
La salute / Bergamo Città
Lunedì 23 Giugno 2025
Il bambino «chiama»? L’ostetrica risponde
SALUTE. Già in funzione al «Papa Giovanni» un servizio di «triage telefonico» sette giorni su sette, 24 ore al giorno.
È attivo all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo un servizio di triage ostetrico telefonico, una linea diretta attiva 24 ore su 24 tra le ostetriche e le donne in attesa, pensata per accompagnare in sicurezza le prime fasi del travaglio e ridurre accessi inappropriati al pronto soccorso.
Il difficile momento pre travaglio
Una contrazione che si fa più intensa, un dubbio che sorge improvviso nella quiete della notte, la paura di non «arrivare in tempo» al punto nascita. Per molte donne in attesa, la fase prodromica del travaglio – quel momento che precede l’inizio effettivo del parto – è un territorio incerto, in cui il bisogno di rassicurazione e ascolto è tanto quanto quello di assistenza sanitaria. Spesso la risposta è una corsa al Pronto Soccorso Ostetrico, anche quando non è ancora il momento giusto.
Il progetto dell «Papa Gio»
È proprio per colmare questo vuoto che all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo è nato il progetto di triage ostetrico telefonico, un servizio diffuso in alcuni Paesi esteri, ma replicato in pochissimi casi negli ospedali italiani. Si tratta di un servizio attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, che mette le future mamme in contatto diretto con ostetriche esperte, capaci di valutare a distanza lo stato della gravidanza e offrire indicazioni tempestive e personalizzate.
«Il nostro obiettivo – spiega Bruna Pasini, coordinatrice ostetrica delle sale parto e del Pronto soccorso ostetrico ginecologico – è fornire un supporto professionale alle donne nel momento in cui ne sentono maggiormente il bisogno. È una presa in carico precoce, ma consapevole, che ci consente di monitorare a distanza le condizioni della gestante e di consigliarle se è il caso di recarsi in ospedale o se può attendere ancora un po’ a casa, in tutta sicurezza».
Il triage telefonico ostetrico si inserisce in un filone già consolidato a livello internazionale: la linea guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE), ad esempio, raccomanda un primo screening del travaglio attraverso un contatto telefonico con un’ostetrica qualificata. Esperienze già consolidate in Regno Unito, Paesi Bassi e Stati Uniti dimostrano che questa modalità riduce i ricoveri inappropriati, migliora la soddisfazione delle pazienti e ottimizza le risorse ospedaliere.
All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il progetto è stato sviluppato dalle ostetriche Bruna Pasini, Martina Carazzato, Anna Rota, Fiammetta Ciavurro, dalla ginecologa responsabile delle Sale parto Santa Barresi e da Patrizia Ghilardi, dirigente responsabile per la Direzione aziendale professioni sanitarie e sociali del Dipartimento Materno Infantile e Pediatrico e del Percorso Nascita.
L’avvio a marzo poi la conferma del servizio
L’avvio è avvenuto a marzo 2024 in fase pilota, rivolgendosi inizialmente alle donne seguite dall’ambulatorio della gravidanza fisiologica. «Si tratta di un servizio in grado di coniugare appropriatezza clinica e attenzione alla persona – continua Pasini –. Le ostetriche che lo gestiscono possiedono non solo solide competenze cliniche, ma anche abilità comunicative fondamentali per accompagnare con empatia e sicurezza ogni futura mamma».
L’ospedale «Papa Giovanni XXIII» è tra i primi ospedali in Italia a sperimentare questo modello in modo strutturato. E le prospettive di ampliamento sono già in campo, perché l’obiettivo è di renderlo un riferimento costante per tutte le donne seguite nel percorso del basso rischio ostetrico. Il progetto prevede infatti il coinvolgimento non solo delle donne seguite nell’ambulatorio della gravidanza fisiologica, ma anche in altri ambulatori, come quello della gravidanza oltre il termine, nei Consultori di Bergamo Borgo Palazzo e di Villa d’Almè, e che frequentano gli incontri di accompagnamento alla nascita.
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