazione, maggiore diventa il rischio di andare incontro a complicanze come l’insufficienza epatica o il carcinoma epatocellulare».

Diagnosi precoce e monitoraggio sono quindi fondamentali. Accanto a ecografia e analisi del sangue, oggi uno degli strumenti diagnostici più efficaci è l’elastografia epatica (Fibroscan): una metodica non invasiva, veloce e indolore, che permette di valutare in tempo reale la “rigidità” del fegato, quindi, indirettamente, il grado di fibrosi presente. «Con il Fibroscan riusciamo a stimare lo stadio della fibrosi, seguendone poi l’evoluzione nel tempo», aggiunge il dottor Manini. «È uno strumento fondamentale per capire quando è il momento di intensificare i controlli o, al contrario, diluirli nel tempo».

Ad oggi, l’Agenzia Europea del Farmaco non ha ancora approvato dei farmaci per la cura della steatosi epatica, anche se sono in corso sperimentazioni promettenti

Ad oggi, l’Agenzia Europea del Farmaco non ha ancora approvato dei farmaci per la cura della steatosi epatica, anche se sono in corso sperimentazioni promettenti. Il pilastro resta la modifica dello stile di vita: alimentazione corretta, attività fisica regolare, riduzione o eliminazione dell’alcol e controllo dei fattori di rischio metabolici. «La maggior parte dei pazienti risponde positivamente con dieta ed esercizio, ma serve costanza», sottolinea Manini. Nei casi più avanzati, o quando si sviluppa una steatoepatite, il follow-up si fa più stretto: controlli periodici, monitoraggi con Fibroscan e, se necessario, biopsia epatica.

La prevenzione, però, con uno stile di vita equilibrato, resta l’arma più efficace

Il messaggio è chiaro: non bisogna sottovalutare il fegato grasso, soprattutto se si è in sovrappeso, ipertesi o diabetici. «Il fegato ha una grande capacità di ripulirsi dal “grasso”. Ma è importante che abbia il tempo e sia nelle giuste condizioni per poterlo fare. Diagnosi precoce e cambiamenti nello stile di vita fanno la differenza», conclude il dottor Manini.

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